Non ci voleva un gran genio per predire cosa sarebbe successo.
Le modifiche alla Riforma Fornero le pagheranno i precari.
Si è ridato qualcosa a chi ha il posto fisso e si è dato meno di quanto promesso ai precari.
Lo raccontano Francesco Costa ed Il Post.
La prima delle compensazioni accordate per far fronte di questa modifica, però, è la riduzione delle possibili mensilità di indennizzo: non saranno più tra 15 e 27 bensì tra 12 e 24. Ci sono altre contropartite, che si concentrano soprattutto sulla riduzione delle tutele per i precari previste dalla prima stesura della riforma. Aumenta il numero di apprendisti che un datore di lavoro può assumere. Nei primi tre anni di applicazione della riforma, la percentuale di apprendisti da stabilizzare obbligatoriamente scende dal 50 al 30 per cento. Le norme contro l’assunzione delle finte partite IVA saranno operative un anno dopo l’entrata in vigore della legge. Il primo contratto termine tra un’impresa e un lavoratore, se di durata non superiore a sei mesi, potrà essere sciolto anche senza indicare il motivo del licenziamento.
Di fatto non cambia quasi niente.
Un po’ di soldi in meno a chi viene licenziato per motivi economici e non ha diritto al reintegro.
Molte cose in meno ai precari.
Ma dei precari non importa niente a nessuno.
Inutile stare a rimarcarlo ogni volta.
Firmeranno tutti, CGIL compresa, una riforma che per definirla storica Mario Monti deve aver bevuto un bel po’ prima della conferenza stampa.
Luca