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A volte ammetterlo, di ignorare, è meglio che far finta di conoscere

In un convegno che si è tenuto nella nostra Camera dei Deputati alcuni giorni fa, presente anche Lawrence Lessig, sembra che il Ministro Romani abbia detto cose imbarazzanti.
Cose dette da una persona che non conosce la rete e le sue dinamiche.
La cosa preoccupante è che il Decreto Romani, che vorrebbe limitare e censurare la diffusione dei contenuti in rete, è proprio opera sua.
Riccardo Luna, direttore di Wired Italia, lo invita a pensare ad altro, visto che la materia pare essergli di ostica comprensione.

Siete giovani? Siete belle? Allora smettetela di molestare online Paolo Romani chiedendogli l’amicizia su Facebook! Perché non solo mettete in imbarazzo un uomo sposato con tre figli (“Quando il venerdì torno da mia moglie non so come spiegarle che quelle donne non le conosco”), ma quel che è più grave avvelenate l’idea di Internet del vice ministro delle Comunicazioni. Il quale infatti da qualche tempo sta cercando di suicidarsi su Facebook, ovvero di cancellare il suo profilo, senza successo pare. Giovedì scorso in un dibattito alla Camera dei deputati ho promesso a Romani un consiglio, un “tutorial” per aiutarlo ma prima consentitemi di dirgli che dopo averlo ascoltato sono preoccupato. Il suo imbarazzo infatti potrebbe benissimo restare confinato nella sfera privata se non rischiasse di avere effetti gravi sullo sviluppo della Rete in Italia, visto che Romani è “il ministro della banda larga” che ancora non c’è. E proprio nei giorni in cui il suo collega americano ha lanciato un piano decennale per portare la banda ultralarga – e quindi Internet a 100 mega – a tutti, facendo di questa rete il perno dello sviluppo, da noi il vice ministro non è capace di sbloccare gli 800 milioni per darebbero una connessione decente – un mega – a quelle zone del Paese che ne sono prive. E in più firma un decreto che minaccia la sopravvivenza di youTube in Italia. Spero davvero che chi ci governa capisca presto che Internet è l’architettura del nostro futuro. Quanto al suicidio su Facebook, ci sono tanti siti che offrono il servizio completo (per esempio seppooku); ma, signor ministro, se le chiede l’amicizia qualcuno che non lei conosce, clicchi semplicemente su “ignora”. A volte ammetterlo, di ignorare, è meglio che far finta di conoscere.

Luca

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internet

Internet for Peace

L’iniziativa di Wired per candidare Internet al Nobel per la pace genera in me sensazioni contrastanti.
Da una parte mi sembra una buona idea, soprattutto se contestualizzata nei paesi in difetto di libertà di opinione dove la rete è il modo più semplice per far circolare informazioni.

Dall’altra mi sembra una minchiata.
Forse più la prima della seconda, ma ancora non lo so.

Luca

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informatica internet

Bing

Tra tutte le cose fatte da Microsoft il motore di ricerca è indubbiamente la cosa che gli è sempre venuta peggio.
Bing, l’ultima versione, dicono funzionare piuttosto bene.
Quantomeno meglio di Live Search che era indiscutibilmente ridicolo.

bing

Su Wired di questo mese si racconta la storia di PowerSafe, la società che ha sviluppato il motore che sta dietro Bing e che è stata comprata per 100 milioni di dollari da Microsoft.

La storia è interessante, non solo perché PowerSafe è stata fondata da Lorenzo Thione, un trentenne italiano emigrato negli USA, ma anche perché spiega come Bing si prefigga di effettuare le ricerche interpetando le frasi digitate dall’utente, non semplicemente analizzando le parole chiave.
Del tipo che se scrivo “Chi ha ucciso JFK” il motore di ricerca non mi dovrebbe indirizzare verso una pagina che parla di JKF, ma verso una che contenga la risposta alla domanda (in questo caso “Lee Harvey Oswald”).

Lorenzo Thione spiega come l’idea che sta dietro a Bing sia basata sull’analisi logica del testo e per questo motivo al momento funziona bene soltanto nella versione inglese.
Per funzionare in altre lingue il lavoro deve essere ovviamente replicato.
Bing in italiano sfrutterà appieno la tecnologia di analisi del testo soltanto dalla fine del 2010, per ora funziona come un motore di ricerca normale.

Interessante.

Effettivamente se cerchi qualcosa su Bing in italiano non trovi le risposte alle tue domande.
A volte non trovi nemmeno le parole chiave.
La cosa preoccupante è che lo stesso vale per la versione inglese.

Insomma, forse dobbiamo aspettare ancora, ma io non trovo ancora un motivo valido per abbandonare Google.

Luca

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informazione

Chi ben comincia

Oggi nasce Wired Italia.
La rivista (forse) più bella del mondo viene distribuita in edizione italiana.
La copertina del primo numero è in perfetto stile Wired.

Se volete, potete abbonarvi per due anni con 19 €.

Luca

wired1

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Colazione da Wired

Potete seguire anche qui la diretta della presentazione di Wired Italia, dalle 10 alle 13.