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diritti umani politica

E se Di Pietro fosse veramente un ignorante?

Voglio ripeterlo, per non essere accusato di essere un voltagabbana.
Ho, in passato, votato per Di Pietro.
L’ho fatto.
Non lo farò più.

Uno dei motivi lo potete capire leggendo il post perfetto scritto da Matteo Bordone.
Se avete voglia, leggete tutto il post.

In estrema sintesi, quello che Bordone dice è che avvicinare una persona accusata di aver torturato ed ucciso 30.000 oppositori ad un’altra persona che ha votato qualcuno nella Commissione di Vigilanza della RAI è non soltanto ridicolo, ma offensivo.

Provate ad immaginare una persona a voi cara che viene gettata, viva, da un aereo.
Ora provate a paragonare chi ha deciso di gettarla da quell’aereo con Berlusconi.

Adesso incazzatevi con Di Pietro.
Perché si può dire quello che si vuole, ma bisognerebbe cercare di avere le giuste misure.

Ecco l’incipit di Bordone.

Ormai da Santoro c’è fisso Di Pietro. Di Pietro alza l’asticella. Di Pietro dice che quello deve finire in galera. Di Pietro ripete che è ora di finirla. Di Pietro ribadisce quella condizione di allarme rosso che rende il programma di Santoro più acceso di qualunque programma simile. È vero quello che dice? Certo. Magari non tutti devono finire in galera, ma i presupposti non sono inventati. Il problema è che Di Pietro non fa una mazza, se non far sentire integerrimi quelli che condividono la sua indignazione. Di Pietro rappresenta pochi italiani in valore assoluto, ha stretto alleanze storte e poco efficaci (meno si allea e più è paladino del bene contro l’ingiustizia) eppure va molto in televisione perché in televisione, soprattutto in certi programmi, funziona. Poi però dice che Berlusconi è come Videla per una questione relativa alla Commissione di Vigilanza RAI. E allora uno si incazza.

Lo so che viene voglia di votare Di Pietro.
Non ne vale assolutamente la pena.
Ve ne pentirete, credetemi.

Luca

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politica religione vivere

La vendetta dei figli

Quando il partito di ex-maggioranza negli USA decide di candidare una fanatica integralista come vice-presidente, non puoi stupirti più di tanto.
Sono americani, repubblicani per giunta. Che ti vuoi aspettare?

Ti stupisci, invece che esistano persone antiabortiste e favorevoli alla pena di morte, o religiose e favorevoli alla diffusione delle armi leggere tra la popolazione.
E Sarah Palin è tutte queste cose insieme.

Ma sono ancora americani e si sa che non hanno mezze misure.

Quando poi vedi il video di un padre che insegna alla sua bambina a smontare e rimontare una mitragliatrice è ormai tardi per stupirsi.
Il danno è fatto.

Non ti resta che sperare che la bambina faccia come la figlia della Palin.
Che trovi, cioè, un modo per vendicarsi.
La figlia della Palin ha trovato una vendetta semplice e piacevole, lei escogiterà sicuramente qualcosa.
I ragazzi hanno molta più fantasia dei loro, malati, genitori.

Luca

Via | Matteo Bordone

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diritti umani sport

Olimpiadi cinesi

A mio modesto avviso, alla luce delle recenti repressioni contro i tibetani, ci sono ancora più motivi per cui le olimpiadi cinesi è bene che si svolgano e che vedano tutti i paesi iscritti, nessuno escluso.

Pechino 2008 sarà una vetrina importante che potrà essere usata per far luce sulle violazioni dei diritti umani perpetrati dal regime cinese.
Boicottarle non servirebbe a niente.

Soltanto la visibilità internazionale può costringere la Cina ad iniziare a prendere in considerazione i diritti umani.

Gli atleti potranno tornare a farsi portavoce di chi non ha mai la possibilità di parlare.
Ha ragione Matteo Bordone:

Non è che si possa fare molto, salvo al limite dire delle cose sui podi, farne altre in genere durante le olimpiadi, rovinare la festicciola a un regime che vuole tutto: il pane e le rose, lo sviluppo e i campi di concentramento. La speranza è che tra gli sportivi ci sia chi se ne fotta degli accordi e faccia le cose per cui erano famose le olimpiadi negli anni della guerra fredda. Pugni alzati, proteste, squadre che non si presentano.

Ecco, magari anche non presentarsi alle gare, ma essere lì per denunciare.

Luca

Pechino 2008, la campagna di Amnesty International

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cronaca diario

La mia crisi personale con i quotidiani

Stamattina leggo il post di Matteo Bordone e mi accorgo di condividere molte delle sue richieste al direttore di Repubblica.

L’ANTEFATTO
Sono almeno 10 anni che compro tutti i giorni un quotidiano.
Ho iniziato con il Corriere.
Infastidito da alcuni suoi editorialisti (Sergio Romano, Angelo Panebianco ed Ernesto Galli Della Loggia) e spazientito dalla sua visione del mondo così moderata, decisi che era giunto il momento di diventare un lettore di Repubblica.
Apprezzavo i suoi editoriali, il suo giornalismo di inchiesta, lo scarsissimo peso dato alla cronaca e, devo essere sincero, il suo spiccato antiberlusconismo.

IL FATTO
Negli ultimi 2-3 anni Repubblica ha avuto un crollo verticale.
La cronaca (nera) sempre più presente e la politica del battibecco a farla da padrona.
Sempre meno spazio alla politica estera.
Lo spazio dedicato alla tecnologia ed al web curata in modo a dir poco dilettantistico.

LA CONCLUSIONE
E’ successo così che sono alcuni mesi che non acquisto più quotidiani.
Il motivo è anche legato al poco tempo che ho per leggere, ma la causa principale è che non riesco a trovarne uno che mi piaccia.

ED ORA?
Se Ezio Mauro riuscisse a soddisfare le richieste di Bordone, saremmo già ad un buon punto.
Purtroppo temo il direttore non abbia tutto questo potere e che la crisi di Repubblica sia irreversibile.
Ed io che faccio?
Torno al Corriere?
No, non ce la faccio…

Luca

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diario musica

Sanremo e l'Italia che resiste

Ogni anno mi ripropongo di non guardare Sanremo, ma non ce la faccio.
E’ più forte di me.
Quest’anno ero stato invitato al boicottaggio da parte di un amico, al quale avevo promesso il mio sostegno. Il boicottaggio era la risposta alla indegna deroga inserita nella finanziaria per permettere alla RAI di pagare Baudo e la Hunziker.

Ci ho provato, ma il pollice finiva sempre li, sul numero 1 del telecomando.

Come ogni anno, Sanremo mi ha fatto schifo.
Sarà perché non ho sentito molte delle canzoni in gara.
O semplicemente perché raramente sono presenti canzoni che mi piacciano.
Ma non mi è piaciuto niente.
Non è il mio genere di musica.

La vittoria di Cristicchi, forse il meno peggio, è il solito tentativo retorico di far vincere la canzone impegnata. Tanto per far vedere che a Sanremo sono attenti alla qualità.

Il secondo posto di Albano (primo nel televoto) è invece la vittoria dell’Italia di Amici-Buona Domenica-Michele Cucuzza-C’è posta per te ed altre amenità. E’ la vittoria dell’Italia che si accontenta. Che ripiega sul passato remoto, piuttosto che cercare di guardare avanti.

Oltre Albano c’è l’Italia di chi magari non riesce a non guardare Sanremo, ma che prova a resistere agli attacchi del Maria De Filippi Pensiero.
E’ dura, ma ce la possiamo fare.

C’è tutto un mondo là fuori.
Ma non ditelo a chi ha votato Albano.

Luca

Oggi sono antipatico almeno quanto Matteo Bordone.