Nel mio peregrinare quotidiano mi capita spesso di passare davanti ad un grande Liceo fiorentino.
Un bel palazzo con vista su Ponte Vecchio (chissà se i ragazzi e le ragazze si rendono conto del privilegio che hanno, ma questo è un altro discorso).
Tra i vari striscioni appesi sopra l’entrata della scuola, ci sono anche alcune bandiere dei NO TAV.
Ecco, lo so che sono ragazzi, che probabilmente c’è qualcuno dietro di loro che si diverte ad indirizzarli verso direzioni che nulla hanno a che fare con il loro vissuto e che non possiamo prendere tutto troppo sul serio perché sono ragazzi, appunto.
Io vorrei però andare da quei ragazzi e da quelle ragazze e spiegargli come fra un po’ di anni malediranno le carenze infrastrutturali del nostro paese che non ci permettono di muoverci con la velocità che sarebbe degna di un paese moderno.
Trenitalia ha presentato nelle scorse settimane un nuovo treno che collegherà Roma e Milano in 2 ore e 20.
Eppure sappiamo quante opposizioni ci sono state contro l’alta velocità ferroviaria, ma anche contro il raddoppio del tratto appenninico dell’Autostrada del Sole.
Eppure basta chiedere a chi si ritrova spesso a viaggiare per lavoro, quanto sia migliorata la vita di chi deve viaggiare su e giù per il paese.
Insomma, quei ragazzi e quelle ragazze che occupano le scuole dovrebbero chiedere treni più veloci, che riescano a tener dietro alla loro voglia di trovare nuove opportunità.
Dovrebbero sperare di arrivare da Roma a Milano in 1 ora, non auspicare il ritorno ai trenini regionali.
Proprio per questo spero proprio che, chi ha suggerito di mettere quelle insegne NO TAV nelle scuole, sia molto più vecchio dei ragazzi che quella scuola frequentano.
Luca