Concentrarsi solo sul profilattico vuol dire banalizzare la sessualità, e questa banalizzazione rappresenta proprio la pericolosa ragione per cui molte persone vedono la sessualità come una droga piuttosto che come un’espressione del loro amore. Tuttavia vi possono essere singoli casi giustificati, ad esempio quando una prostituta utilizza un profilattico e questo può essere il primo passo verso una moralizzazione, un primo atto di responsabilità per sviluppare la consapevolezza del fatto che non tutto è permesso e non si può fare tutto ciò che si vuole. Tuttavia questo non è il modo vero e proprio per vincere l’infezione dell’Hiv.
Benedetto XVI
E’ scontato che, se lo si ammette per le prostitute, lo si può ammettere anche per le coppie sposate con uno dei due partner malati.
Del resto questo tipo di tolleranza sull’uso del preservativo, come racconta Marco Tosatti su La Stampa, in pratica c’è già da anni.
Mi ricordo un’intervista di diciamo circa 25 anni fa, al direttore di una rivista di Teologia Morale, quando cominciava a sorgere soprattutto in Africa, il problema dell’Aids. Il teologo in questsone ammetteva tranquillamente, e senza paura di fulmini dal Sant’Uffizio (Ratzinger ne era già a capo) che se di due coniugi uno era sieropositivo, nella coppia si poteva fare uso del preservativo, in base al principio del “male minore”. Che è – anche se forse non lo cita espressamente – il principio alla base delle parole del Papa.
E comunque sono microscopici, ma giganteschi, passi avanti.
Luca