Credo che il Presidente della Repubblica italiana possa più o meno essere assimilato al pianista di un piano bar.
E’ lui che rende più gradevole l’atmosfera e che crea il sottofondo, ma quel che succede nel bar non dipende da lui.
Il discorso di fine anno non è altro che un assolo di 10 minuti in cui gli avventori del bar smettono di parlare e fanno finta di ascoltare l’esecuzione del pianista.
Ha quindi poco senso dare troppa importanza alle parole pronunciate il 31 Dicembre da Napolitano.
Non hanno nessuna importanza per lo sviluppo della vita politica del nostro paese.
Non capisco quindi il perché dell’accanimento contro Napolitano, ad esempio da parte di Alessandro Gilioli (ormai trasformatosi in Beppe Grillo) che lo accusa sarcasticamente di essersi fatto scrivere il discorso da Ghedini (avvocato di Berlusconi).
Sparare su Napolitano è come sparare sul pianista di piano bar.
Si colpisce il bersaglio più facile pretenendo da lui cose che non può fare.
E poi Napolitano ha pure avuto un pensiero per quelli come me.
Senza trovare soluzioni, ma non è lui a doverlo fare.
Si è fatto non poco per salvaguardare il capitale umano, per mantenere al lavoro forze preziose anche nelle aziende in difficoltà, e si è allargata la rete delle misure di protezione e di sostegno; ma hanno pagato, in centinaia di migliaia, i lavoratori a tempo determinato i cui contratti non sono stati rinnovati e le cui tutele sono rimaste deboli o inesistenti; e indubbia è oggi la tendenza a un aumento della disoccupazione, soprattutto di quella giovanile.
Luca