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Da che parte sta Di Pietro

Poi alleiamoci con chi volete, pure con il demonio, ma Di Pietro è veramente un uomo con una visione alterata della politica. Direi pure della giustizia.

Non è tempo di rimpalli ma di un’assunzione di responsabilità da parte di tutte le forze politiche per creare una legislazione speciale e specifica che introduca specifiche figure di reato, aggravamento dei reati e delle pene oggi previste, allargamento del fermo e dell’arresto, riti direttissimi che permettano in pochi giorni di arrivare a sentenza di primo grado.

Ecco, Di Pietro, dopo i fatti di Roma, addirittura invoca una nuova legge Reale.

Dalla sua entrata in vigore, la legge Reale è stata spesso al centro di critiche e polemiche per l’aumento notevole dei poteri per le forze di polizia. Nel 1990 fu pubblicata una ricerca sui casi di uccisione e ferimenti riconducibili all’introduzione della legge, a cura di Luca Rossi. Dal giugno del 1975 a metà 1989 furono uccise 254 persone e 371 rimasero ferite, nel 90 per cento dei casi le vittime non possedevano nemmeno un’arma da fuoco al momento del confronto con le forze dell’ordine.

A questo punto, pure Casini è di sinistra.

Luca

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Appoggio la mozione Costa

Francesco Costa chiede all’opposizione di darsi una mossa:

Riconosciute in modo praticamente inoppugnabile sia l’inettitudine di questo governo sia la mancanza di un’alternativa pronta e definita, a me piacerebbe che l’opposizione tentasse di accelerare la fine della legislatura, vista l’aria che tira, invece che attendere il suo arrivo. Mi piacerebbe che Pier Luigi Bersani, in quanto segretario del partito-di-governo-momentaneamente-all-opposizione, cominciasse subito un giro di consultazioni con i principali leader dell’opposizione, da Di Pietro a Vendola, da Fini a Casini. Mi piacerebbe che nel giro di 48-72 ore annunciasse quali sono i partiti pronti a far parte di una coalizione pronta a governare il Paese, indicando alcuni obiettivi minimi di programma e la sede per approfondire i dettagli. Mi piacerebbe che indicasse contestualmente la data delle elezioni primarie per scegliere il candidato premier di quella coalizione. Mi piacerebbe che il tutto venisse annunciato subito, prima di venerdì, ché d’altra parte ci giriamo attorno – immobili – da mesi ed è in corso un’emergenza. L’incapacità del governo fa spavento, ma quelli che cincischiano non saranno ben ricordati dalla Storia. A un certo punto bisogna muoversi e dire che si è pronti: e se non si è pronti, fare in modo di diventarlo il prima possibile. Dare un segnale politico, come si dice in questi casi. Fare accadere le cose, invece che aspettare che accadano. Provarci, quanto meno.

Facciamo qualsiasi cosa, ma non aspettiamo il 2013 a salvare questo paese.

Luca

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Fossero questi i problemi

Leggo in giro di militanti del PD sdegnati per non aver votato la proposta di Di Pietro per l’abolizione delle province.

Un’altra occasione persa, dicono.

Indubbiamente.

Diciamo però che nella lunga lista delle occasioni perse dal PD, questa dell’abolizione delle province non mi pare proprio la più scandalosa.
Non è che abolendo le province si risolverebbero i problemi dell’Italia.

Luca

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Prima dell’abbiamo vinto tutti

Francesco Costa ha fatto la sua consueta analisi del voto prima del voto.
È importantissima Milano, è vero, perché se la Moratti non vince potrebbe partire la resa dei conti nel PDL.
Ma per il PD sono importantissime Bologna e Torino, perché lì ha un suo candidato.
Se Pisapia vincesse a Milano, la vittoria sarebbe da spartire con SeL che ha vinto le primarie contro il candidato del PD.

La Lega ha molto da perdere e poco da guadagnare con queste elezioni.

A Napoli, la vittoria di De Magistris, oltre che un problema per la città, sarebbe un problema per Di Pietro che con il candidato sindaco partenopeo ha in corso una feroce battaglia all’interno del partito.

Per Grillo l’unica vittoria possibile sarebbe quella di impedire la vittoria del centro-sinistra a Bologna e Torino.

Vendola e SeL hanno probabilmente già vinto le elezioni. Se portassero il loro candidato al Comune di Milano sarebbe addirittura un trionfo.
Il terzo polo le elezioni le ha, invece già perse.

Insomma, probabilmente gli effetti delle elezioni si vedranno soprattutto nello spostamento di equilibri interni ai partiti.
La mia previsione è che non ci sarà nessun riflesso importante a livello nazionale.
A meno che Pisapia non vinca anche in un eventuale secondo turno, ma questo mi pare molto molto difficile.

Luca

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C’era una volta il PD

L’emergenza neve forse vi ha distratto da un avvenimento piuttosto importante.
La morte del Partito Democratico.

Perché l’intervista di qualche giorno fa di Bersani a Repubblica sancisce questo: la fine del PD.
Non si può pensare che l’elettorato sia disposto a votare un pastrocchio fatto insieme a Fini e Casini.
Senza considerare il fatto che Fini e Casini difficilmente riusciranno a stare insieme.

Bersani decide di rinunciare all’alleanza con Vendola e Di Pietro per andare con il centro.
Decide poi di rinunciare alle primarie per togliere qualsiasi potere decisionale alla base.

In quest’ottica si posiziona benissimo la candidatura di Fassino a Torino.
Che è come dire che anche Torino ce la siamo giocata.

Non so veramente che dire.
E se continuiamo così rischio di non saper più nemmeno chi votare.

Io Bersani ce lo voglio vedere in un circolo del PD andare a spiegare ad un vecchietto dell’ANPI che alle prossime elezioni ci presentiamo insieme all’ex-delfino di Almirante.
Ce lo voglio vedere.

Luca