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Travaglio, Prodi e Berlusconi

L’italico popolo del centro-sinistra è riuscito a resistere a cinque anni di Berlusconi grazie alla speranza che la malattia prima o poi sarebbe passata.
Una volta guariti abbiamo però scoperto che la malattia si può ripresentare.
Ce l’hanno menata per anni con la storia della libertà di informazione e del conflitto di interessi, ma gli attacchi di questi giorni rappresentano l’ennesima delusione per il succitato popolo dell’ulivo.
Ok, Prodi non è Berlusconi.
Lo so, però l’attacco di Prodi contro Santoro e contro Travaglio a me sembra un’ingerenza indebita.

I nostri politici sono abituati a dibattiti televisivi in cui non c’è mai un giornalista che faccia anche una sola domanda che li possa mettere in difficoltà.

Dalla intervista a Travaglio sul Corriere di oggi:

Sandro Curzi dice: Travaglio dovrebbe intervistare i suoi interlocutori per assicurare un contraddittorio.
«Sandro è troppo intelligente per ignorare che non c’è un solo politico disposto a farsi intervistare da me. Non raccontiamoci balle. La verità è che si trovano tutte le scuse per non entrare nel merito di quanto racconto citando documenti e fonti. Io non invento nulla».

Curioso che l’attacco a Travaglio arrivi in seguito alla lettura della lettera immaginaria firmata da Licio Gelli (che potete rivedere qui sotto).

Luca

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I Mille e la convivenza tra cattolici e socialisti

I Mille si stanno organizzando.

Oggi Mario Adinolfi scrive alcune cose che avrei potuto scrivere io.

[…] noi dobbiamo tornare a scoprire le ragioni profonde per cui un segmento del cattolicesimo politico e una tradizione di radice socialista, possono decidere di fondersi in un’unica struttura politica.

La ragione è una sola: perché hanno molto in comune. E perché il cattolicesimo democratico non è stato mai negatore di libertà, se a questa libertà corrispondeva un deciso volere della cittadinanza. […] La radice socialista contiene in sé più il concetto di “liberazione” (dalla schiavitù, dall’oppressione, dall’alienazione) che quello di libertà, che ha in nuce anche una dimensione propositiva. Liberi per fare che?

L’incrocio di queste tradizioni, di quello scudo che portava la parola “libertas” al centro e di quel pugno chiuso che era un gesto di liberazione attraverso la lotta, renderebbe sensato e fecondo e moderno lo stare insieme in uno stesso partito, ora che la libertà è un dato acquisito e la liberazione quotidiana abbiamo imparato a non farla discendere dai pugni.

A me piacerebbe che i Mille portassero con orgoglio la dimensione caratteristica di essere l’unico luogo della dialettica verso il Pd, dove chi crede al primato della famiglia e chi va a sfilare al Gay Pride possono stare tranquillamente fianco a fianco e condividere un tratto di strada insieme nel pieno rispetto reciproco.

Queste erano le idee che stavano alla base dell’Ulivo e sarebbero dovute diventare i principi fondanti del PD.
Vallo a spiegare a D’Alema e Rutelli.

Luca

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Ora abbiamo i nomi

Fino ad ieri ci potevamo incazzare contro coloro che hanno decretato la morte dell’Ulivo e della speranza di cambiamento ad esso collegata.
Da oggi sapremo contro chi rivolgere le nostre imprecazioni.
Sono stati scelti i 45 membri del Comitato Promotore del Partito Democratico.

I soliti nomi.
Per dovere di cronaca: si, c’è anche Follini.

Un primo calcolo approssimativo dice che l’età media dei membri di questo comitato è di circa 57 anni.

Non hanno capito nulla.
Che non si lamentino se la gente si stacca dalla politica.
Anche volendo, mi dite come fa una persona sotto i 40 anni, che non sia parente stretta di un altro politico, ad impegnarsi?

Non va rifondata la politica, vanno rinnovati i politici.

Luca

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Ciao ciao Prodi?

Il governo è in ginocchio.
E’ stato battuto al senato sulla politica estera.

Il popolo dell’Ulivo chiedeva una discontinuità dal precedente governo.
Che non c’è stata.
Per i soliti interessi di partito.
Se stasera Prodi salirà al Quirinale (ma non succederà), da domani partirà il grande inciucio Rutelli-Casini-Follini-Berlusconi.
Che andassero tutti a fare in culo.
E non dico altro.

Luca

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D'Alema vaneggia

Massimo_DAlemaLe recenti elezioni politiche ci hanno rintuzzato il grido in gola.
Pensavamo di stravincere, di surclassare il berlusca ed, invece ci siamo dovuti accontentare di una vittoria risicata.
Poi è seguita l’edificante tiritela della scelta dei ministri, dei sottosegretari e delle stagiste da posizionare sotto le loro scrivanie.
Dopo questo periodo difficile, l’ulivista medio si sente quindi moscio, privo di speranza. Certo dell’imminente ritorno del nano di Arcore.
Ma l’ulivista, si sa, è un’ottimista. Ne ha passati di momenti duri. Quindi cerca di carpire il buono da ogni avvenimento della politica.

Oggi, anche il più positivista degli ulivisti ha le palle che gli toccano terra.
Ieri sera è stato ucciso il 38° italiano in Iraq.
Il cadavere di Alessandro Pibiri si aggiunge a quelli di circa 40.000 iracheni , di 2476 americani e di 113 inglesi (fonte Iraq Coalition Casualty Count).
Il momento è triste, difficile. Questa guerra non la vuole più nessuno.
L’ulivista, dopo anni di propaganda militare, si aspetta finalmente di sentire parole nuove, che richiamino ai valori della pace, delle scelte condivise con l’ONU. Il nostro ministro degli esteri, che già qualche anno fa aveva bombardato la Jugoslavia di Milosevic, si appresta a fare la sua dichiarazione. Cosa dirà? Dirà qualcosa di centro? Non dico di sinistra, ma almeno di centro?
Eccolo, si avvicina al microfono:

” Dolore, solidarietà e vicinanza alle Forze armate italiane, ancora una volta duramente colpite nell’ adempimento del loro dovere in una missione di pace“.

D’Alema, ma sei di fuori. Ma vai a farti un giro! Te, l’Ulivo, Prodi, Mastella, Bertinotti e tutti quei cretini di italiani che, come me, vi hanno dato il voto.

Possiamo cortesemente sperare in un ritiro delle missioni militari di guerra all’estero?
Ce lo avete promesso!
Ci avete anche sempre detto che quella in Iraq non era una missione di pace!
Che cosa è successo, avete cambiato idea?

Siamo veramente stufi di voltafaccia.
Vogliamo politici coraggiosi!

E smetti di ridere! Con quei baffetti di merda…

Luca

Foto Parlamento Europeo.