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diario

E pure sul Riformista facciamoci un crocione

Figuratevi che mi era pefino venuta la voglia di comprare il nuovo Riformista.

Poi ho saputo che tra i notabili editorialisti c’è pure Cossiga.
Si, proprio l’ex Presidente della Repubblica, che ieri aveva detto queste cose:

Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero ministro dell’Interni. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri. Le forze dell’ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano. Soprattutto i docenti. Non quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì

Luca Sofri era stato ieri l’unico a notare la gravità delle idiozie dette da Cossiga e oggi ha scritto una lettera aperta al direttore del Riformista, Antonio Polito:

Caro Antonio Polito, il tuo giornale oggi ha pubblicato un’intervista con Francesco Cossiga. A me sembra uno dei soliti suoi (di Cossiga) autocompiacimenti infantili che i giornali usano spesso perché Cossiga garantisce sempre di spararle grosse, anche se ormai nessuno ci fa più caso. Ma insomma, era un’intervista.
Solo che contemporaneamente oggi veniva pubblicata su un altro quotidiano un’altra intervista a Cossiga. E questa volta il senatore a vita le sparava non grosse – di quelle che ci si dà di gomito e si ridacchia al pensiero di averlo avuto Presidente della Repubblica – ma vergognose, criminali e infami. Roba che in un paese normale se ne chiederebbe l’allontanamento dal Parlamento che rappresenta, a vita o no. Per ignominia. Roba che meriterebbe l’apertura di un procedimento penale. Roba che arriva un momento in cui i tarallucci e vino e l’indulgenza per la buffa macchietta lasciano posto a prendere le cose sul serio, una volta ogni tanto.
Bene, caro Antonio Polito: il tuo giornale oggi sottolinea con orgoglio che “tra i pubblicisti del Riformista c’è il Presidente Emerito” Cossiga, e lo stesso Cossiga si vanta di aver di fatto inventato lui il giornale.
Io mi aspetto per domani un tuo editoriale che prenda sul serio le cose orribili che Cossiga ha detto oggi. Te lo scrivo a tarda sera, che voglio pensare domattina, leggendolo, che ci avevi già pensato da solo. Ciao.

Tanto per rinfrescarvi la memoria: grazie a Cossiga nel 1977 una ragazza di 19 anni ci lasciò la pelle.
Si chiamava Giorgiana Masi.

Luca

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politica

Pane al pane

Luca Sofri alla direzione del Partito Democratico:

Vi dico cosa farei io. Passerei tutto il tempo a inventarmi delle cose: a farmi venire delle idee. A mostrare al paese, per i prossimi tre anni, che stiamo facendo delle cose e delle buone cose. L’intervento su Alitalia poteva essere uno. Era fare. Tutte le dichiarazioni su Berlusconi Di Pietro o la Rai, invece sono dire. Sono inutili, roba vecchia, perdite di tempo. La politica non si può più fare così, se si vuole davvero fare, la politica: se non si vuole tenere una rendita personale in attesa di inutili promozioni o lontane pensioni. La politica oggi si fa in modo rivoluzionario, o si perde, e si perde prima di tutto con se stessi. Le persone che sono qui oggi – salvo i pochi che hanno meritatamente legato il proprio nome alla creazione del Partito Democratico – non saranno ricordati per niente di buono. Non è una cosa bella, perché ci sono un sacco di brave e capaci di persone: ma è la verità. Siamo brave e capaci di persone inesistenti nella storia, che non hanno saputo mettere delle pezze sui disastri di questo paese. Nel migliore dei casi, un ministero ininfluente quella volta là, una legge già abolita quell’altra volta.

[…]

Siete la leadership? Siete il modello? Siete quelli che devono guidare il cambiamento? E allora andate via da Roma, per un anno. Trovatevi un’altra città, un altro pezzo di Italia da conoscere e aiutare, e andate là. A Cosenza, a Treviso, a Sassari. Sì, lo so, state già pensando “i bambini, la famiglia, figuriamoci”. Ma che impegno è quello in queste condizioni non è capace di grandi sacrifici? Io vi capisco: non ne sarei capace, non mi sentirei disposto a tanto. E infatti faccio altro.

Luca

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diritti umani

Se pure i magistrati cadono nella xenofobia

L’aveva segnalato Luca Sofri un mesetto fa.

L’argomento di discussione è la legge sulle intercettazioni telefoniche.

In un appello dell’Associazione Nazionale Magistrati, per fare un esempio di reato per il quale verrebbero impedite le intercettazioni telefoniche, viene citato testualmente: “il sequestro non a scopo estorsivo, come ad esempio la zingarella che rapisce un bambino…”.

L’espressione è tanto più scandalosa tanto più se si considera chi l’ha adoperata.
Nel senso che, se pure i magistrati, cadono nella xenofobia, allora stiamo freschi.

Leggendo oggi le lettere su La Stampa, scopro che in realtà la situazione è molto peggiore:

Sono un ricercatore che si occupa da qualche anno d’immigrazione e negli ultimi mesi ho avuto più di un’occasione per indignarmi. L’ultima, e particolarmente grave, riguarda un messaggio, che sta girando in rete, in cui si spiegano gli effetti della legge salva premier. In questo messaggio vengono riportati gli esempi che, come ho potuto verificare, si trovano sul sito dell’Anm (Associazione Nazionale Magistrati), dove si ipotizzano cinque casi di processi che verrebbero sospesi. In tre di questi l’ipotetico responsabile di reato viene indicato come straniero: uno stupratore, un guidatore ubriaco su un’auto rubata che uccide tre pedoni, due zingarelle che rapiscono un bambino o che rubano al supermercato. È evidente che non c’era nessuna necessità di specificare la nazionalità o le caratteristiche etniche degli autori dei reati. Suppongo che l’indicazione dei colpevoli come stranieri volesse sottolineare che la lotta alla criminalità immigrata sbandierata dal governo viene vanificata dalla nuova legge. Tuttavia non ritengo che per suscitare la giusta indignazione dell’opinione pubblica nei confronti di questi provvedimenti sia lecito aizzarne le peggiori pulsioni xenofobe. Ancora meno quando a farlo è un’illustre istituzione come l’Anm. Dovrebbe essere la gravità del reato non perseguito a indignare e non chi l’ha commesso! Nello specifico mi risulta che nessuno «zingaro» sia stato condannato per ratto di minore nella storia giuridica italiana almeno negli ultimi decenni. Tutto questo mi pare l’ennesima prova del livello d’imbarbarimento a cui è giunto il dibattito pubblico nel nostro Paese.
AMEDEO ROSSI, TORINO

Ecco.
Amedeo Rossi for President!

Luca

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diritti umani

Tanto per chiarire

Non vorrei che il silenzio fosse interpretato come assenso.
Il tenutario di questo blog è fortemente contrario alla schedatura obbligatoria delle impronte digitali dei bambini rom.

Così, tanto per chiarire.

Intanto, come approfondimento, vi consiglio questo post di Luca Sofri.

Luca

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politica

Essere antiberlusconiani con intelligenza

Stamani, mente lavoravo, mi sono ascoltato la diretta di Repubblica Radio nella quale ho ascoltato un antiberlusconismo abbastanza scontato.
Del tipo: “La maggior parte degli italiani è ignorante e gretta e quindi vota il nano di arcore”.

Quello che ha scritto oggi Luca Sofri mi è sembrato, invece illuminante.

Oggi ci scandalizziamo tutti perché Berlusconi si scrive le leggi per non essere giudicato dai tribunali.
Ieri, quando è stato deciso di militarizzare le strade o di portare avanti la guerra al clandestino, nessuno (o quasi) ha detto niente.

[…]
A me sta sulle palle che l’unica cosa su cui non si tratta sia la speranza di una condanna per Berlusconi, mentre si può dialogare sulle condanne per tutti quanti noialtri. A me sta sulle palle che delle piccole élites privilegiate predichino lo scandalo di una legge ad personam, trascurando il fatto che tutte le altre leggi colpiscono personam di cui si disinteressano.
E mi chiedo dove sia finito quel “capire gli interessi della gente”, se si pensa che agli elettori che in massa hanno votato Berlusconi interessi davvero la sua condannibilità piuttosto che mille altre cose che colpiscono le loro tasche e le loro vite. Con l’eccezione di quelli così allenati all’indignazione antiberlusconiana da essere disposti a far mettere in galera i clandestini a centinaia purché si mantenga una speranza che in galera ci vada anche Berlusconi.
Mettetevelo in testa: le elezioni le abbiamo perse, e le ha vinte un centrodestra pessimo e guidato da uno come Berlusconi. Se volevate un paese fatto a misura della sinistra, lo educavate meglio e vincevate le elezioni. Adesso sembriamo i tifosi della nazionale che protestano se l’Olanda fa il biscotto. Le abbiamo perse, e ora cerchiamo di stabilire delle priorità: tra le mie – e quella di molti altri- la processabilità del primo ministro non è la prima.

Condivido e sottoscrivo.

Luca