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diritti umani

Pecorella tua sorella

http://www.youtube.com/watch?v=CuxUxk6EsuE

Ho un’idea un po’ preromantica della non violenza.
E per me, dileggiare una persona perché sai che non può reagire, è un atto di violenza più o meno come dargli un pugno in faccia.
Perché se gli dai un pugno in faccia, l’altro è autorizzato a reagire, ma se lo tratti da idiota, lui se ne deve stare lì fermo a subire la tua violenza verbale.

E sei un coglione che si spaccia per un non violento.
E comunque, pecorella tua sorella.

Luca

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politica

Irene Tinagli for president

Irene Tinagli ha scritto una cosa sulla Stampa di oggi che è, secondo me, la risposta definitiva ai No-Tutto.

Il fatto è che il rapporto tra infrastrutture e crescita è complesso: spesso le infrastrutture anticipano e guidano certi percorsi di sviluppo, e il loro effetto futuro non si può prevedere sulla base dell’utilizzo delle vecchie strutture e tecnologie. Sarebbe stato come se negli Anni Novanta l’Italia avesse deciso che era inutile portare qua Internet e l’e-mail perché il flusso di missive delle Poste italiane era un po’ in calo. Certamente l’Italia sarebbe sopravvissuta. Ma a quale prezzo? Anche se forse nel caso della Tav è una forzatura dire che senza quella tratta Torino e l’Italia saranno escluse dall’Europa: lo sono già. L’Italia non solo è fanalino di coda tra i Paesi europei per chilometri di alta velocità, ma è quella che ne ha meno in cantiere, quella che ne costruirà meno in futuro.

La Spagna ha inaugurato la prima linea veloce nel 1992 e in meno di dieci anni ha costruito circa 2700 chilometri di alta velocità, il triplo dei nostri, e ne ha in cantiere altri 1800 (contro i nostri 92). La Cina ne ha operativi più di seimila e ne sta costruendo oltre quattordicimila, investendo 309 miliardi di dollari. Per non restare troppo indietro Obama sta spingendo per massicci investimenti nell’alta velocità anche negli Stati Uniti (e proprio in questi giorni il dibattito sull’alta velocità è caldissimo anche lì). E sappiamo che la strategia complessiva dell’Unione Europea sull’alta velocità andrà comunque avanti, con o senza il passaggio dall’Italia. No, quel pezzo di alta velocità, di per sé, non cambierà probabilmente le sorti italiane, sarà uno dei tanti anelli mancanti del nostro Paese, uno dei tanti ospedali incompiuti, dei capannoni abbandonati, o una delle migliaia di piste ciclabili ammezzate che terminano nel nulla, simbolo perfetto di un Paese eternamente in partenza ma incapace di capire dove vuole arrivare.

Luca

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politica

La libertà non è tirare l’ammoniaca in faccia

Sulla vicenda della No-TAV cè tanto da dire, ma alla fine basta quello che ha scritto il Presidente Napolitano.

Su tutto però bisogna chiarire una cosa.
Preparare delle bombe all’ammoniaca per tirarle a poliziotti ed operai non è giustificabile mai.
Le azioni non violente, anche odiose come violare zone interdette, sono una cosa.
Tentare di sfregiare la faccia di chi si ha davanti è tutt’altra cosa.

Poi ci sarebbero anche altre cose da dire.
Che ad esempio la gente non ha ancora ben capito cosa significhi essere un Partito Democratico e che quello che sta succedendo in questi giorni ci chiarisce perché il PD debba essere diverso da SeL e IDV.
In questo senso il commento di Bersani è sottoscrivibile cento volte:

Non si tratta piu’ di come si fa una ferrovia ma di come funziona una democrazia.

In uno stato normale vengono prese delle decisioni, ma una volta prese le si portano avanti, specialmente quando queste decisioni sono state discusse e ridiscusse.

Non c’è nessuna grande dimostrazione di democrazia nello stare sempre dalla parte di chi fa casino.

Luca

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politica

Strani montanari

no tav

Pare che la gente che è andata a fare le barricate contro la polizia in Val di Susa, sia tutta gente non della Val Di Susa.

I MANIFESTANTI – Quasi tutti militanti dei centri sociali del Nord, che da domenica notte erano giunti al presidio. Sul piazzale, invece, non c’erano più abitanti della Valsusa. Al punto che la loro presenza era stata richiesta a gran voce dagli incappucciati neri non pratici della zona, che nascondevano molotov, pietre ed estintori dietro ai massi. Molta gente girava con spranghe e mazze da baseball. Dentro il presidio c’erano almeno 500 persone.

A me questi personaggi incappucciati che lanciano pietre contro la polizia e contro i poveri operai che devono aprire la strada paiono gente di pianura.

Senza entrare nel merito della TAV.

Luca

Foto | La Stampa