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Ridere di te

Posso dire che questo tipo, per quanto le cose che ha detto sembrassero strane e ridicole, forse meritasse più rispetto?
Se mi inviti in una trasmissione per prendermi in giro, lo stronzo sei te, non io che ho idee diverse dalle tue.
Sai che io sostengo che Berlusconi meritasse il premio Nobel per la pace, allora perché mi sbeffeggi ridendo di me?

Le risatine del pubblico poi, erano degne di Ok il prezzo è giusto più che di un programma di approfondimento.
Santoro ha usato una tecnica che ai miei occhi è un po’ fascista.

E sapete come la penso sul Nobel a Berlusconi.

Luca

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informazione

Se proprio volete sapere come è andata

Daria Bignardi spiega per filo e per segno com’è che venerdì scorso Marano le ha tagliato l’intervista fatta a Vauro e Beatrice Borromeo.

La settimana scorsa leggo che sta per uscire un libro di Vauro e Travaglio con Beatrice Borromeo per Chiarelettere, intitolato Italia Anno Zero. […] Li invitiamo. Il direttore Marano non fa commenti. Non li fa mai, non li ha fatti nemmeno quando ho invitato per tre settimane di seguito Debora Serracchiani, Dario Franceschini e Massimo D’Alema, tre del Pd. Sa che entro la fine del programma devo invitarne altrettanti di centrodestra e si fida che lo farò. Lo conosco da poco, ma sembra una persona che si fa un punto d’onore di difendere l’autonomia di chi lavora nella sua Rete.
In teoria in periodo preelettorale solo i politici possono parlare di politica, non gli altri ospiti. Di solito, una battuta o due ci stanno, poi si parla d’altro. Ma la settimana scorsa eravamo tutti ipnotizzati barra rincoglioniti dalla vicenda Lario-Berlusconi, una di quelle storie che dici «no, non sta succedendo veramente». La sera prima ne aveva parlato anche Annozero: una puntata in cui non erano uscite notizie clamorose, ma si erano fatte un po’ di domande. Quando ho davanti a me Vauro e Borromeo, ovviamente comincio da lì, dalla sera prima. Loro partono in quarta e non ci vanno leggeri. Dicono quello che dicono molte persone e lo fanno con molta foga. […]A un certo punto Beatrice dice qualcosa sul fatto che «lavorare ad Annozero era difficile, c’erano pressioni». Credo che questo faccia saltare la mosca al naso a Marano, che dice sempre di spendersi parecchio per Santoro (ma io ad Annozero non ho mai lavorato, bisognerebbe chiedere a Santoro come stanno le cose). Insomma, in un modo o nell’altro, per ventotto minuti si parla di Berlusconi, del caso Noemi, di che cosa ha detto Veronica, e della condizione dell’informazione italiana. […]
Quando chiudo la puntata, mezz’ora dopo, il direttore Marano mi comunica che ha tagliato l’intervista a Vauro e Borromeo perché ha violato pesantemente la par condicio. È agitato e seccato, dice che è la prima volta che deve fare una cosa del genere. […]
Sempre che ancora vi interessi sentir parlare di Noemi eccetera, quel che è stato detto lo potrete sentire dopo le elezioni, quando sarà trasmessa, ma non aspettatevi chissà che. Io poi spero che avremo altro di cui discutere, dopo le elezioni. Ma non ci conto molto.

Luca

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informazione politica

Pizza e mandolino

Dal nuovo presidente della RAI, Paolo Garimberti, mi sarei aspettato qualcosa di diverso.
Da uno che è stato socialista e che è stato vice-direttore di Repubblica non mi sarei aspettato un gesto di censura.

La presidenza Garimberti sarà ricordata, come suo primo atto, per la sospensione di Vauro che ha osato dire la sua opinione sul terremoto in Abruzzo.

Non è un bell’inizio.
Quando il TG1 ha gioito per gli ascolti registrati negli speciali sul terremoto, invece non ha detto niente nessuno.
Quando Vespa raccoglieva dalle macerie un peluche che probabilmente aveva comprato all’autogrill nessuno ha strepitato.
Lì non si urtava nessuna sensibilità.

Va sempre tutto bene.
Viva la protezione civile.
Viva il governo.
Viva gli italiani buoni e solidali.

E che nessuno abbia da dire niente di diverso.

Luca

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politica

Solidarietà nazionale

Premetto che non ho visto la puntata di Anno Zero che è al centro dello scandalo.
Mi limito soltanto a sottolineare che i politici che si sono sdegnati accusando di sciacallaggio Santoro, si limitano a denunciare la cosa, senza spiegare perché.

Viene quindi il sospetto che qualcuno sia interessato a mantenere questo idilliaco clima di solidarietà nazionale, salvo poi scoprire che la gente sfollata nelle tende di notte soffre il freddo e di giorno ha un’unica doccia da condividere con decine di persone.

Speriamo di non scoprire poi che fine faranno i soldi dei messaggini di solidarietà nazionale.
Volete un consiglio?
Aspettate a mandar soldi.

Luca

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diritti umani politica

E se Di Pietro fosse veramente un ignorante?

Voglio ripeterlo, per non essere accusato di essere un voltagabbana.
Ho, in passato, votato per Di Pietro.
L’ho fatto.
Non lo farò più.

Uno dei motivi lo potete capire leggendo il post perfetto scritto da Matteo Bordone.
Se avete voglia, leggete tutto il post.

In estrema sintesi, quello che Bordone dice è che avvicinare una persona accusata di aver torturato ed ucciso 30.000 oppositori ad un’altra persona che ha votato qualcuno nella Commissione di Vigilanza della RAI è non soltanto ridicolo, ma offensivo.

Provate ad immaginare una persona a voi cara che viene gettata, viva, da un aereo.
Ora provate a paragonare chi ha deciso di gettarla da quell’aereo con Berlusconi.

Adesso incazzatevi con Di Pietro.
Perché si può dire quello che si vuole, ma bisognerebbe cercare di avere le giuste misure.

Ecco l’incipit di Bordone.

Ormai da Santoro c’è fisso Di Pietro. Di Pietro alza l’asticella. Di Pietro dice che quello deve finire in galera. Di Pietro ripete che è ora di finirla. Di Pietro ribadisce quella condizione di allarme rosso che rende il programma di Santoro più acceso di qualunque programma simile. È vero quello che dice? Certo. Magari non tutti devono finire in galera, ma i presupposti non sono inventati. Il problema è che Di Pietro non fa una mazza, se non far sentire integerrimi quelli che condividono la sua indignazione. Di Pietro rappresenta pochi italiani in valore assoluto, ha stretto alleanze storte e poco efficaci (meno si allea e più è paladino del bene contro l’ingiustizia) eppure va molto in televisione perché in televisione, soprattutto in certi programmi, funziona. Poi però dice che Berlusconi è come Videla per una questione relativa alla Commissione di Vigilanza RAI. E allora uno si incazza.

Lo so che viene voglia di votare Di Pietro.
Non ne vale assolutamente la pena.
Ve ne pentirete, credetemi.

Luca