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diario internet lavoro

Aldilà delle retoriche

Ovviamente non è facile parlare dell’azienda nella quale si lavora.
Però per uno come me che sta sulla rete da quando internet esiste, Paolo Barberis e Dada non sono soltanto un giovane imprenditore ed un’azienda.
Sono il tentativo italiano più credibile e più riuscito di fare in Italia quello che ad altri è riuscito negli Stati Uniti.
Organizzarsi con alcuni amici, metter su una start up, farla crescere e renderla una realtà solida ed affidabile, passando da zero lire a 170 milioni di euro di fatturato all’anno.

Riuscire a farlo oltretutto a Firenze, non in California, ma nemmeno a Milano, è poi un merito del tutto particolare.

Quando venerdì in azienda abbiamo saputo che Paolo Barberis si era dimesso da Presidente di Dada è stato un momento malinconico per molti di noi.

Aldilà delle melensaggini e delle retoriche lette su Facebook.
Perché Paolo Barberis è una persona molto capace e per Dada la sua partenza è una pessima notizia.

Luca

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diario lavoro vivere

Aforisma del giorno

Oggi, dalle parti di Largo Annigoni a Firenze, è una giornata un po’ così.
Malinconica, forse.

Allora, il libro che sto leggendo, e del quale presto vi parlerò entusiasticamente, ieri sera mi ha regalato una frase che è perfetta.
Per l’oggi, per chi lavora in Largo Annigoni a Firenze, e per chi ha cambiato strada o la cambierà.

… fare qualsiasi cosa, epica o prosaica, destinata alla gloria o condannata al fallimento, sia in un certo senso dire addio a un mondo; che tutte le più grandi vittorie non sono dunque prive di un’ombra di sconfitta; che ogni strada che prendi, non importa quanto nobile o fulgida, duole non solo del ricordo di quello che ti sei lasciato alle spalle, ma anche dei fantasmi di tutte le strade che non hai preso, e che ora sai che non prenderai mai, e che corrono parallele.

Luca

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lavoro

Rcs ufficializza la vendita di DADA

Aggiornamento
RCS smentisce.

Credo che dovrebbe interessarvi.
DADA è, comunque la si pensi, una delle più importanti internet company italiane.
Ed abbiamo fatto cose anche fighissime.
Quando Internet era una parola che conoscevano in tre, DADA già era lì.

MILANO (MF-DJ)–Rcs ha definito le modalita’ d’uscita dal proprio portafoglio di Dada, la internet company fiorentina quotata a Piazza Affari e attualmente controllata al 50,74%.

I vertici del gruppo guidato dall’a.d. Antonello Perricone, seguendo le indicazioni del business plan che prevedevano la revisione del perimetro d’azione, hanno deciso di disfarsi definitivamente della partecipazione che non viene piu’ ricompresa tra le attivita’ core. Una mossa che secondo indiscrezioni di mercato apprese da MF-Milano Finanza, verra’ con ogni probabilita’ definita all’inizio della prossima settimana, in vista del consiglio d’amministrazione per i dati di preconsuntivo di bilancio fissato per venerdi’ 11 febbraio. E che la cessione sia in dirittura d’arrivo lo conferma indirettamente anche la convocazione, sempre per la stesso giorno, del Cda di Dada che non solo approvera’ in via preliminare i conti dello scorso anno ma prendera’ atto della decisione della controllante. Rcs, che per l’operazione si e’ affidata all’advisor Mediobanca, avrebbe optato per la vendita a un fondo di private equity piuttosto che a un operatore industriale. In pole position per l’acquisizione ci sarebbero Clessidra, promosso da Claudio Sposito, e il competitor americano Carlyle, guidato in Italia da Marco De Benedetti.

Pare che a comprarci sarà il fondo Carlyle. Di Marco De Benedetti. Si, il figlio del sommo.

Luca

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lavoro politica

Di appelli, FIOM, FIAT e lavoro

Stasera, mentre tornavo a casa, ascoltavo l’intervista che Giuseppe Cruciani stava facendo a Paolo Flores D’Arcais e mi è venuto da pensare come a parlare di operai siano sempre persone che non saprebbero nemmeno infilarsi una tuta. Da operaio, intendo.

Leggete i firmatari dell’appello a sostegno della FIOM promosso da MicroMega e ditemi chi, tra loro, ha mai timbrato un cartellino in vita sua.

Lo stesso discorso vale per Landini, Camusso e Marchionne.

Insomma, gli operai sono sempre difesi od attaccati da persone che, alla fine dei conti, non conoscono il loro lavoro.
La grande massa degli operai va in fabbrica, vorrebbe poter lavorare meglio e guadagnare di più, ma non si mette a fare casino o a promuovere appelli.
Tanto che nelle fabbriche, ormai da anni, gli operai votano in maggioranza Berlusconi.
Perché se mi devo far prendere per il culo da qualcuno, val la pena scegliere quello più bravo a farlo.

Detto questo, pensavo anche che, quando la maggioranza degli operai di Mirafiori voterà a favore dell’accordo, la FIOM dovrà fare una grossa riflessione.
Perché è giusto tutto, ma rischiare di far perdere il posto di lavoro a qualche migliaio di operai, a me pare molto grave.

Perché Marchionne sarà pur stronzo, e lo è.
Ma sono stronzi anche quei 4 operai su 10 che ogni santo giorno dell’anno si danno per malati a Pomigliano e che sono difesi dal sindacato.
E che fanno pagare la loro malattia anche gli operai di Mirafiori.

Più stronzi di tutti sono, ovviamente, quelli che si fanno belli con le lotte operaie dall’alto del loro palcoscenico o dal comodo delle loro poltrone.

La gente ha bisogno di lavorare.
Per vivere.
Gli appelli e le discussioni cretine sono roba da intellettuali.

La vita vera è un’altra cosa.

Luca

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lavoro vivere

Ancora cinque minuti

Domattina riparto per Firenze per riprendere a lavorare.
In un’altra società e con un ruolo completamente diverso.

Ho passato tre settimane a casa con i bimbi durante la chiusura delle scuole.
Abbiamo superato tormente di neve, discese vertiginose con la neve e senza catene, lunghe giornate in casa, incidenti con auto elettriche e biciclette e tanto altro.
Tutto questo mentre la mamma era al lavoro.

Mi sono divertito molto.
E mi sono stancato moltissimo.

Ora mica mi sento tanto pronto per ripartire.
Come quando da piccolo la mattina ti vengono a svegliare e vorresti restare altri cinque minuti sotto il piumone.

Luca