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Spatuzzate

Io, come italiano, mi sento umiliato nel vedere che il destino del mio paese sia in mano ad un mafioso collaboratore di giustizia.
Se cadesse il governo per le cose dette da Spatuzza, cazzaro come pochi altri, significherebbe che un mafioso ha fatto cadere il governo.
Se volete, la mafia farebbe cadere il governo.

Che poi, non dimentichiamolo, Spatuzza ha partecipato all’omicidio di Don Puglisi ed è quello che rapì Giuseppe di Matteo, allora dodicenne.
Sappiamo tutti come finì la vita di quel bimbo:

Brusca decise così l’uccisione del ragazzo, ormai fortemente dimagrito e indebolito per la prolungata e dura prigionia, e che venne strangolato e successivamente sciolto nell’acido l’11 gennaio 1996, all’età di 15 anni, dopo 779 giorni di prigionia.

Ecco, noi affidiamo le sorti del nostro paese alle parole di un personaggio così.

Qualcuno tenti di spiegarmi quale diavolo di paese sia il nostro.

Luca

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Berlusconi indagato. Anzi no

Feltri sostiene che Berlusconi sarebbe indagato a Firenze per le stragi mafiose del 1993:

Confermo che il premier è indagato dalla Procura di Firenze, data l’autorevolezza della mia fonte.

Ghedini ha subito dopo smentito l’indiscrezione di Feltri.

Io continuo a sperare che il berlusconismo finisca per volere degli italiani, ma mi sa tanto che ci toccherà una seconda Hammamet.

Luca

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E anche La7 la salutiamo

Voci molto affidabili (Dagospia) danno per sicura la sostituzione alla direzione del TG di LA7 di Antonello Piroso con Piero Vigorelli.
Quest’ultimo è un fedele berlusconiano e sembra proprio che sia stato il nostro amato premier a volere questo cambiamento.

Quindi anche il TG di La7 diventerà probabilmente inguardabile.
Nel frattempo nella redazione c’è stato uno scontro dovuto alla cancellazione di una inchiesta su Dell’Utri.
L’inchiesta verteva sulla trattativa tra stato e mafia ai tempi delle stragi e sulle amicizie pericolose di Marcello Dell’Utri a tempi della nascita di Forza Italia.
Piroso avrebbe contestato il fatto che nell’inchiesta mancasse proprio un’intervista a Dell’Utri.

Che poi non mi sembra una contestazione proprio campata in aria.
Diamogli del mafioso, ma permettiamogli almeno di dire la sua.

Vedrete che giornalismo d’inchiesta avremo su La7 con l’arrivo di Vigorelli.
A questo punto restano il TG3 e SkyTg24.

Luca

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Mi svegliate prima della fine?

Non so, forse mi sbaglio.
Ma tutto questo revival delle storie sulle trattative tra stato e mafia dopo la stagione delle stragi, della scelta di puntare su Forza Italia e Berlusconi per avere nuovi referenti politici, eccetera, eccetera, eccetera, non è roba di cui si sente parlare da almeno 10 anni?

Secondo me Lucarelli a Blu Notte ci ha fatto almeno un paio di puntate.
Ci sono le indagini di Caltanissetta, archiviate, contro Dell’Utri, eccetera, eccetera, eccetera.

Cioè, ci sono novità?
Qualcosa di interessante?
Ditemelo, perché altrimenti mi posso addormentare tranquillo e mi raccontate voi come va a finire il film.
Che sarà ovviamente uno di quei film che non finiscono.

Luca

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Lasciate stare Don Peppino



Gaetano Pecorella
è stato l’avvocato difensore in primo grado di Nunzio De Falco, il “casalese” prima assolto e poi condannato in appello per l’omicidio di Don Peppino Diana.
Oggi Pecorella è presidente della Commissione Parlamentare sulle Ecomafie.
Dall’alto del sua grande moralità si è permesso di gettare fango sulla figura di Don Peppino Diana.
Roberto Saviano ha chiesto di difendere la memoria di questo prete trucidato dalla camorra.

Facciamolo ricordando quella lettera che scrisse nel 1991 ai parroci della forania di Casal di Principe.

Per amore del mio popolo

Siamo preoccupati
Assistiamo impotenti al dolore di tante famiglie che vedono i loro figli finire miseramente vittime o mandanti delle organizzazioni della camorra.
Come battezzati in Cristo, come pastori della Forania di Casal di Principe ci sentiamo investiti in pieno della nostra responsabilità di essere “segno di contraddizione”.
Coscienti che come chiesa “dobbiamo educare con la parola e la testimonianza di vita alla prima beatitudine del Vangelo che é la povertà, come distacco dalla ricerca del superfluo, da ogni ambiguo compromesso o ingiusto privilegio, come servizio sino al dono di sé, come esperienza generosamente vissuta di solidarietà”.

La Camorra
La Camorra oggi é una forma di terrorismo che incute paura, impone le sue leggi e tenta di diventare componente endemica nella società campana.
I camorristi impongono con la violenza, armi in pugno, regole inaccettabili: estorsioni che hanno visto le nostre zone diventare sempre più aree sussidiate, assistite senza alcuna autonoma capacità di sviluppo; tangenti al venti per cento e oltre sui lavori edili, che scoraggerebbero l’imprenditore più temerario; traffici illeciti per l’acquisto e lo spaccio delle sostanze stupefacenti il cui uso produce a schiere giovani emarginati, e manovalanza a disposizione delle organizzazioni criminali; scontri tra diverse fazioni che si abbattono come veri flagelli devastatori sulle famiglie delle nostre zone; esempi negativi per tutta la fascia adolescenziale della popolazione, veri e propri laboratori di violenza e del crimine organizzato.

Precise responsabilità politiche
E’ oramai chiaro che il disfacimento delle istituzioni civili ha consentito l’infiltrazione del potere camorristico a tutti i livelli. La Camorra riempie un vuoto di potere dello Stato che nelle amministrazioni periferiche é caratterizzato da corruzione, lungaggini e favoritismi.
La Camorra rappresenta uno Stato deviante parallelo rispetto a quello ufficiale, privo però di burocrazia e d’intermediari che sono la piaga dello Stato legale. L’inefficienza delle politiche occupazionali, della sanità, ecc; non possono che creare sfiducia negli abitanti dei nostri paesi; un preoccupato senso di rischio che si va facendo più forte ogni giorno che passa, l’inadeguata tutela dei legittimi interessi e diritti dei liberi cittadini; le carenze anche della nostra azione pastorale ci devono convincere che l’Azione di tutta la Chiesa deve farsi più tagliente e meno neutrale per permettere alle parrocchie di riscoprire quegli spazi per una “ministerialità” di liberazione, di promozione umana e di servizio.
Forse le nostre comunità avranno bisogno di nuovi modelli di comportamento: certamente di realtà, di testimonianze, di esempi, per essere credibili.
Impegno dei cristiani
Il nostro impegno profetico di denuncia non deve e non può venire meno.

Dio ci chiama ad essere profeti.
– Il Profeta fa da sentinella: vede l’ingiustizia, la denuncia e richiama il progetto originario di Dio (Ezechiele 3,16-18);
– Il Profeta ricorda il passato e se ne serve per cogliere nel presente il nuovo (Isaia 43);
– Il Profeta invita a vivere e lui stesso vive, la Solidarietà nella sofferenza (Genesi 8,18-23);
– Il Profeta indica come prioritaria la via della giustizia (Geremia 22,3 -Isaia 5)

Coscienti che “il nostro aiuto é nel nome del Signore” come credenti in Gesù Cristo il quale “al finir della notte si ritirava sul monte a pregare” riaffermiamo il valore anticipatorio della Preghiera che é la fonte della nostra Speranza.

NON UNA CONCLUSIONE: MA UN INIZIO

Appello
Le nostre “Chiese hanno, oggi, urgente bisogno di indicazioni articolate per impostare coraggiosi piani pastorali, aderenti alla nuova realtà; in particolare dovranno farsi promotrici di serie analisi sul piano culturale, politico ed economico coinvolgendo in ciò gli intellettuali finora troppo assenti da queste piaghe”
Ai preti nostri pastori e confratelli chiediamo di parlare chiaro nelle omelie ed in tutte quelle occasioni in cui si richiede una testimonianza coraggiosa;
Alla Chiesa che non rinunci al suo ruolo “profetico” affinché gli strumenti della denuncia e dell’annuncio si concretizzino nella capacità di produrre nuova coscienza nel segno della giustizia, della solidarietà, dei valori etici e civili (Lam. 3,17-26).
Tra qualche anno, non vorremmo batterci il petto colpevoli e dire con Geremia “Siamo rimasti lontani dalla pace… abbiamo dimenticato il benessere… La continua esperienza del nostro incerto vagare, in alto ed in basso,… dal nostro penoso disorientamento circa quello che bisogna decidere e fare… sono come assenzio e veleno”.

Luca