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Sentirsi come

surfista

Io non voglio mettervi paura, ma ormai si sta delineando questa cosa.
Si, insomma, Berlusconi non cade nemmeno a questo giro.
In parlamento si prenderà la fiducia.

Si, è vero, che non durerà e si dovrà presto fare un altro governo.
Ma sarà un Berlusconi bis o qualcosa del genere.

Complimenti vivissimi a Di Pietro per la scelta dei suoi parlamentari.
Un grazie sincero a Veltroni per averci regalato Calearo, il più grosso coglione che si sia mai candidato nel PD.
E domani in piazza il PD farà l’ennesima figura di merda.

E noi continuiamo a sentirci come il surfista della foto.

Luca

Foto | NG

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Verso il disastro

I saggi dicono che dalle sconfitte si deve far tesoro per imparare a sbagliare meno in futuro.
Questo non vale per una parte del PD.
Soprattutto la parte veltroniana che insiste nella sua guerra senza confine contro l’attuale segretario.
Una esponente degli sciagurati veltroniani, Maria Pia Garavaglia, propone addirittura di sostenere alle prossime comunali di Milano, non il candidato del PD, ma il probabile outsider Albertini:

Milano ha bisogno di un ripensamento. So che alcuni del Pd pensano che bisogna far vincere Pisapia. Io temo che Pisapia non vinca e il Pd era su Boeri. Quindi non si può di nuovo perdere, prima le primarie e poi le elezioni. Il Partito Democratico, se sostiene Pisapia, costringe anche quelli che vengono da posizioni differenti dalla sinistra, a votare un uomo di sinistra.

Se questo terzo polo ipotetico candidasse Albertini, lei cosa direbbe?
Se ci fosse un pezzo di Pd, o almeno l’astensione del Pd, direi certamente sì.

Però contro Albertini avete combattuto per dieci anni…
Erano anche gli anni in cui noi non esistevamo come Partito Democratico. Ogni partito ha fatto la sua battaglia. Avevamo combattuto anche contro Formentini, però poi è passato tra le nostre fila. Oggettivamente e fortunatamente c’è un’evoluzione del Paese.

Questi sono gli stessi che propongono di allearsi con Fini e Casini, piuttosto che con IDV e SeL.
Pippo Civati, prima ancora dell’uscita della Garavaglia, aveva scritto cose che sottoscrivo:

Ora, va bene avere paura delle elezioni, ma certi eccessi vanno subito portati alle estreme conseguenze: per coerenza bisognerebbe mollare tutte le amministrazioni nelle quali governiamo con Idv e Vendola. Cioè quasi tutte. E sperare che Vendola e Di Pietro non prendano il trenta per cento.[…]

Mi chiedo se ci rendiamo conto di quello che potrebbe accadere. E del fatto che il Pd ogni mese nelle intenzioni di voto perda un punto percentuale, a favore di Sel e di Fli (secondo gli ultimi sondaggi). E che gli elettori del Pd, per dirla con un’espressione popolare, non ci capiscano più un accidenti. Poi dopo non drammatizziamo i risultati di Milano, perché i problemi più grandi li abbiamo a Roma. Come sempre.

Luca

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Ma emergenza di che?

In attesa che il governo cada, e attenti a dichiarare morto il Berlusca che io lo feci già quattro anni fa e poi mi sono maledetto da solo, si fanno le più fantasiose ipotesi di maggioranze alternative.
Tutto in nome di un’emergenza democratica.

Raccolgo e condivido l’irritazione di Pietro Raffa alle ennesime dichiarazioni sconclusionate di Franceschini:

Impensabile un’alleanza con Fini? Anche le cose che stanno accadendo oggi sembravano impensabili solo qualche mese fa. La priorità è chiudere a ogni costo con Berlusconi. Siamo a una emergenza democratica. Ci ritroveremmo su basi comuni, come la difesa della legalità, il senso dello Stato, il ritorno alle regole. Alla fine di questo percorso, si torna a una normale alternanza tra centrosinistra e centrodestra.

A parte il fatto che se un’emergenza dura da 15 anni, allora non è più un’emergenza, e poi cosa dovrebbe fare questa accozzaglia di partiti, da SeL a Fini?

Se la necessità è approvare la finanziaria, approviamola e poi andiamo a votare.
Se la necessità è fare una legge elettorale, il PD ha un modo per scavalcare il problema delle preferenze: fare le primarie in ogni collegio per scegliere i candidati.

Senza pensare a strane convergenze programmatiche che esistono solo nella mente malata di alcuni dirigenti del PD.

Luca

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Riprendere fiato

Ieri pomeriggio esco dal lavoro, inforco la bicicletta e mi avvio sui lungarni in una splendida serata settembrina.
Accendo la radio e mi ascolto le dichiarazioni di voto sulla fiducia al governo.
Mi becco subito Di Pietro.
I toni del suo intervento, prendendo alcune frasi sparse, sono questi e sono agghiaccianti:

Lei è uno spregiudicato illusionista, anzi un pregiudicato illusionista.
Lei, sig. Berlusconi è un vero “maestro”: intendo dire un maestro della massoneria deviata, un piduista di primo e lungo corso, un precursore della collusione e della corruzione di Stato.
Lei, sig. Berlusconi, non è un presidente del Consiglio ma è uno “stupratore della democrazia” che, dopo lo stupro, si è fatto una legge, anzi una ventina di leggi ad personam per non rispondere di stupro!
Lei è la testa della piovra politica che in questi ultimi vent’anni si è appropriata delle istituzioni in modo antidemocratico e criminale per piegarle agli interessi personali suoi e dei suoi complici della setta massonica deviata di cui fa parte.

Le dichiarazioni di voto vanno avanti.
Io salgo nel bus e mi addormento.
Mi risveglio mentre sta parlando Bersani.
Tiro un sospiro di sollievo e mi riaddormento felice dopo la chiusura del segretario:

Noi abbiamo da presentare un progetto al paese.
Oggi qui non si apre una pagina nuova, qui si comincia a chiudere la pagina vecchia.
La pagina nuova l’apriamo noi. Noi l’apriamo.

Luca

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Ancora su Schifani. E poi su Fini

Per articolare il mio pensiero sulla contestazioni a Schifani e sulla responsabilità del PD, condivido quanto scrive Enrico Procopio:

E il Pd è colpevole, perché non ha un leader in grado di incanalare questi umori e di farli confluire nella direzione giusta. E a chi fischia e dice cose giuste non sa dare risposte, e fa la figura del complice. E io li sento ridere, Schifani e co., nelle loro oscure stanze del potere (politico, mediatico e ora culturale).
La sinistra non è questo: non sono le dichiarazioni di Beppe Grillo, non sono le dichiarazioni di Di Pietro. La sinistra è quella dichiarazione che non c’è, quella che a Schifani ribatte colpo su colpo. E gli chiede qualcosa sulla mafia.

Sulla snervante ipocrisia di Fini, sottoscrivo tre volte Pippo Civati:

A parte le criptocitazioni fascisteggianti e la continuità con Almirante ancora una volta ribadita, Fini, a Mirabello ha detto che è pronto a votare l’ennesimo lodo ma basta con le leggi ad personam. Forse ha raggiunto il limite delle venti leggi pro B votate. Consapevolmente, lucidamente, politicamente: fa venti e, con il lodo, farà anche ventuno. Non una di più, sia chiaro. Un vero rivoluzionario. Un grande uomo delle istituzioni. Un politico costituzionale come pochi altri.

Luca