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Più forte della paura della morte è la voglia di vincere

Esce fra due giorni Rush, il film che racconta la storia di James Hunt e di Niki Lauda. Bello, simpatico e sregolato il primo, brutto, antipatico e freddo il secondo.
Una delle rivalità più belle e letterarie della storia dell’automobilismo.
Il film si svolge durante la stagione del 1976 con Lauda campione del mondo in carica che per poco non muore carbonizzato dentro la sua Ferrari e rientra soltanto 42 giorni dopo l’incidente, con il viso sfigurato, e combatte fino all’ultima epica gara contro Hunt per tentare di confermarsi campione.

Il regista è Ron Howard e il film, per chi ama la Formula 1, credo sia un qualcosa di imperdibile.

Luca

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sport

Didier e Gilles

Fra pochi giorni saranno 30 anni dalla morte di Villeneuve.
Ieri erano 30 anni dall’ultimo Gran Premio corso dal pilota canadese, nel quale si consumò un dramma umano e sportivo che vale la pena raccontare.
L’ha fatto Tommaso Pellizzari sul Corriere.
Era il GP di Imola del 25 Aprile 1982 e Villeneuve perse la gara a causa di un sorpasso all’ultimo giro del suo compagno di squadra, Didier Pironi.

Tra i due, molto amici, si ruppe qualcosa.
Gilles non gli perdonò quel sorpasso. Per lui il segnale dei box della Ferrari era stato come un ordine di mantenere le attuali posizioni, mentre Pironi l’aveva interpretato in tutt’altro modo.

Fatto sta che i due non avranno tempo di riconciliarsi.
Due settimane dopo Villeneuve morirà durante le prove del GP del Belgio, durante un terzo giro veloce fatto con le gomme finite proprio dopo aver saputo di essere stato superato in griglia da Pironi.

Tre mesi dopo un destino appena migliore toccherà a Pironi, con un incidente spaventoso nel quale si maciullerà entrambe le gambe.
Serviranno 30 operazioni per rimetterlo in sesto.

Ma le storie a volte devono essere tragiche fino in fondo e, alcuni anni dopo Pironi morì in un incidente nautico.

La moglie di Pironi era incinta di due gemelli.
Li ha chiamati Didier e Gilles.

Luca

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Senna

senna

All’ultimo Sundance Film Festival è stato premiato “Senna“, un documentario diretto dal regista indiano Asif Kapadia.
Chi l’ha visto, ed è una fonte autorevole, dice che sia molto bello.

C’è una Formula 1 prima ed una Formula 1 dopo Senna.
Quella che è venuta dopo non ha più avuto niente a che vedere con quella di prima.

Senna, nella sua insopportabile smania di vincere, era una gran bella persona, oltre che un pilota straordinario.
Anche io, adolescente ferrarista, che un po’ lo detestavo e molto lo ammiravo, non ero sfuggito al suo fascino.
E non perdonai mai più a Schumacher il suo balletto sul podio nel gran premio in cui vide Senna, che lo precedeva, andare a sbattere contro il muro e morire.
E’ successo altre volte con altri drammi e con altri personaggi, ma in quel caso era Senna e fu diverso.

Il documentario è stato proiettato soltanto in sei sale in Italia, quindi non resterà che vederlo in DVD.
In Italia verrà venduto da Aprile, ma lo si può già prenotare su Amazon.

Luca

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Sempre pensato che fosse una fetecchia

Michael Schumacher, dopo aver giurato eterna fedeltà alla Ferrari e resosi conto di non riuscire a stare lontano dalle corse, torna in Formula 1 con il nuovo team della Mercedes (la ex Brawn GP).

Diventerà, non soltanto il pilota del team, ma soprattutto il testimonial della Mercedes.
Prenderà 7 milioni di euro all’anno (quando correva in Ferrari ne prendeva un centinaio).
E’ l’ennesima dimostrazione di quanto Schumacher sia un uomo totalmente privo di sensibilità.

Però che spettacolo sarà poter ritornare ad imprecare contro Schumacher ed allo stesso tempo a tifare Ferrari .

Luca

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sport

E adesso, portate Alonso in Ferrari

Il Gran Premio di ieri è stato il degno finale di una stagione avvincente.
Hamilton ha vinto un mondiale che ha rischiato di perdere per il secondo anno consecutivo, nonostante i regali fatti dalla Ferrari.
Sulla presunta bravura del pilota inglese ci sarebbe molto da dire, ma ha vinto lui e va bene così.

La stagione di F1 appena conclusa ha secondo me evidenziato che in attività c’è un unico grande pilota: Fernando Alonso.

Gli altri, Hamilton compreso, sono bravi o bravissimi, ma non hanno la stoffa del piloto spagnolo, capace di far fare cose ottime ad una Renault ormai quasi cadavere.

Non si capisce perché il Alonso venga snobbato dalla Ferrari e soprattutto perché abbiano deciso di confermare Raikkonen che ha dimostrato tutti i suoi limiti e che non riuscirà mai più a vincere un mondiale, regalatogli l’anno scorso da Hamilton.

Insomma, Massa va confermato, ma la prima guida della Ferrari dovrebbe essere Alonso.
Raikkonen, che ormai lo abbiamo pagato, giriamolo in prestito a qualcuno.

Non è tollerabile continuare a vedere Alonso sacrificato in macchine non competitive.

Luca