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diario

Gli altri si mettano in coda

Stavo quasi per dire che sto per chiudere le ferie e che, nonostante i cataclismi successi nelle ultime due settimane, niente sembra essere cambiato davvero, quando, in zona cesarini, il regime di Gheddafi sembra avere le ore contate.
Christian Rocca commenta così:

Vediamo che cosa succederà adesso, ma se le notizie da Tripoli saranno confermate e consolidate la campagna Onu e Nato guidata from behind dall’America di Barack Obama sarà ricordata come una delle campagne militari più efficaci e meno cruente di tutti i tempi. Bravi. Ora lavorare per il dopo.

Intanto, è già qualcosa.
Per la salvezza del resto del mondo, c’è tempo.
Abbiate fede.

Luca

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diritti umani

I massacri di civili in Libia

La decisione del governo di bombardare la Libia può stupire soltanto gli ipocriti.
Questa cosa che l’Italia debba partecipare alle guerre senza fare la guerra è una contraddizione in termini.

È più sensata la posizione di chi non vuole la guerra, a prescindere, ed è la posizione che in tanti vorremmo sempre riuscire a sostenere.

Ma ci sono poi le situazioni in cui alcune popolazioni sono vessate dai loro dittatori ed in quel caso è lecito chiedersi se un intervento armato possa aiutare i civili.
Ovvio che i morti ci sono e sono spesso innocenti, ma ci sarebbero comunque.

Allora che fare?
Guardare i massacri ed aspettare che cessino?
Non far nulla perché in altre mille occasioni simili è quello che abbiamo sempre fatto?
Difficile dire cosa sia giusto.
In fondo i nostri governanti sono lì proprio per prendere decisioni difficili come questa al posto nostro.
La storia li giudicherà.

Su tutto, però appare stucchevole l’appello di Emergency che chiede all’Onu “di negoziare un cessate il fuoco e garantire un corridoio umanitario per soccorrere la popolazione civile”.
Semplicemente perché sono mesi che l’ONU glielo chiede a Gheddafi e sono mesi che il leader libico continua a massacrare i civili.
Poi si può dire che la guerra è sbagliata e fa schifo.
Ma bisogna anche dire che l’intervento della NATO sta cercando di fermare proprio quei massacri.

Emergency fa cose splendide e tutti gliene siamo grati.
Ma certe sue prese di posizione politiche sono obiettivamente incomprensibili.

Luca

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diritti umani politica

La guerra si, la guerra no

Sfido chiunque ad amare la guerra.
Oddio qualcuno ci sarà anche.
Ad esempio un signore che prende il mio stesso autobus e sono più di tre anni che lo vedo leggere soltanto riviste militari.
Il mio collega pendolare a parte, credo che siamo tutti d’accordo nel ripudiare la guerra.

Il problema sorge quando una guerra c’è già e noi dobbiamo decidere se fermarla.
C’è un popolo oppresso da un dittatore.
L’ONU, se ancora esiste ed ha un suo senso, non può che prendere una decisione ovvia, che è quella di imporre al dittatore di smettere di bombardare il proprio popolo che chiede più libertà e più diritti.
Il dittatore se ne frega e continua a bombardare la sua gente.

Ecco, facciamo finta di partire da qui.
Non stiamo a dire che la Libia ha il petrolio, che Gheddafi fino ad ieri ci faceva comodo, che ci sono mille altri dittatori nel mondo.
Siamo qui e dobbiamo decidere cosa fare di fronte ad un dittatore che non rispetta una risoluzione dell’ONU e continua a reprimere nel sangue una ribellione interna.

La scelta non è tra la vita e la morte, tra il bene ed il male, tra la pace e la guerra.
Si tratta di scegliere tra un male ed un altro male.
Ci sono persone che moriranno sia che facciamo una scelta, sia che ne facciamo un’altra.

Su, forza!
Fate la vostra scelta.
Il dittatore sta continuando a bombardare.

Luca

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diritti umani politica

Sull’intervento in Libia

Leggevo ieri su Internazionale, ma è un’opinione diffusa che sentirete riproporre in questi giorni, che la strada giusta da percorrere in Libia sarebbe stata quella di fornire sostegno ai ribelli, che in pratica significa rifornirli di armi.

A me questa soluzione pare un po’ come dire: “Siccome non ci vogliamo sporcare le mani, facciamo in modo che vi ammazziate da soli”.
Non dico che questa non sia un’opzione, ma non mi pare particolarmente pacifista.

La soluzione sarebbe stata quella di non permettere a gente come Gheddafi di regnare in un paese per quarant’anni senza nessun rispetto delle persone e dei loro diritti.
Ma per questo ormai è tardi e pare perfino inutile ricordarlo.

Luca

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informazione

Mettere a posto i numeri

In attesa di capire come finirà la questione delle centrali nucleari di Fukushima, possiamo dire con nessun timore di essere smentiti che faranno molti ma molti più morti il terremoto e lo tsunami ad esso collegato dell’eventuale disastro nucleare.

Così, tanto per rimettere a posto i numeri.

Luca