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Si, ma insomma, come la mettiamo con Ceccuzzi?

Certo, la magistratura farà il suo lavoro, tutti noi abbiamo fiducia, i nodi verranno al pettine, il Monte dei Paschi si salverà.
Resta, ovviamente, una gigantesca questione politica che coinvolge chi ha governato Siena, ma anche chi è restato a guardare senza mai fare un’opposizione seria.

La madre di tutti i problemi sta nella legge che ha dato in mano le banche alle fondazioni bancarie a nomina politica.
Pensare che amministratori locali possano nominare il management di una banca è come mettere l’uva davanti alla volpe.

Già è difficile trovare manager capaci, pensare che possano essere anche graditi ai partiti è pretendere troppo.

Torniamo quindi a Ceccuzzi.
E’ indiscutibile che il sindaco di Siena abbia provato a rompere alcuni automastismi nelle nomine e che questo suo tentativo gli sia costato la poltrona.
E’ altrettanto vero, però che Ceccuzzi, prima di essere sindaco, è stato parlamentare eletto a Siena e non può considerarsi fuori dal giro di responsabilità che hanno portato alla crisi della città.

Credo sia giusto, per farsi un’idea, leggere la ricostruzione che Ceccuzzi ha pubblicato sul suo sito, nella quale dice sostanzialmente di non aver mai saputo i dettagli delle operazioni compiute dal Monte e che, su questo ha ragione, quando fu comprata Antoveneta non fu certo l’unico a congratularsi con il management, visto che quasi tutti in Italia lo fecero.
Era l’epoca del risiko bancario, delle grandi acquisizioni e ricordo benissimo le critiche di chi aveva paura che il Monte potesse perdere l’occasione per ingrandirsi.

Però, ed è un però di opportunità, Ceccuzzi ha anche un forte legame con Mussari, che lui stesso racconta.

Conosco Mussari da oltre 20 anni, l’ho sempre considerato un grande amico, tanto da fare il testimone al suo matrimonio. Non rinnego la mia amicizia e il mio legame con lui. Sarei un’ipocrita se dicessi che, oggi alla luce di quanto sta emergendo, niente è cambiato. Se fossero confermate le accuse che gli vengono mosse oltre a tradire un’intera comunità avrebbe tradito anche quelle persone che hanno creduto in lui e gli hanno voluto bene.

Che l’amicizia con Mussari si rompa o meno, è evidente che candidare Ceccuzzi sia stata una mossa inopportuna.
Significa aver scelto di giocarsi tutta la campagna elettorale sul Monte dei Paschi con un candidato che, per i suoi legami con i manager della banca, non abbiamo idea se e come verrà coinvolto nell’inchiesta.
Viene da pensare che il PD davvero non sapesse dei traffici di Mussari e Vigni, se hanno deciso di rimettere in campo Ceccuzzi.
Che siano stati sprovveduti o poco coraggiosi, poco conta.
Ci voleva una candidatura di rottura, che rompesse con il passato, e così non è stato.
Lo sappiamo, rompere con il passato è, fra tutte, la cosa che riesce peggio ai senesi.

E quindi, un cittadino attento al futuro della sua città, come dovrebbe votare alle prossime elezioni di Maggio?
Dovrebbe votare Ceccuzzi.
Poi vi spiegherò anche perché.
Ora, si è fatto tardi.

Prego, lanciatemi le uova.

Luca

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MPS caso unico o prassi del sistema bancario italiano?

Gad Lerner mi sembra faccia un’ottima analisi del caso MPS.

Metti insieme interessi municipali, faide di corrente e di partito (Pci-Pds-Ds-Pd con addentellati Margherita), e poi le litigiose massonerie toscane, le incursioni da Roma di notabili e ministri. Condisci il tutto col provincialismo italiota di avvocati e ragionieri convinti di poter manovrare la finanza speculativa dei derivati per “abbellire” i bilanci e indebitarsi all’infinito, pur di espandere il proprio potere. Ne viene fuorui il quadro di un sistema intrecciato tra banca e politica, nel quale la Fondazione ha svolto a lungo una funzione perversa mentre la città di Siena contava di mungere in eterno le mammelle del suo antico banco.
Inutile fare demagogia sul governo che stanzia 3,9 miliardi per evitare il fallimento della terza banca del paese: pensate forse che compagini di segno diverso avrebbero potuto fare diversamente? Semmai va posta con la dovuta severità la questione di una vigilanza fallimentare. Oggi la credibilità dell’intera categoria dei banchieri precipita in Italia. E’ lecito chiedersi se coloro che stimavano Giuseppe Mussari fino a eleggerlo a loro presidente, non ne abbiano condiviso i comportamenti anche in altri istituti di credito. Fa piacere sapere che i nuovi amministratori del Monte dei Paschi di Siena stanno collaborando alle indagini, dopo aver scoperto che i conti erano truccati e i bilanci “abbelliti”. Ma si disse così anche ai tempi della Parmalat. In troppi cascano dal pero sostenendo che una tale disonestà era imprevedibile. E se invece fosse la prassi?

Luca

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Caro Segretario, qualche risposta su MPS dovrai darcela prima o poi

Bersani ha risposto così a chi gli chiedeva se ci fossero responsabilità del PD nella mala gestione del Monte dei Paschi:

Nessuna responsabilità del Pd, per l’amor di Dio… il Pd fa il Pd e le banche fanno le banche.

Questa è ovviamente una bugia, perché le nomine della Fondazione e quindi della Banca sono fatte dagli enti locali senesi che sono da sempre in mano al centro-sinistra.

Capiamo tutto. Siamo in campagna elettorale, non è forse il momento giusto per fare chiarezza.
Ma prima o poi il PD dovrà prendere atto delle proprie azioni ed iniziare a fare mea culpa.

Il non essere riusciti a presentare un volto nuovo come candidato sindaco è indicativo di come i dirigenti nazionali abbiano deciso di abbandonare MPS e Siena al loro destino.
Ciò non toglie nulla alle responsabilità dei politici locali e dei dirigenti della banca, ma nessuno, tra i dirigenti nazionali del PD, si può sentire esente da colpe.

Consideriamo la dichiarazione di Bersani, come un auspicio per il futuro.
Il PD farà il PD e le banche faranno le banche.

Di sicuro, a Siena è tutto finito.

Luca

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A proposito di impresentabili. Giuseppe Mussari

Gad Lerner nel suo blog si fa una domanda, che a Siena se la stanno facendo in molti.
Com’è possibile che Giuseppe Mussari possa continuare ad essere il presidente dell’ABI?

Cosa aspetta l’Abi, cioè l’Associazione bancaria italiana, a rimuovere dalla sua presidenza Giuseppe Mussari? “Il Fatto” di stamane riferisce dei conti truccati al Monte dei Paschi di Siena nel 2009, sotto la sua gestione, per coprire d’intesa con la banca giapponese Nomura una perdita di 220 milioni. Pochi giorni fa si era saputo di un derivato farlocco (Santorini) venuto alla luce anni dopo. Senza contare l’inchiesta sul maxi-pagamento di Antonveneta per cui si parla di aggiotaggio e ostacolo agli organismi di vigilanza. E ancora le indagini senesi su bilanci a dir poco opachi che stanno costando al Mps una nazionalizzazione di fatto, a carico dei contribuenti.
Ce n’è abbastanza per chiederci come possano i banchieri italiani aver nominato loro presidente questo signor Mussari, e quale possa essere oggi la reputazione dell’organismo in cui sono associati. In fatto di impresentabili, i banchieri non hanno nulla da invidiare ai politici.

Certamente la massoneria non c’entra niente, visto che Mussari sostenne, in una celebre intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo, che a Siena non contava niente.

Luca

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Le primarie dei parlamentari del PD a Siena. L’ennesima occasione persa

Non andrò a votare alle Primarie del PD per la scelta dei Parlamentari.
Un po’ perché sarò fuori città, ma soprattutto perché Siena, come al solito, si conferma reticente a recepire cambiamenti e visioni nuove sul futuro.
Il PD di Siena candida quattro persone che, niente di personale, non hanno niente di nuovo da dire, sono l’ennesima cooptazione di partito.

Vi faccio una brevissima scheda biografica, segnalandovi i loro siti e i loro account sui social.

Susanna Cenni: consigliere comunale a Poggibonsi dal 1985 al 1990. Dal 1997 al 2000, primo presidente dell’ATO 6 dell’Ombrone per la gestione delle risorse idriche.Dal 2000 al 2005 assessore regionale al turismo, commercio, fiere nel primo governo di Claudio Martini. Dal 2005 assessore regionale all’agricoltura, foreste, caccia, pesca e quello alle pari opportunità uomo-donna. Nel 2008 è stata eletta alla camera dei deputati, lasciando quindi l’incarico di assessore regionale. Ha un account Twitter e Facebook, ma usati poco.

Luigi Dallai: ricercatore presso il CNR di Pisa, a naso direi parente (figlio?) dell’ex Preside della Facoltà di Scienze di Siena, è stato giovanissimo consigliere comunale con il PDS, oggi è renziano. Ha una pagina Facebook, ancora niente twitter.

Alessandro Starnini: è stato consigliere comunale a Rapolano, poi Presidente della Provincia di Siena; membro del consiglio di amministrazione della Cassa depositi e prestiti, del consiglio di amministrazione dell’Università di Siena, della Conferenza Stato-Città-Regioni e della presidenza dell’UPI (Unione Province Italiane). E’ membro della direzione regionale del PD. Dopo un paio di mandati come consigliere regionale in Toscana, è attualmente dirigente della CNA. Non ha un sito, né un account Twitter o Facebook.

Paolo Rappuoli: presidente dell’assemblea toscana del PD. Ha un account twitter e una pagina facebook creati ad hoc per questa campagna elettorale.

Di questi quattro, sicuramente sarà scelta Susanna Cenni, visto che è l’unica donna ed il regolamento delle primarie prevede che dei due voti disponibili, uno debba essere dato comunque ad una donna, quindi diciamo che potevano pure evitare di farla passare dalle primarie.
Starnini è l’esempio perfetto dell’uomo di partito che, dopo aver ricoperto qualunque incarico politico, viene mandato in parlamento.

Dallai e Rappuoli sono a me sconosciuti. Renziano il primo, bersaniano il secondo, ma sostanzialmente due uomini di partito sconosciuti al grande pubblico.

Se pure andassi a votare, voterei obbligatoriamente per la Cenni e poi, escludendo Starnini che è invotabile, dovrei scegliere tra due onesti quadri di partito dei quali non so niente.

Era l’occasione per coinvolgere persone della cosiddetta società civile o comunque persone che potessero essere rappresentative per il loro valore, più che per la loro militanza. Ovviamente, il cambiamento, se e quando mai arriverà, a Siena arriverà poi.

Sul capitolo delle primarie per la scelta del candidato sindaco al Comune di Siena, qui il discorso è più complicato, si finisce nella commedia. Il buon David Allegranti qualche giorno fa ha provato a spiegare lo stato delle cose.
Ne riparleremo con calma.

Luca