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Perché amo Il Post

Il Post ha oggi messo nero su bianco il suo endorsement a Matteo Renzi per le primarie del centro-sinistra.

Vi consiglio di leggerlo, è un po’ lungo, ma ne vale la pena.

Mi pare una delle poche cose lette in questi giorni, Suzukimaruti a parte, che spieghi in modo serio e non sciocco perché forse varrebbe la pena votare per Renzi.

Non perché gli altri siano brutti e cattivi, che brutti e cattivi non lo sono affatto, ma perché c’è un’unico sentiero che si para davanti a noi e che ci permetterebbe di provare a cambiare le cose, e quel sentiero lo ha aperto Renzi.

Renzi, poi, ne deve fare di strada e deve ripensare molte delle cose che lo hanno portato fin qui.
Deve soprattutto costruirsi una squadra, riuscire a delegare, uscire dalla logica del “one man show”, che in campagna elettorale va pure bene, ma per governare no.

Quello che manca ancora a Matteo Renzi è la capacità di costruire intorno alla sua singolare bravura e capacità di leadership un gruppo e un movimento vero, e non solo un’intesa di molti singoli. Renzi non ha investito finora nella costruzione di qualcosa che vada oltre se stesso e l’immediata condivisione per moltissimi delle cose che dice: non ha coltivato lealtà con potenziali buoni compagni (primo tra tutti Pippo Civati) e non ha costruito niente di simile al gruppo fertile e unito creato da Italia Futura (a cui invece manca il leader, e farebbero bene a fare due più due). Se chi vota Bersani vota un composito e sfilacciato universo in cui stanno potenzialmente Rosy Bindi, D’Alema, Vendola, Stefano Fassina, Casini e Alessandra Moretti tra gli altri, per contro chi vota Renzi vota Renzi: e deve quindi fare un investimento di fiducia molto alto in una sua capacità di delegare e affidare ad altri spazi e compiti che finora si è vista solo a isolati sprazzi.

Ma se vogliamo guardare avanti, il sentiero è quello.
Non se ne esce.

Noi abbiamo molto rispetto per i tanti leader che il Partito Democratico ospita tuttora e che ha ereditato dai partiti suoi avi e pensiamo che siano di una qualità umana e cultura politica più unica che rara nel quadro generale: ma quella cultura è diventata anacronistica, hanno perso, hanno perso, e hanno perso ancora. Non contro Berlusconi, ma contro il mondo, contro il tempo e contro un paese che è diventato diverso e non gli ha creduto più. Ne conoscono bene un pezzo, certo: ma quel pezzo è diventato troppo piccolo. Non possono davvero raccontarsi estranei. Se Renzi vincesse le primarie queste persone sarebbero un capitale di competenze e teste utilissimo per il suo progetto, come hanno già capito i pochi di loro che hanno deciso di sostenerlo. Perché l’Italia attuale – quella che ha avuto bisogno della straordinarietà del governo tecnico – ha bisogno di essere resettata, altrimenti qualunque applicazione si cerchi di aprire sarà comunque lentissima e inutilizzabile. L’unico in giro che sembra sapere dov’è il tasto reset, e ha già il dito pronto, è Matteo Renzi.
Salvate i documenti aperti e andate a votare.

Luca

3 risposte su “Perché amo Il Post”

Sinceramente, era da un pò che cercavo di capire se votare Bersani o Renzi domenica (tanto che quasi quasi avrei votato Tabacci come voto di “protesta”) e questo articolo mi ha chiarito parecchio le idee.

Bersani mi è sempre piaciuto parecchio, è una persona affidabile, ed il mio esempio di riferimento contro il “tanto sono tutti uguali”.
Renzi ha tratti di “fastidio” (vederlo twittare mentre la gente gli risponde è insopportabile, e mi ha fatto capire quanto posso essere fastidioso io che faccio la stessa cosa) e deve dimostrare tutto.

Detto questo, votare Bersani significa “condannarsi” ad una “nuova unione”, un governo schiavo del sindacato, del passato e dei compromessi. Ci ha già provato un’altra persona illustre e rispettabile come Prodi ed è andata male, e penso che con Bersani la fine sarà la stessa.
Renzi rappresenta una concreta possibilità per quella vocazione maggioritaria che mi è sempre sembrata l’unica via possibile per una sinistra moderna, che semplicemente Bersani non rappresenta.

Sicuramente vincerà Bersani, andrà al governo e dopo due anni ci saranno nuove votazioni. Il 2015 forse sarà l’anno di Renzi, forse.

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