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MPS caso unico o prassi del sistema bancario italiano?

Gad Lerner mi sembra faccia un’ottima analisi del caso MPS.

Metti insieme interessi municipali, faide di corrente e di partito (Pci-Pds-Ds-Pd con addentellati Margherita), e poi le litigiose massonerie toscane, le incursioni da Roma di notabili e ministri. Condisci il tutto col provincialismo italiota di avvocati e ragionieri convinti di poter manovrare la finanza speculativa dei derivati per “abbellire” i bilanci e indebitarsi all’infinito, pur di espandere il proprio potere. Ne viene fuorui il quadro di un sistema intrecciato tra banca e politica, nel quale la Fondazione ha svolto a lungo una funzione perversa mentre la città di Siena contava di mungere in eterno le mammelle del suo antico banco.
Inutile fare demagogia sul governo che stanzia 3,9 miliardi per evitare il fallimento della terza banca del paese: pensate forse che compagini di segno diverso avrebbero potuto fare diversamente? Semmai va posta con la dovuta severità la questione di una vigilanza fallimentare. Oggi la credibilità dell’intera categoria dei banchieri precipita in Italia. E’ lecito chiedersi se coloro che stimavano Giuseppe Mussari fino a eleggerlo a loro presidente, non ne abbiano condiviso i comportamenti anche in altri istituti di credito. Fa piacere sapere che i nuovi amministratori del Monte dei Paschi di Siena stanno collaborando alle indagini, dopo aver scoperto che i conti erano truccati e i bilanci “abbelliti”. Ma si disse così anche ai tempi della Parmalat. In troppi cascano dal pero sostenendo che una tale disonestà era imprevedibile. E se invece fosse la prassi?

Luca

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A proposito di impresentabili. Giuseppe Mussari

Gad Lerner nel suo blog si fa una domanda, che a Siena se la stanno facendo in molti.
Com’è possibile che Giuseppe Mussari possa continuare ad essere il presidente dell’ABI?

Cosa aspetta l’Abi, cioè l’Associazione bancaria italiana, a rimuovere dalla sua presidenza Giuseppe Mussari? “Il Fatto” di stamane riferisce dei conti truccati al Monte dei Paschi di Siena nel 2009, sotto la sua gestione, per coprire d’intesa con la banca giapponese Nomura una perdita di 220 milioni. Pochi giorni fa si era saputo di un derivato farlocco (Santorini) venuto alla luce anni dopo. Senza contare l’inchiesta sul maxi-pagamento di Antonveneta per cui si parla di aggiotaggio e ostacolo agli organismi di vigilanza. E ancora le indagini senesi su bilanci a dir poco opachi che stanno costando al Mps una nazionalizzazione di fatto, a carico dei contribuenti.
Ce n’è abbastanza per chiederci come possano i banchieri italiani aver nominato loro presidente questo signor Mussari, e quale possa essere oggi la reputazione dell’organismo in cui sono associati. In fatto di impresentabili, i banchieri non hanno nulla da invidiare ai politici.

Certamente la massoneria non c’entra niente, visto che Mussari sostenne, in una celebre intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo, che a Siena non contava niente.

Luca

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Report, Siena, il Monte, la massoneria

Ho visto la puntata di domenica scorsa di Report, sul Monte dei Fiaschi.
Non c’era niente che un senese non sapesse o di cui non avesse discusso mille volte nei bar.

Il reportage aveva una malizia di fondo che giocava sul fin troppo facile assunto che le banche sono cattive.
Ed è anche vero, ma uno sguardo un pochino più neutrale non avrebbe guastato.

Sono mancate le voci dei diretti interessati, Mussari, Mancini e Ceccuzzi, per una volontà, tipicamente senese, di lavarsi in panni sporchi in casa.
La scelta è stata ovviamente molto miope, perché così non è stato possibile ascoltare la versione degli amministratori e dei manager.

Di sicuro il servizio di Report ci ha fatto apprezzare una volta di più quanto sia stata stupida l’idea di far controllare il cda di una banca agli amministratori locali, creando di fatto un intreccio perverso di potere che non poteva che non abdicare a chi in queste cose è maestro, ovvero la massoneria.
Che è ben più potente e scaltra di quella macchietta di Stefano Bisi.

Luca

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Pure l’autocombustione a volte ci può stare

L'incendiaria

Non ne so niente, figuratevi se posso sapere chi è il colpevole.
Sono però quei giorni in cui ti chiedi perché in questo paese i magistrati riscuotano così tanto affetto e stima nel popolo.

Non e’ stato monsignor Giuseppe Acampa, economo della diocesi senese ad avere appiccato il fuoco nel locali dell’economato la mattina del 2 aprile del 2006. Questo pomeriggio dopo una lunga serie di udienza la sentenza del giudice Monica Gaggelli lo ha assolto “per non avere commesso il fatto”. Lo ha anche assolto “perche’ il fatto non sussiste” dall’accusa di calunnia dell’allora archivista della curia professor Franco Nardi sul quale si erano indirizzate inizialmente le indagini per poi prendere il esame l’ipotesi di colpevolezza di monsignor Acampa che e’ stato difeso da Giuseppe Mussari, presidente di Banca Montepaschi, che ha accettato di tornare nelle aule del palazzo di giustizia convinto della sua innocenza e da Enrico de Martino.

Luca

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Si diceva ieri di Mussari

L'andamento del titolo MPS negli ultimi 3 anni

Il Cittadino riporta un commento al vetriolo sulla situazione del Monte dei Paschi e sulle attività extra del suo Presidente.

Ieri, mentre il presidente di Banca MPS secondo la stampa locale giocava a fare il principe del foro nel processo Acampa (una importante storiella locale che riguarda la Curia senese, ndr) il titolo dell’istituto da lui diretto perdeva un sostanzioso 3,41% cioè 0,7365 euro, ultimo di una serie impressionante di record negativi ininterrotti dall’acquisizione di banca Antonveneta. In serata la Consob aveva dato l’ok all’aumento di capitale da 2,45 miliardi di euro.
Oggi (16 giugno), che il presidente è andato nel pomeriggio in Rocca Salimbeni a presiedere il Cda, il titolo continua a sprofondare, chiudendo a Piazza Affari con un altro 3,94 %, a euro 0,7075, in una giornata convulsa per le notizie provenienti dalla Grecia. E benché sia stato più volte dichiarato che l’esposizione della banca senese verso lo stato ellenico sia pressoché insignificante, il risultato del MPS è il peggior bancario anche per il 16 giugno 2011.

Il futuro della Banca, della Fondazione e del Sistema Sienina rischia di collassare entro l’autunno.

Nella mattinata si erano diffuse indiscrezioni che ipotizzavano che al board del gruppo senese potrebbe essere stata presentata una proposta di aumento di capitale piu’ limitata, intorno ai 2,15 mld euro, rispetto alla delega ottenuta dall’assemblea a una ricapitalizzazione fino a un massimo di 2,47 mld euro. Ma in sostanza questo aumento di capitale non sarà sufficiente altro che alla restituzione dei Tremonti Bond (l’unica grande banca ad averli utilizzati è MPS e il guadagno di pottino è stato solo, probabilmente, il posto di presidente dell’Abi, sennò quella di Tremonti si sarebbe rivelata in maniera lapalissiana una idea fallimentare: i bond del governo non li aveva presi quasi nessuno! ndr), quindi a fine agosto alla presentazione della semestrale si dovrà procedere a un ulteriore aumento, da cui la Fondazione MPS uscirà fuori talmente ridimensionata (per l’indebitamento basta e avanza l’aumento odierno) da diventare sicura preda del mercato.

Insomma, Mussari farebbe bene a pensare alla sua Banca.

Luca