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Bene signora, paga con la tessera dei morti di fame?

Che Tremonti non ne azzecchi una ormai è cosa nota.
Ci aveva terrorizzato dicendoci che l’economia occidentale sarebbe caduta sotto l’attacco della Cina e dei nuovi paese emergenti.
Abbiamo visto come è andata a finire.
Siamo tutti caduti (compresa la Cina) sotto i colpi del liberismo e della finanza creativa che Tremonti teorizzava fino ad ieri.
Oggi Tremonti è diventato una specie di liberal-marxista, ma questa è un’altra storia.

L’ultima idea del nostro ministro dell’economia è la “Social Card“, una specie di carta ricaricabile per morti di fame.
Così la signora anziana che va a fare la spesa sarà costretta ad esibirla alla cassa, magari vergognandosi un po’ e subendo gli sguardi compassionevoli delle rampanti donne in carriera che stanno in fila con lei.

Non si potevano dare gli stessi soldi direttamente in busta paga o con un assegno recapitato a casa?
No, perché è bene che il povero si ricordi di essere tale e manifesti agli altri il suo stato.

La gente come Tremonti ha una tara mentale.
Interpreta il welfare come una sorta di beneficenza.
Se io ti concedo dei soldi, te me ne devi essere grato.
Non importa se proprio io, con le mie idee malsane, ho contribuito ad affondare l’economia mondiale.
Te sei povero ed io, nella mia bontà, di concedo qualche euro di carità.

Se poi ti vergogni ad esibire la “Tessera ufficiale di morto di fame” alla cassa del supermercato sono cazzi tuoi.
Se tu il morto di fame. O no?

Luca