Voglio ripeterlo, per non essere accusato di essere un voltagabbana.
Ho, in passato, votato per Di Pietro.
L’ho fatto.
Non lo farò più.
Uno dei motivi lo potete capire leggendo il post perfetto scritto da Matteo Bordone.
Se avete voglia, leggete tutto il post.
In estrema sintesi, quello che Bordone dice è che avvicinare una persona accusata di aver torturato ed ucciso 30.000 oppositori ad un’altra persona che ha votato qualcuno nella Commissione di Vigilanza della RAI è non soltanto ridicolo, ma offensivo.
Provate ad immaginare una persona a voi cara che viene gettata, viva, da un aereo.
Ora provate a paragonare chi ha deciso di gettarla da quell’aereo con Berlusconi.
Adesso incazzatevi con Di Pietro.
Perché si può dire quello che si vuole, ma bisognerebbe cercare di avere le giuste misure.
Ecco l’incipit di Bordone.
Ormai da Santoro c’è fisso Di Pietro. Di Pietro alza l’asticella. Di Pietro dice che quello deve finire in galera. Di Pietro ripete che è ora di finirla. Di Pietro ribadisce quella condizione di allarme rosso che rende il programma di Santoro più acceso di qualunque programma simile. È vero quello che dice? Certo. Magari non tutti devono finire in galera, ma i presupposti non sono inventati. Il problema è che Di Pietro non fa una mazza, se non far sentire integerrimi quelli che condividono la sua indignazione. Di Pietro rappresenta pochi italiani in valore assoluto, ha stretto alleanze storte e poco efficaci (meno si allea e più è paladino del bene contro l’ingiustizia) eppure va molto in televisione perché in televisione, soprattutto in certi programmi, funziona. Poi però dice che Berlusconi è come Videla per una questione relativa alla Commissione di Vigilanza RAI. E allora uno si incazza.
Lo so che viene voglia di votare Di Pietro.
Non ne vale assolutamente la pena.
Ve ne pentirete, credetemi.
Luca