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Divieto di segnalazione

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Apprendo da Medici Senza Frontiere che il nostro paese potrebbe fare un passo ulteriore verso il seppellimento del diritto:

In questi giorni è in via di discussione al Senato un articolo di legge che punta a sopprimere il divieto per medici e infermieri di segnalare alle autorità gli immigrati privi di permesso di soggiorno che ricevono cure mediche.

Il rischio di essere segnalato creerebbe nell’immigrato privo di permesso di soggiorno e bisognoso di cure mediche una reazione di paura e diffidenza, in grado di ostacolarne l’accesso alle strutture sanitarie. Ciò potrebbe creare condizioni di salute particolarmente gravi per gli stranieri – con aumenti dei costi legati alla necessità di interventi più complessi e prolungati – e ripercussioni sulla salute collettiva – con il rischio di diffusione di eventuali focolai di malattie trasmissibili.

Medici Senza Frontiere (MSF), Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI), Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM) e Osservatorio Italiano sulla Salute Globale (OISG) lanciano un appello per chiedere ai Senatori di respingere l’emendamento che elimina il principio di non segnalazione alle autorità per gli immigrati irregolari che si rivolgono a una struttura sanitaria.

Per aderire all’appello, visitate il sito Divieto di Segnalazione.

Luca

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diritti umani

Si ok, Obama, ma sono pur sempre negri

Ancora una volta migliaia di immigrati si sono riversati nelle campagne della Piana di Gioia Tauro per la raccolta degli agrumi. Medici Senza Frontiere (MSF) è intervenuta in quest’area con unaequipe di operatori umanitari. Nei comuni di Rosarno (RC), San Ferdinando (RC) e Rizziconi (RC), MSF ha individuato una popolazione di almeno 1500 migranti che versano in condizioni spaventose. A Rosarno e San Ferdinando i lavoratori vivono in due fabbriche dismesse, in quest’ultimo comune circa 700 persone hanno costruito alloggi di fortuna dentro una ex cartiera. Sfruttamento sul lavoro, scarso accesso alla salute, alloggi totalmente inadeguati ed episodi di violenza costituiscono la realtà quotidiana degli stagionali in quest’area. Le condizioni igienico sanitarie in cui versano i lavoratori stagionali sono inaccettabili, per questo MSF nel dicembre 2008 ha distribuito circa 1500 kit igienico sanitari contenenti un sacco a pelo, sapone, spazzolino da denti e dentifricio.

Oltretutto che non li teniamo neppure legati, eppure si lamentano.

Luca

Via |MSF Italia

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Condizione critica

Lo so che è Lunedì, che piove, che abbiamo mille problemi in testa.
Ma nella Repubblica Democratica del Congo c’è un grosso problema.
Medici Senza Frontiere ha aperto un sito per divulgare la condizione delle persone che abitano nella regione del Nord Kivu.

Centinaia di migliaia di persone stanno fuggendo da una guerra che sta infiammando le province del Nord e Sud Kivu, nell’est del Congo. Sono impaurite. Molte sono ammalate o ferite. Altre sono state rapite o violentate o derubate di tutto ciò che avevano. Per più di un decennio, diversi gruppi armati e l’esercito si sono combattuti nel Kivu. La violenza ha impedito alle persone di condurre una vita normale. La vita nel Kivu non è solo difficile: questa regione è in condizione critica. E le cose non stanno andando per il meglio. Il destino di ognuno di loro è plasmato dalla guerra. La storia della loro lotta per la sopravvivenza deve essere raccontata.

Luca

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diritti umani

Se non possiamo sparargli, non curiamoli nemmeno

Medici Senza Frontiere è costretta a lasciare Lampedusa, dove svolgeva progetti di accoglienza degli immigrati.

Medici Senza Frontiere (MSF) ha chiuso il 31 ottobre scorso le sue attività di soccorso medico al molo dell’isola di Lampedusa. MSF è costretta a prendere questa decisione dopo che il Ministero dell’Interno ha deciso di non firmare un nuovo Protocollo d’Intesa e di non rilasciare così le autorizzazioni necessarie perché MSF continui ad operare adeguatamente.
[…]
Dal 2002, MSF garantiva cure mediche gratuite d’emergenza ai migranti che sbarcavano sull’isola. Dal 2005 fino ad oggi il team di MSF ha visitato 4.550 migranti, 1.420 solo fra gennaio e ottobre di quest’anno. MSF ritiene che la sua presenza sull’isola sia necessaria fino a quando le autorità sanitarie regionali non saranno in grado di garantire un servizio adeguato di assistenza medica agli sbarchi. Solo nel 2008 sono sbarcate oltre 25mila persone a Lampedusa di cui il 20 % appartenete a categorie vulnerabili come donne e minori inclusi neonati.

E’ una di quelle notizie che si commenta da sola.

Luca

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diritti umani

L'Italia complice delle deportazioni libiche

Pensavate di essere governati da politici soltanto mafiosi, corrotti ed incompetenti?
Evidentemente non è sufficiente.
L’Italia si sta rendendo infatti complice insieme alla Libia di gravissime violazioni dei diritti umani.

Ecco cosa si legge in un comunicato di Amnesty International:

Le associazioni ed enti di tutela del diritto d’asilo esprimono profonda preoccupazione in merito alle dichiarazioni rilasciate dal Governo di Tripoli attraverso un comunicato stampa con il quale è stato annunciato che tutti gli immigrati illegali, presenti sul territorio nazionale saranno espulsi senza eccezioni. Si tratterebbe, secondo una stima delle autorità libiche, di 2 milioni di persone, tra cui numerosi richiedenti asilo e rifugiati, provenienti in maggioranza dal Corno d’Africa, donne e minori.

Anche Medici Senza Frontiere esprime la sua preoccupazione e chiarisce perché l’Italia non debba collaborare con la Libia:

La Libia, come è noto, non ha ratificato la Convenzione di Ginevra e non offre alcuna garanzia a quanti fuggono da guerre e persecuzioni personali. “La possibilità che i cittadini stranieri vengano respinti verso paesi dove sono in corso guerre e crisi umanitarie che ben conosciamo, come la Somalia, il Darfur o la Somali Region in Etiopia, è per noi motivo di sconcerto”, afferma Kostas Moschochoritis, Direttore Generale di MSF Italia.

Nonostante l’atteggiamento intollerabile della Libia rispetto alla gestione del fenomeno dell’immigrazione, il Governo italiano ha recentemente annunciato la firma di un accordo per il pattugliamento marittimo congiunto con il Ministro degli Esteri libico, accordo che prevede anche il trasferimento di risorse economiche al Governo di Tripoli. Questi accordi non sembrano tenere in nessuna considerazione le inaccettabili condizioni dei migranti in Libia ed espongono l’Italia ad accuse gravissime relativamente alla tutela dei diritti umani.

I governi italiani ormai da anni affrontano il problema della immigrazione clandestina in evidente contrasto con le norme internazionali sul diritto d’asilo.

Il ministro Amato ed il nostro governo possono far meglio di Gheddafi.
L’Italia non è la Libia.
Che ce lo dimostrino.

Luca