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Tu chiamala se vuoi Ambient Awareness

L’altro giorno ho letto un articolo molto interessante su Internazionale.

L’autore è Clive Thompson e l’articolo originale è stato pubblicato sul NY Times Magazine.

Lo segnalo perché affronta una delle questioni più dibattute riguardo lo sviluppo dei social network.
Lo riassumo così: “quanto può migliorare la nostra vita ed il nostro rapporto con gli altri grazie all’utilizzo di strumenti che comunicano al mondo ciò che stiamo facendo momento per momento?”

Tutti voi che vi state appassionando in questi giorni all’utilizzo di Facebook avrete utilizzato quello che viene definito “Aggiornamento di stato”, ovvero un box di testo nel quale, se si vuole, si può scrivere quello che stiamo facendo, cosa stiamo pensando, qual’è il nostro umore.
La stessa cosa la fa Twitter.

Dall’uomo comune questi strumenti vengono visti come aggeggi demoniaci capaci di farvi incontrare persone mostruose o di farvi trovare davanti a casa Gozilla o Jack lo squartatore.
Vi diranno però che il rischio più grosso è quello di vivere soltanto rapporti umani virtuali, di isolarsi dal mondo.
E’ implicito che vi trasformerete in uno sfigato che presto evolverà in un serial killer.

In realtà non è così.

Se usati con intelligenza, questi strumenti vi permetteranno di fare quello che la vita moderna vi impedisce: rimanere aggiornati sulle persone a cui tenete.
Thompson la chiama “Ambient Awareness”, che potremmo considerarla come consapevolezza dell’ambiente nel quale viviamo.

I miei continui aggiornamenti di stato aiutano le persone interessate a me a capire cosa sto facendo, quali sono i miei pensieri. Li aiutano a conoscermi meglio.
A mia volta posso seguire il vissuto di persone che, per motivi logistici, non riesco a frequentare nella misura che vorrei.
Questi micro-aggiornamenti, continui e ripetuti nel tempo mi rendono maggiormente consapevole delle persone che vivono intorno a me.

Nella mia rete di “friends” ci saranno persone a me legate da un rapporto umano autentico, ma anche persone che non conosco personalmente, ma che stimo per la loro attività, le loro idee, la loro vita.

Vi assicuro che sarei felice che i mie amici e le persone a me care usassero questi strumenti, permettendomi di seguire il loro vissuto.

Non c’è niente di strano o di sbagliato.
Preferisco seguire la vita delle altre persone tramite la rete che non seguirla per niente.
Nessuno di noi ha più tempo per coltivare con la giusta calma i rapporti umani.
La rete ci può aiutare.

Anche a questo servono Facebook ed i suoi fratelli.
Imparate a farne un buon uso.

Luca

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Relatività

Visto che il “buon” Diego ha apprezzato, riporto qui il mio twit di ieri pomeriggio.

Quando i pirati della strada sono italiani e a morire sono i romeni si dà la colpa alla strada.

Luca