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Il PD non ha perso le elezioni, ma rischia di perdere le prossime

Non condivido niente delle analisi che si leggono in queste ore sulla vittoria netta del PD alle amministrative.
La più grossa maledizione che abbia il PD è proprio quella di dimenticare le disfatte elettorali grazie alle vittorie alle elezioni amministrative successive.

Il PD ha vinto per abbandono del match da parte dell’avversario.
Il PDL e il M5S sono partiti carismatici, basati sulla forza comunicativa dei loro leader; quando si ritrovano a votare il politico locale di turno, molti si tirano indietro.
Anche perché il suddetto politico locale di turno è spesso impresentabile. (#ciaogianni) (leggete Makkox)
Il PD spesso riesce a trovare, anche grazie alle primarie, dei candidati credibili. E vince.

A questo si aggiunge la crisi della Lega al Nord e degli ex partiti cattolici al Sud, che ha ovviamente finito per rinforzare i partiti maggiori.
E poi c’è l’astensionismo, che non possiamo far finta di ignorare.

Quindi il PD ha vinto, ma questo non significa che vincerà le prossime elezioni politiche e soprattutto questa vittoria non può essere interpretata come un plebiscito popolare al governo delle larghe intese.
Io credo che sarebbe sbagliato interpretare la vittoria di ieri come un sostegno al governo Letta e al neo segretario Epifani.
Significherebbe fare soltanto una parte di analisi, quella che ci dà ragione.
In tutto questo, il miglior commento che abbia letto in giro è una citazione di Nietzsche, twittata da Enrico Rossi, Presidente della Regione Toscana. Mi pare significativa.

In questa situazione generale, c’è poi il caso particolare di Siena, che per la prima volta dal dopoguerra ha rischiato di essere amministrata da un sindaco di centro-destra.
Non facciamoci ingannare, la vittoria di Valentini non è la sconfitta del rinnovamento.
Non c’erano proposte politiche veramente nuove in gara alle elezioni di Siena.
Valentini si porta dietro Monaci e Ceccuzzi, finalmente tornati amici dopo aver distrutto la precedente giunta con i loro veti incrociati, mentre Neri si portava dietro Piccini, Cenni, Verdini e tutta la compagnia che tanto bene ha fatto a Siena e alla Toscana tutta.

A Siena la proposta nuova sarebbe stata quella di far aprire gli occhi ai senesi, dicendogli che la perdita del Monte non è una tragedia da evitare, ma è un dato di fatto ormai da dare per scontato. Il candidato sindaco veramente innovatore avrebbe dovuto provare a rilanciare Siena ripartendo dalle sue specificità, che sono artistiche, turistiche, enogastronomiche, ambientali, artigianali. Che sono soprattutto i senesi, con i loro pregi ed i loro difetti.

Il connubio tra la banca e la città è finito. Dobbiamo ripartire da lì.
Inutile piangere sul latte versato.
E’ tempo di rimboccarci le maniche e ripartire dalle poche cose che sappiamo far bene.

Faccio i miei migliori auguri a Valentini, ma con poche speranze.
Diciamo nessuna.

Luca

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Le primarie a Siena (reprise)

David Allegranti alcune settimane fa scrisse un pezzo profetico sulla situazione del PD a Siena.
In quel momento Ceccuzzi era ancora il candidato del PD al Comune di Siena, ma i dubbi sull’opportunità di quella candidatura erano già molti.

Il Pd che oggi parla di «eccesso di localismo» dovrebbe spiegare perché di fronte al dossier senese il partito regionale ha sempre detto: be’ quella è la Repubblica autonoma di Siena, vanno lasciati fare; se di localismo si tratta, i primi ad averlo consentito sono proprio quei dirigenti del Pd che hanno preferito non occuparsene per quieto vivere. E anche quelli che oggi si lamentano, come gli oppositori di Ceccuzzi (gli stessi che lo hanno fatto cadere), perché non hanno partecipato alle primarie contro l’ex sindaco? Perché non hanno sfidato l’ex sindaco a viso aperto? Chissà oggi forse i rapporti di forza sarebbero diversi, ma bisogna anche chiedersi perché il Pd senese non abbia trovato alternative interne alla città.

Allegranti faceva anche una proposta.

forse servono davvero le facce nuove, e allora tutti quelli che si lamentano di Ceccuzzi dovrebbero avviare un dibattito interno al Pd, persino acceso, e chiedere nuove primarie. Magari prima che ci pensi qualcuno da Roma sull’onda lunga del botto di Grillo alle elezioni politiche.

Oggi, con i risultati delle elezioni politiche che hanno visto la sconfitta del PD ed il botto del Movimento 5 Stelle, mi pare evidente che un cambio di rotta, e di facce, sia indispensabile.

Senza illusioni, perché a Siena qualcosa cambia solo quando anche l’ultimo avamposto contro il cambiamento è stato abbattuto.
Se il Movimento 5 Stelle di Siena credesse davvero nella possibilità di una svolta e abbandonasse l’idiozia che tanto “Uno vale uno”, presentando un candidato sindaco veramente forte, allora Siena diventerebbe la nuova Parma.
E ci sarebbe da vederne delle belle.

Ma a Siena, i primi ad aver paura del cambiamento, sono proprio i senesi.
Grillini compresi.
I risultati, comunque accettabili del PD alle politiche, testimoniano che sarà durissima trovare veramente una faccia nuova davvero.

Luca

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Matteo Renzi chiude a Siena la campagna elettorale

Il Comitato senese che sostiene la candidatura di Matteo Renzi non ha niente di nuovo, visto che ci sono alcuni tra gli attuali sindaci della nostra provincia e molti volti poco nuovi della politica senese.

In ogni caso, a Siena Matteo Renzi chiuderà la sua campagna elettorale per le primarie del centro-sinistra.
Lo farà Sabato 24 alle 21 al Palazzetto dello sport.

Dal Corriere Fiorentino dicono:

Renzi ha scelto di chiudere la sua campagna, la sera di sabato 24, a Siena: dal PalaMensSana lancerà l’assalto finale cavalcando la crisi del Monte dei Paschi, simbolo del fallimento di un vecchio modello di gestione tra politica e finanza.

Varrà la pena capire in che modo il PD senese che appoggia Renzi riuscirà a mettere insieme la sua vecchia militanza politica con il nuovo ardore verso la candidatura del sindaco di Firenze.

E bisognerà capire se Renzi rinnoverà il suo endorsement a Ceccuzzi ed in che modo riuscirà a coniugarlo con la critica alla gestione della banca.

In politica tutto è possibile.
Se ci riesco mi intrufolo e faccio un reportage.

Luca

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Ma di quale cambiamento parliamo a Siena?

Lo vado ribadendo da tempo, da prima che venisse eletto.
Ceccuzzi è probabilmente il personaggio politico che ha meno demeritato a Siena.
Oggi ha pronunciato un discorso piuttosto interessante, nel quale ha spiegato la sua posizione sulla crisi politica della sua amministrazione.

La si può pensare come si vuole, ma Ceccuzzi ha provato a mettere gente capace là dove invece il sistema avrebbe voluto mettere le persone che erano in fila per il loro giro sulla poltrona della Banca.

Le nomine di incapaci hanno ucciso l’Università, hanno declassato l’Ospedale, hanno messo in gravissima crisi il Monte dei Paschi.
Ceccuzzi si era tirato fuori da questa logica ed è stato fatto fuori dai fratelli Monaci, dall’ex sindaco Piccini e dall’ex sindaco Cenni.

Ora tutti a dire che finalmente qualcosa è cambiato, che ora Siena si sveglierà e tante altre belle cose.
Magari mi sbaglio ed il prossimo sindaco sarà una persona capacissima e avrà sale in abbondanza da spargere sulle strade durante la prossima nevicata, ma la realtà è che persone che non hanno avuto la poltrona a cui ambivano hanno fatto cadere questa amministrazione.
Mi pare un passo indietro.
Altro che rinnovamento.

Luca

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Report, Siena, il Monte, la massoneria

Ho visto la puntata di domenica scorsa di Report, sul Monte dei Fiaschi.
Non c’era niente che un senese non sapesse o di cui non avesse discusso mille volte nei bar.

Il reportage aveva una malizia di fondo che giocava sul fin troppo facile assunto che le banche sono cattive.
Ed è anche vero, ma uno sguardo un pochino più neutrale non avrebbe guastato.

Sono mancate le voci dei diretti interessati, Mussari, Mancini e Ceccuzzi, per una volontà, tipicamente senese, di lavarsi in panni sporchi in casa.
La scelta è stata ovviamente molto miope, perché così non è stato possibile ascoltare la versione degli amministratori e dei manager.

Di sicuro il servizio di Report ci ha fatto apprezzare una volta di più quanto sia stata stupida l’idea di far controllare il cda di una banca agli amministratori locali, creando di fatto un intreccio perverso di potere che non poteva che non abdicare a chi in queste cose è maestro, ovvero la massoneria.
Che è ben più potente e scaltra di quella macchietta di Stefano Bisi.

Luca