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Il pallonetto perfetto non si può parare

Le grandi gesta di Buffon ieri sera nella finalina della Confederations Cup, mi hanno fatto ricordare un articolo che ho letto qualche giorno fa su Rivista Studio.
Nell’articolo, che è poi il Capitolo 1 del libro Doppio passo. Storie allo specchio di nove coppie del pallone di Beppe Di Corrado, veniva raccontata la storia di Rinat Dasaev, che è stato uno dei più forti portieri del mondo, ma che verrà soprattutto ricordato per essere stato superato dal pallonetto perfetto di Marco Van Basten nella finale degli europei del 1988.

Dasaev fu l’ultimo portiere dell’URSS, prima del disfacimento.
Nel 1988 si trasferì, dopo estenuanti trattative con il regime sovietico, nella Liga, con il Siviglia.

…la Perestrojka che l’aveva lasciato emigrare in Spagna alla fine è stata la sua condanna. A Siviglia, per difendere la porta della squadra andalusa, arrivò il 21 novembre 1988, quasi un anno dopo la trasferta milanese che annunciava l’apertura delle frontiere ai calciatori russi. Arrivò dopo una trattativa cominciata a settembre del 1987 e chiusa il 15 ottobre ’88, tra gli emissari del club spagnolo e i funzionari del ministero dello Sport sovietico. Contratto per due anni con 22 clausole, 180 milioni di pesetas – poco più di due miliardi di lire – al regime di Mosca. A lui andavano 150 mila pesetas al mese, un milione e settecentomila lire: le briciole consentite dalle regole del professionismo a metà voluto dal Cremlino.

Da quel momento per Dasaev iniziò un vero e proprio calvario.

…moglie e figlia lo raggiunsero due settimane dopo, per tornare però presto a Mosca. Un milione e settecentomila lire non bastavano. Il giorno della partita con il Real è stato l’unico felice in Spagna. Per il resto due anni d’inferno, senza punti di riferimento, senza poter tornare in una patria che si stava spezzando. Un’altra stagione a Siviglia, da solo. Un incidente in auto, l’infortunio alla mano. Alla fine del contratto Dasaev rifiutò il trasferimento al San Gallo, in Svizzera. I dirigenti del Siviglia avevano scoperto che l’incidente non fu un caso. Rinat beveva. Volevano sbarazzarsene. Un altro schianto: il ricovero in rianimazione, la vita in salvo per caso.
Era il 1991. Tornò in una casa che non c’era più: il colpo di Stato, Boris Eltsin, Gorbaciov epurato. A Mosca c’era ancora quella casa di due locali: vuota, perché Nela ed Elmira erano andate via. Altro alcol. La solitudine. La depressione. Per dieci anni Rinat Dasaev, il monumento, il guardiano della Perestrojka, ha fatto la vita del vagabondo. L’ha raccolto nel 2002 un vecchio amico dei tempi dello Spartak Mosca. L’ha riportato nel calcio. Nel 2003 Rinat è stato in porta in una selezione di vecchie glorie che giocava contro la squadra dell’associazione ebrei russi. Ha giocato un tempo, poi un malore gli ha fatto abbandonare il campo. Si è rimesso in piedi, gli hanno dato un pallone tra le mani per insegnare ai ragazzi delle giovanili del Cska come si sta tra i pali. Poi l’anno scorso un altro amico dello Spartak l’ha preso con sé: Georgy Yartsev, diventato commissario tecnico della Russia, l’ha nominato nello staff dei suoi collaboratori per l’Europeo 2004, in Portogallo. Allenatore dei portieri. Oggi Dasaev insegna a Igor Akinfeev che il pallonetto perfetto non si può parare.

In seguito Dasaev rifiutò di fare l’allenatore dei portieri per la nazionale, ed attualmente svolge lo stesso incarico al Torpedo Mosca.

E comunque, il pallonetto perfetto non si può parare.

Luca

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diritti umani

Perché ignoriamo la Siria?

http://www.youtube.com/watch?v=H-yZUsI3a1c

Amnesty International ha presentato un rapporto sulla crisi siriana.
Donatella Rovera è stata in Siria ed ha documentato le violenze perpetuate dal regime e dalle squadracce di miliziani fedeli al regime contro cittadini inermi, donne e bambini compresi.

La domanda che i siriani si fanno e che si fanno anche molti di noi è perché la comunità internazionale non stia facendo niente.

Ovunque sia andata, ho incontrato persone stravolte che chiedevano perché il mondo stesse a guardare e non facesse nulla. Questa mancanza d’azione da parte della comunità internazionale non fa che incoraggiare ulteriori violazioni. Poiché la situazione continua a peggiorare e il computo delle vittime civili sale di giorno in giorno, la comunità internazionale deve agire per porre fine alla spirale di violenza.

I responsabili maggiori di questo stato di cose sono la Russia e la Cina, che riforniscono di armi il regime e che bloccano ogni iniziativa dell’ONU.
Auguriamoci che si possano trovare strade alternative a quelle dei caccia bombardieri.
Perché qualcosa va pur fatto per questa gente

Luca

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cronaca politica

Il nucleare è molto cattivo. Non che il gas sia buono

Stavo sonnecchiando nel bus ascoltando Radio 24, ma devo dire che una notizia mi ha fatto sobbalzare.
Stavano intervistando Scaroni, AD dell’Enel.

Siamo in emergenza e abbiamo reagito all’emergenza aumentando le importazioni di gas dall’Algeria e dal nord Europa attraverso la Svizzera. Quindi non abbiamo problemi fino a mercoledì.

Mercoledì, va beh, ci sono ancora due giorni, ci penseremo.

Attendiamo un’altra ondata di freddo in Russia e non sappiamo che comportamento avrà Gazprom giovedì e venerdì. Ci stiamo preparando a momenti ancora difficili. Per questa ragione c’è la riunione domani al ministero dello Sviluppo, per prepararci a un’ulteriore emergenza. Nella peggiore delle ipotesi dovremo intervenire sugli interrompibili.

Potremmo dire che la nostra politica energetica pare avere alcune lacune.
Lievi, del tipo che fra due giorni forse iniziano a razionare l’energia elettrica.

Luca

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diritti umani informazione

A proposito di libertà di stampa

Poi capite perché certe iniziative per la libertà di stampa in Italia a me paiono eccessive.
Ieri è stata rapita ed uccisa Natalia Estimirova.

Secondo testimoni oculari, la donna è stata spinta con la forza in un’auto questa mattina mentre usciva di casa. Era una delle esponenti più conosciute del Memorial nel Caucaso russo. Recentemente aveva denunciato un’esecuzione arbitraria in Cecenia, atto che aveva messo in allarme le locali autorità filo-russe. Era molto vicina alla giornalista Anna Politkovskaia, assassinata nel 2006 a Mosca e una delle poche ad aver denunciato apertamente nei suoi reportage le violazioni dei diritti umani commesse in Cecenia a partire dal conflitto tra indipendentisti ed esercito russo all’indomani della caduta dell’Unione Sovietica.

Nel 2007 il Front Line Club di Londra le aveva assegnato la prima edizione del premio Anna Politkovskaia, istituito per insignire donne che si distinguono nella difesa dei diritti umani nelle zone di guerra, con il patrocinio di molti premi Nobel per la pace. Nel 2006 l’ong Memorial aveva ottenuto il premio per i diritti dell’uomo della Repubblica francese, come ha ricordato il ministro degli Esteri di Sarkozy Bernard Kouchner, esprimendo il suo “orrore” per l’omicidio.

Memorial, l’ONG della quale Natalia faceva parte, accusa direttamente il primo ministro ceceno Ramzan Kadyrov:

“So, ne sono sicuro, chi è il colpevople dell’omicidio di Natalia… Si chiama Ramzan Kadyrov”, ha detto in una nota pubblicata ieri sul sito di Memorial www.memo.ru late.
“Ramzan aveva già minacciato Natalia, l’aveva insultata, la considerava un nemico personale”.

Luca

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diritti umani

Putin è sempre lui

Intanto, nel silenzio quasi totale dei nostri giornali, Putin ha fatto mettere a tacere altre due menti scomode.

Cito dal comunicato stampa di Amnesty International:

Amnesty International ha espresso forte condanna per il duplice omicidio,
avvenuto ieri a Mosca, dell’avvocato e difensore dei diritti umani
Stanislav Markelov e della giornalista della Novaya Gazeta Anastasia
Baburova.
[…]
Markelov, un appassionato difensore dei diritti umani, era l’avvocato
della famiglia di Kheda Kungaeva, una ragazza cecena rapita, stuprata e
strangolata a morte nel marzo 2000. Il colonnello Yuri Budanov, condannato
per quell’omicidio, e’ stato rilasciato il 15 gennaio di quest’anno, in
anticipo rispetto alla fine della pena.
[…]

Sul Corriere si legge:

Ieri è stata la volta di Anastasia Barburova, 25 anni, considerata l’erede della Politkovskaya, uccisa mentre tentava di inseguire il killer dell’avvocato Stanislav Markelov, difensore dei ceceni finiti nella morsa rabbiosa e implacabile delle milizie filorusse

Luca