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Non esistono politici buoni, esiste forse la buona politica

Non so cosa deciderà il buon Sergio Mattarella.
Tenteranno forse di fare un governo di legislatura, un governo di scopo, un governo di qualcosa.

Per ora accontentiamoci di non avere più Matteo Salvini al governo.
Salvini è pericoloso per tutta una serie di motivi che non vi sto ora ad elencare, ma Salvini è anche un politico molto scarso (come ha ricordato Il Post ieri in un editoriale di quelli che vengono pubblicati una volta ogni tanto e per questo ancora più significativo).
Ha forzato la mano, probabilmente anche mal consigliato, ed è forse rimasto con un pugno di mosche in mano.
Perché la democrazia, per fortuna, ha le sue regole e semplicemente non puoi decidere di andare a votare quando lo vuoi te solo perché hai vinto le ultime elezioni europee (neanche le politiche nazionali, per altro).

L’altro giorno ero in viaggio ed ho potuto ascoltare la parte più significativa del dibattito in Senato.
Vorrei ribadire alcune cose.

  • La presa di distanza di Conte è tardiva e nemmeno molto credibile, perché se Salvini non l’avesse sfiduciato, avrebbe continuato ad avallare tutte le schifezze che ha avallato in questi 14 mesi. E’ stato un presidente che si è fatto portare a giro dai suoi due vice, senza mettere mai niente di suo nell’azione politica. Se davvero riteneva Salvini pericoloso, prendiamo atto che ha fatto finta di niente finché Salvini stesso non l’ha sfiduciato, lasciando evidentemente che il Ministro dell’Interno continuasse ad essere pericoloso per il paese.
  • Salvini è un politico scarso ed anche un oratore pessimo; non so chi gli scriva i discorsi, forse lo stesso che gli gestisce i social, ma il discorso al Senato non aveva né capo e né coda. Era evidentemente rivolto ai telespettatori, non al Presidente ed ai Senatori, e anche questo ci fa capire il suo infimo livello come politico.
  • Parentesi. Il team che gestisce i social di Salvini è guidato da Luca Morisi, che è questo qui:


    Mi sembra basti questo tweet per capire di chi stiamo parlando.

  • Matteo Renzi ha fatto un bel discorso, ma ho un appunto da fare ed è questo: se critichi Salvini per i suoi continui riferimenti religiosi, citare il Vangelo per evidenziare la sua mancanza di carità, forse non è propriamente una buona idea. La citazione ci stava ed in quel momento funzionava bene, ma andava evitata.
  • Il PD ha evidentemente fallito la sua azione politica e dover oggi scendere a patti con i grillini ne è la dimostrazione. Sei un partito di minoranza e devi turarti mille volte il naso per cercare di governare questo paese. Quindi non facciamo i bulli, che non è proprio il caso.
  • Se l’alleanza con i grillini è necessaria, che si faccia. Ma io non mi dimentico come ci avete chiamato in questi anni, la merda ed il disprezzo che ci avete buttato addosso. Siete un partito di raccattati, se sosterremo lo stesso governo, questo non cancella niente. Se il PD ha fallito, voi avete fallito 2 volte, visto la quantità di parlamentari che avete ottenuto alle ultime elezioni.

Detto questo, fra poco Mattarella ci dirà cosa vuole fare ed in qualche modo ne usciremo.
E magari questo post sarà già nato vecchio.

Mi servirà per ricordarmi, ancora una volta, che contano le azioni che le persone fanno, non conta l’immagine che le persone si danno.
Conta la politica, non i politici.

Luca

Foto (AP Photo/Gregorio Borgia)

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musica

La rivincita dei bimbiminkia

Li abbiamo presi in giro per anni.
L’altra sera, a Manchester, ci hanno dato a tutti una gran bella dimostrazione di coraggio e di gioia insieme.

Luca

Foto | Il Post

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diritti umani

Non esiste nessuna altra unicità della condizione di Israele che possa giustificare un’indulgenza su quello che Israele sta facendo a Gaza

Il post ha pubblicato oggi un editoriale non firmato piuttosto deciso che sottoscrivo.

Detto tutto quello che dovevamo dire, e considerando il legittimo diritto che Israele ha di difendersi, quello che sta succedendo a Gaza ha superato ogni limite tollerabile.

Quale groviglio di questioni, dolori, giudizi e pregiudizi sia la questione israelo-palestinese è superfluo da dire. In quale incasinato contesto storico – una storia di millenni – e geopolitico – un epocale confronto tra civiltà e sistemi politici e religiosi che sta generando disastri numerosi in molti altri luoghi del mondo – si collochi, altrettanto superfluo. Di quanto tutto questo intrico di già detto e indicibile, di faziosità e tabù, di disperazione e rassegnazione, suggerisca un deluso e frustrato silenzio hanno scritto in diversi con lucidità. Quello che vediamo in questi giorni è – piccola, tra le altre mille cose – anche una robusta lezione sul fatto che ci siano cose che non hanno soluzione realistica soddisfacente, e che la “riduzione del danno” sia in quei casi l’unico approccio sensato e proficuo, a chi interessa un bene più comune possibile e non soltanto il prevalere di una “parte” che ha deciso essere la sua (persino il conflitto israelo-palestinese è diventato soprattutto occasione di individuali capricci egotici e partigianerie vanesie).
Ma dette queste cose, e anzi proprio per non aggiungere inganni ed equivoci a questo quadro già complicato, l’aggressione di Israele di questi giorni va chiamata col suo nome: un’aggressione di violenza ingiustificabile, e che si è distanziata definitivamente da qualunque alibi di legittima difesa potesse essere accampato da un paese che vive in perenne stato di assedio e minaccia. Non si può continuamente mescolare tutto e rendere accettabile tutto spostando ogni volta il discorso sulla distruzione di Israele progettata dai paesi suoi vicini, sull’antisemitismo a Parigi o Roma, sull’unica democrazia mediorientale che deve essere protetta, e su secolari e meritati sensi di colpa dell’Occidente. O sul fatto che i bambini che Israele uccide ogni giorno sono spesso figli di persone che infliggerebbero la stessa violenza ai bambini israeliani. I quali hanno invece dei genitori che si dicono abitanti di un paese democratico governato da forze civili, e non da terroristi: peculiarità che dovrebbe dimostrarsi ogni giorno nei fatti, e non essere dimenticata per dire “Hamas fa lo stesso”. Non esiste nessuna altra unicità della condizione di Israele – e ce ne sono, indubbiamente – che possa giustificare un’indulgenza su quello che Israele sta facendo a Gaza, che ha superato il limite: “un vero massacro”, scrive Gideon Levy sul quotidiano israeliano Haaretz, una strage di innocenti.

Luca

Immagine | Time.com (Oliver Weiken—EPA)