Stamattina leggo il post di Matteo Bordone e mi accorgo di condividere molte delle sue richieste al direttore di Repubblica.
L’ANTEFATTO
Sono almeno 10 anni che compro tutti i giorni un quotidiano.
Ho iniziato con il Corriere.
Infastidito da alcuni suoi editorialisti (Sergio Romano, Angelo Panebianco ed Ernesto Galli Della Loggia) e spazientito dalla sua visione del mondo così moderata, decisi che era giunto il momento di diventare un lettore di Repubblica.
Apprezzavo i suoi editoriali, il suo giornalismo di inchiesta, lo scarsissimo peso dato alla cronaca e, devo essere sincero, il suo spiccato antiberlusconismo.
IL FATTO
Negli ultimi 2-3 anni Repubblica ha avuto un crollo verticale.
La cronaca (nera) sempre più presente e la politica del battibecco a farla da padrona.
Sempre meno spazio alla politica estera.
Lo spazio dedicato alla tecnologia ed al web curata in modo a dir poco dilettantistico.
LA CONCLUSIONE
E’ successo così che sono alcuni mesi che non acquisto più quotidiani.
Il motivo è anche legato al poco tempo che ho per leggere, ma la causa principale è che non riesco a trovarne uno che mi piaccia.
ED ORA?
Se Ezio Mauro riuscisse a soddisfare le richieste di Bordone, saremmo già ad un buon punto.
Purtroppo temo il direttore non abbia tutto questo potere e che la crisi di Repubblica sia irreversibile.
Ed io che faccio?
Torno al Corriere?
No, non ce la faccio…
Luca
2 risposte su “La mia crisi personale con i quotidiani”
Ho vissuto la tua stessa parabola. E anche io non leggo quasi più i quotidiani. Capita ogni tanto, ma solo per inerzia. A volte parlo con miei amici che vivono all’estero. Mi chiedono “Come va in Italia?”. E io non riesco a descrivere il pauroso stallo in cui sono sprofondati media e politica. Insomma, cambio subito argomento.
Eppure ci dovremmo sforzare di restare aggrappati al nostro paese, per quanto sia deprimente.