Marco Imarisio era ieri in Piazza Duomo a Milano per il comizio di Beppe Grillo.
C’era tantissima gente.
Gente a cui non abbiamo saputo dare un’alternativa.
Le cose sono sempre più complesse di come appaiono. Anche la tesi ricorrente del voto giovane come unico serbatoio del M5S sembra vacillare, in questa piazza dove non eravamo gli unici con i capelli bianchi, anzi. Ci sono donne come Loredana Flacco, che lavora in una cooperativa per il reinserimento delle persone svantaggiate e si chiede perché nessuno si occupa mai dei più deboli. «Tanto vale mettere alla prova questi». Come i due ferrovieri trasformati in uomini-sandwich, anche lei sta cercando «qualcuno che mi ascolti». La psichiatra Daniela Ghirardi è certa di averlo trovato. Ha portato la sua amica Paola, insegnante, scettica di sinistra. Quando Grillo comincia a parlare di speranza che qualcosa cambi, perché è l’intenzione che crea la realtà nuova, applaude anche lei. Un altro voto conquistato. Tra pochi giorni ci chiederemo come è potuto accadere. Ma forse è da molti anni che abbiamo già la risposta.
Pippo Civati la risposta era riuscito a darsela già da tempo.
Ci ha pure scritto un libro.
Luca
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