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C’è Gigi? E la cremeria?

Insomma, sembra che Bersani abbia stravinto le elezioni come segretario del PD.
Marino è andato bene, molto bene al Nord.
In molti circoli ha superato Franceschini che, di conseguenza, è andato piuttosto male.

Ora il geniale regolamento del PD prevede che, una volta ufficializzati i risultati, si svolgano anche le primarie.
Tutti si augurano che Bersani vinca anche lì, altrimenti ci sarebbe da ridere.

Intanto oggi Rutelli presenterà il suo libro nel quale sembra che manifesterà la sua rottura col PD.
Ma anche no, che se tante volte il governo cadesse non si sa mai.

Il momento per tornare a fare politica è ora.
Magari Bersani ci sorprende e riesce pure a fare qualcosa di buono.
Che meglio di Franceschini è indubbiamente piuttosto facile.
Il tricolore piantato alle sorgenti del Po per scimmiottare la Lega è il degno gesto finale di un segretario inadatto ad un compito che non ha mai dato l’impressione di meritare veramente.

Luca

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Il punto

Dopo un paio di mesi di campagna elettorale per l’elezione del segretario del Partito Democratico possiamo provare a fare il punto della situazione.
Ci sono due candidati: Bersani e Franceschini.
Il terzo, Marino, viene citato dai media soltanto quando c’è da parlare di bioetica e/o di diritti civili.

Tutta la menata sul ticket Marino-Civati è tramontata quasi subito.
Nel senso che Civati si è messo in disparte, in attesa della prossima occasione.
Molti dei piombini e di quanti si erano interessati ad una possibile proposta innovatrice all’interno del partito o si sono staccati subito oppure si sono ritirati in disparte.

Nel frattempo l’Italia ignora il PD e Bersani attende l’acclamazione a segretario.
Intanto il suo principale sponsor, Massimo D’Alema, potrebbe finire travolto dal fango pugliese.
Tanto per chiarire quanto la questione morale non sia importante nel partito.

Vista da qui, la situazione del PD, sembra molto più irrecuperabile oggi di quanto lo fosse due mesi fa.
Poi non ci stupiamo se la gente si rivolge ai Grillo-Travaglio.

Luca

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A viso aperto

So bene che alla gran parte di voi non potrebbe fregare di meno, ma il nuovo segretario del PD potrebbe essere eletto senza che i candidati si siano mai confrontati pubblicamente.
Ignazio Marino chiede un dibattito pubblico, ma Franceschini e Bersani glissano.
E’ così difficile confrontarsi a viso aperto?

Luca

Via | Pippo Civati

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Ignazio Marino? Palo

La mia riflessione è arrivata ad una conclusione.
A pochi giorni dalla scadenza del tesseramento per il PD ho deciso che la tessera non la farò.

Inutile nascondersi, la scelta dei piombini di sostenere Ignazio Marino mi ha deluso.
Non per i temi della laicità che mi vedono spesso d’accordo con Marino, ma perché non lo ritengo adatto a ricoprire il ruolo di segretario di un grande partito.
In un confronto pubblico, due vecchie volpi come Bersani e Franceschini il povero Marino se lo mangiano a colazione e non sputano nemmeno le ossa.

La gaffe di qualche giorno fa sul caso del presunto stupratore seriale che era il coordinatore di un circolo del PD lo dimostra.
Non si possono sparare certe affermazioni senza pensare alle conseguenze.
Una volta scoppiata la polemica Marino ha poi fatto quello che secondo me non doveva fare: ha cercato di motivare la sua dichiarazione, mentre avrebbe soltanto dovuto chiedere scusa.

Continuo ad essere convinto che sarebbe stato giusto candidare Civati, ma non conosco le situazioni e magari lui non era disponibile.
Ci voleva un candidato dei piombini, non un candidato che agli occhi di tutti è principalmente il candidato di Goffredo Bettini, tanto che Marino i piombini non mi sembra che li abbia mai nemmeno nominati.

Insomma, alle primarie voterò Marino, ma non chiedetemi di tesserarmi e di appoggiare la sua candidatura con entusiasmo perché proprio non ce la faccio.

Prendere la tessera di un partito è una scelta importante.
La mia partecipazione per ora si ferma qui.
Un sostegno esterno ed attento.
Niente di più.

Luca

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iMille politica

Pronto Lingotto, mi sentite?

Non avendo potuto partecipare di persona alla riunione del Lingotto, anche se mi sarebbe piaciuto, mi sono fatto un’idea di quello che è stato detto ascoltando il grosso degli interventi.

Butto giù due appunti delle cose che mi sono venute in mente.
Roba sconclusionata, lo so.

L’idea che mi sono fatto è: “Che bella gente e che belle idee”.

Su tutti mi sono piaciuti Civati, Oleg Curci e Francesco Costa; quest’ultimo dice molte cose che potrei dire io.
Tra Franceschini e Bersani, il primo è sembrato aver ascoltato maggiormente le istanze dell’assemblea. Bersani a me è parso assai chiuso nel suo fortino, perfino scocciato di dovere interloquire.

Chiamparino una spanna sopra gli altri due, molto più concreto. Proprio la sua concretezza, però lo farà rinunciare alla eventuale candidatura alla segreteria.

Riccardo Spezia de iMille dice bene la sua sulla necessità di organizzare il partito in modo efficiente ed ha ragione Sandro Gozi a chiedere che i circoli stiano nelle zone di frontiera, dove ci sono i problemi veri.

Ignazio Marino parla da tre metri sopra il cielo e non mi convince per niente. Fa un comizio e lo fa nel posto sbagliato.
Anche Debora Serracchiani parla troppo alto. Sbaglia nel non sentire la necessità di un leader. Fa un po’ la predica, ma la fa alle persone sbagliate.
La Melandri a me fa cascare le braccia ogni volta che la sento, ma è una antipatia mia, tutta personale. Dice cose vuote e lo fa urlando, in modo inappropriato.
Ricordiamoci che su quattro governi di centro-sinistra lei è stata ministro quattro volte. Smettiamo di darle un credito che non merita.

I big hanno ricevuto troppi applausi gratuiti, sembrava di essere a Ballarò.

Ho sentito interventi con un acceleratore sempre a tavoletta sulla questione omosessuale, perfino troppo. Paola Concia mi è sembrata esagerata nella sua denuncia contro la misoginia del PD. Molto più convincente e coinvolgente l’intervento di Cristiana Alicata che ha picchiato forte sull’omofobia e lo ha fatto in modo appassionato ed intelligente.

E’ mancata purtroppo l’indicazione di un candidato alla segreteria.
Pippo Civati sembrerebbe a tutti la persona giusta, ma non credo che si candiderà.
Ci sono le idee ed anche la persone, ma manca l’ariete, il leader, la persona che possa portare lo stendardo.
Se non lo troviamo credo che tutti gli sforzi saranno inutili.

La mia promessa di iscrivermi al partito nel caso di un candidato terzo resta tuttora valida.
Non mi interessa scegliere tra Franceschini e Bersani.

Luca

Se volete cronache e riflessioni più approfondite potete leggere Luca e Francesco