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diritti umani

Amina

Da ieri sera non riesco a togliermi dagli occhi Amina.

Chi ha visto il servizio di Sandro Ruotolo trasmesso ieri sera durante la trasmissione Anno Zero di Michele Santoro ha già capito di cosa sto parlando.
Amina era appena arrivata all’ospedale di Emergency a Kabul.
Aveva preso in mano una mina a forma di penna.
La mina era esplosa. Ed insieme alla mina era esplosa anche la mano.
Amina teneva in alto la mano, gonfia e senza tre dita, e piangeva uno di quei pianti che sanno piangere soltanto i bambini.
Nessuno poteva consolarla. Nemmeno il medico di Emergency che le offriva un Chupa Chups.

Non ce l’ho fatta a seguire l’intervista di Rula Jebreal al Ministro della Difesa. Non ne ho avuto lo stomaco.
Non avrebbe potuto dire niente che superasse il pianto di Amina.

Oggi, come ieri, via dall’Afghanistan.
Permettiamo agli afghani di provare a vivere in pace.

Luca

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cronaca meteorologia

E intanto il tempo se ne va…

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Tra pentimenti tardivi del nostro presidente,
intercettazioni telefoniche pidduiste
ed urla di chi chiede giustizia per il fratello morto ammazzato
il tempo se ne va…

L’autunno si è affacciato nelle nostre vite,
scalzando il caldo e le giornate al sole.
Il pianeta continua nel suo incedere e nel suo ruotare,
incurante delle nostre ipocrisie.
Ringraziando Dio.

Luca

Foto lucacicca

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diritti umani

L'Italia, la guerra, Emergency…

Emergency

Questa settimana il nostro parlamento voterà il rifinanziamento alla missione italiana in Afghanistan.
Probabilmente ci sarà un voto condiviso tra destra e sinistra.
Anche Bertinotti, che sulla guerra aveva detto che non sarebbe mai sceso a patti, ha dato il suo benestare.
La guerra mette tutti d’accordo.

Vorrei che lo dicessero in faccia al bambino della foto.
E a tutti gli altri, mutilati, storpi, orfani per causa delle nostre armi.

Faccio mia una dichiarazione di Emergency di qualche giorno fa:

In Afganistan è in corso una guerra di aggressione, contraria alla legalità internazionale nell’avvio e nella conduzione. La partecipazione dell’Italia a questa guerra è incompatibile con la Costituzione, è stata decisa per mera subordinazione e viene sostenuta per «non essere esclusi dal governo del mondo». La guerra include, per definizione, la distruzione di esistenze umane e l’accettazione della soppressione dei propri simili come «mezzo di risoluzione delle controversie». Questa ci pare una semplice descrizione dello stato di cose: una constatazione, non un’interpretazione.
[…]
La «guerra al terrorismo» è una metafora insensata se si traduce in aggressione armata a un paese, mietendo migliaia di vittime civili.
L’idea d’instaurare con le armi democrazia e diritti, in sé contraddittoria, ha esibito nei fatti il suo fallimento.
[…] La politica internazionale va riducendosi a politica militare. In Iraq, come in Afganistan, come in Palestina, le vie della diplomazia e del dialogo sono abbandonate e sostituite dall’uso della forza. L’Italia potrebbe realisticamente essere un soggetto attivo di politica internazionale connotato da una volontà incondizionata di pace, da un assoluto rifiuto della guerra. Confermando la partecipazione alla guerra in Afganistan, il governo Prodi rinuncia a costruire questa identità per sottomettersi e conformarsi a scelte già risultate sterili e devastanti.
[…] Il nostro più netto rifiuto degli orientamenti governativi sull’Afganistan non esprime soltanto coerenza nelle convinzioni. Include una richiesta e una proposta.

Parole sante.

In questi giorni il pacifismo italiano fa i conti con se stesso.
Bertinotti ha preso altre strade.
Vediamo chi rimane…

Luca

Foto Emergency.

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diritti umani

Il SISMI e la CIA

La notizia è di quelle con il botto.
In paesi più democratici del nostro potrebbe far tremare le fondamenta dei Palazzi del Potere.

Sono stati arrestati il numero due del SISMI, il servizio segreto militare italiano ed un altro agente.
Altri agenti sarebbero latitanti e tuttora ricercati.
L’accusa per loro è quella di aver collaborato con i 22 agenti della CIA nel caso del rapimento di Abu Omar, l’Imam milanese prelevato nel 2003, portato ad Aviano, torturato, quindi trasferito in Egitto, nuovamente torturato e da allora ancora “disperso”.

Ho già parlato della complicità dell’Italia su questo caso e su quello dei voli segreti della CIA.

Mi aspetto delle parole chiarificatrici da parte delle persone direttamente responsabili al momento del sequestro:

  • Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio.
    Palazzo Chigi non ha nulla da aggiungere in merito all’assoluta estraneità dell’esecutivo e dei Servizi di informazione e sicurezza rispetto al sequestro, che anche oggi si intende ribadire con lo stesso vigore e con la stessa forza di sempre” (11 Maggio 2006).
  • Niccolò Pollari, direttore del SISMI.
  • Antonio Martino, Ministro della Difesa (da cui il SISMI dipende).
    “[…]l’assoluta estraneità del Governo e del Sismi rispetto al sequestro di Abu Omar, rapimento che non coinvolge ad alcun titolo nè l’esecutivo nè il Servizio, nè direttamente nè indirettamente” (12 Maggio 2006)
  • Roberto Castelli, Ministro della Giustizia.
    Castelli comunica al procuratore generale di Milano, Mario Blandini, la sua decisione di non presentare la domanda di estradizione dagli Stati Uniti d’America e di diffusione delle ricerche all’estero formulata dalla procura della Repubblica di Milano e relativa al procedimento penale che vede indagati i 22 agenti della Cia. (12 Aprile 2006)
  • Enzo Bianco, presidente della COPACO (Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti).

Queste cinque persone ci devono dire la verità.
Se avessero mentito o taciuto su questa questione, dovrebbero essere interdetti da qualsiasi incarico istituzionale.
Non è tollerabile che nel nostro paese si permetta il sequestro, la tortura e l’estradizione di un cittadino da parte di un servizio segreto straniero.
Mi aspetto delle dichiarazioni chiarificatrici anche dai ministri attualmente in carica.

Cerchiamo di portare la democrazia almeno in Italia, visto i grandi risultati ottenuti in Afghanistan ed in Iraq.

Luca

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cronaca

Notizie in diretta dal Pakistan

Altre volte ho parlato del blog di Pino Scaccia, l’inviato della RAI che ha fatto scuola per come ha saputo utilizzare questa forma comunicativa durante il suo lavoro in Afghanistan ed in Iraq.

Da ieri Pino è inviato in Pakistan a seguire la situazione dei terremotati per il TG1, e ci ha promesso che sul suo blog ci farà avere notizie in diretta.

Nel suo primo post ci ha parlato del suo arrivo e della situazione che ha trovato:

Arrivato. Pochissimi minuti a disposizione, per ora. Prima impressione: smarrimento, tanta confusione. E’ la strage dei bambini. Un’intera generazione cancellata, hanno gia’ detto. Pero’ i miracoli esistono. Poco fa una donna con il figlio di due anni e’ stata estratta viva dalle macerie del Mazara Gardens, qui a Islamabad. Stiamo correndo la’. In una tragedia cosi’ grande, dove si parla ormai di cinquantamila morti, in mezzo a tanto dolore, mi piace andare a scoprire cos’e’ la speranza.

Lo seguiremo sul suo blog, oltre che nei servizi sul TG1. Sarà il nostro occhio sul Pakistan, visto che sui media la tragedia dei terremotati sembra riscuotere poca attenzione.

Luca