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Un paese di menta

Ieri sera mi sono guardato Niente di Personale, la trasmissione di Antonello Piroso su La7.

Non ho visto l’inizio, ma si parlava di anni di piombo e di comportamento dello stato nei confronti delle vittime.
Tra le testimonianze, quella di Rosy Bindi, che assistette all’omicidio del suo professore, Vittorio Bachelet, ucciso dalle BR nel 1980 nell’atrio della sua Facoltà.

In studio c’erano i figli di due vittime che, con posizioni diverse, si lamentavano del disinteresse nei loro confronti da parte delle istituzioni. Il loro disappunto era rivolto soprattutto alla recente elezione in parlamento di Sergio D’Elia, militante di Prima Linea e condannato come mandante dell’omicidio di un agente di polizia penitenziaria.
Prima Linea è stata una formazione terroristica, nata dalle esperienze di Lotta Continua e di Potere Operaio, quando queste due organizzazioni decisero di rimanere nella legalità e di non scegliere la lotta armata. Sergio D’Elia è stato un terrorista vero. Forse non ha mai ammazzato nessuno, ma porta sulle sue spalle responsabilità enormi. La riabilitazione è una cosa, l’amnesia un’altra. D’Elia, se fosse una persona seria, non avrebbe accettato di essere eletto in parlamento.

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Ma in che paese viviamo?

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Oggi riaprono le camere.
Se vivessimo in una serena democrazia oggi sarebbe un giorno di festa.

Nella prima seduta verranno eletti i presidenti di Senato e Camera.
Alla camera, a meno che non ci siano sorprese clamorose, verrà eletto Bertinotti.
La situazione al Senato è più complicata, perché i candidati sono due: Franco Marini, sostenuto dall’Unione, e Giulio Andreotti, sostenuto dalla CDL.
Avete capito bene. Si, proprio lui. Giulio Andreotti.

Mi spiegate come si fa a voler eleggere presidente del Senato un uomo come Andreotti?
Non che non abbia le capacità per ricoprire quel ruolo, nonostante i suoi 87 anni. Quelle le ha. Anche troppe.
Andreotti è un uomo che puzza di vecchio, di stanze chiuse e muffite.
Qualcuno ha provato ad entrare in quelle stanze, ma non è riuscito a portare niente alla luce del sole.

Se oggi il Senato sceglierà Andreotti, dimostrerà di non voler superare le vecchie logiche democristiane della politica.

Tra le dichiarazioni pro-andreotti, la più illuminante è quella di Totò Cuffaro, Presidente uscente della Regione Sicilia ed indagato per concorso esterno in associazione mafiosa:

Ho deciso di rimanere in Sicilia. Sono venuto qui solo per fare una cosa a cui tengo molto e cioè votare Andreotti come presidente del Senato. Poi resterò per votare il presidente della Repubblica e quindi se i siciliani decideranno di confermarmi presidente, tornerò nella mia Sicilia.

Non servono altre parole.

Luca

Foto Wikipedia

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Andreotti, la Franzoni, Bossi & C.

Capita che, nelle lunghe notti passate a cercare di addormentare il proprio bimbo, si trascorra molte ore davanti alla TV o, se va bene al PC.
Succede quindi di vedere volti e figure che pensavamo nascoste nella Terra di Mezzo.

Se quindi vedete un signore gobbo e semi-rincoglionito fare una pubblicità in aereo insieme ad Amendola ed alla Marini, beh quello è proprio Andreotti. Che nonostante tutto fa sorridere. Perché non è lui. E’ la sua versione buona. Quella cattiva non si vede più.

In TV appaiono volti ancora meno rassicuranti.
Quello della Franzoni, per esempio.
Che avrebbe tutte le ragioni del mondo per ritirarsi nel suo anonimato.
E invece fa di tutto per farsi vedere.
Anche grazie ai consigli di quel grand’uomo di Carlo Taormina. Che deve soltanto difendere Godzilla per completare la sua collezione di clienti.

Il volto di Umberto Bossi non lo vedevamo da tempo. E’ un volto che ha sofferto. E che oggi viene usato dai suoi compagni di merende per festeggiare una falsa vittoria.
La malattia usata per guadagnare consensi.
Mario De Filippi ha fatto scuola.

Verso le 3 o le 4 di notte può anche capitare di vedere strani cadaveri, neri, bruciati o consumati fino all’osso.
Quelli sono i morti di Falluja.
Ma non esistono veramente.
Tranquilli.
Compaiono soltanto la notte su RaiNews 24

Per fortuna posso abbassare lo sguardo.
E vedere Tommy che mi sorride.

Luca