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Contro il Coordinamento Fermare Green Hill (non leggere se sei animalista)

baggio_borgonovo

Grazie ad Eleonora per la segnalazione 😉

Questo è un post specista, che parla male di certi animalisti. Se siete antispecisti o animalisti, è probabile che vi possiate incazzare con me.
Io vi ho avvertiti.

Sabato scorso alcuni attivisti del Coordinamento Fermare Green Hill (quelli dei beagle) hanno fatto un’incursione nel Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Milano dove opera una sezione dell’Istituto di Neuroscienze del CNR, occupando lo stabulario, dove sono ospitate le cavie destinate alla sperimentazione.

Dopo una lunga trattativa, il personale è riuscito a fare uscire i cinque attivisti, che si sono portati via alcune centinaia di topi ed un coniglio, in seguito battezzato Alfio.

Il danno arrecato è enorme, come hanno spiegato i ricercatori del CNR in una lettera.

Il danno arrecato, difficile da quantificare ma nell’ ordine delle centinaia di migliaia di euro, va però ben oltre la perdita degli animali illegalmente asportati, in quanto gli animalisti hanno tolto i cartellini a tutte le gabbie, rendendo non più identificabili gli animali e di fatto mandando in fumo il lavoro di anni di ricerca scientifica e i finanziamenti relativi.

Mandando in fumo il lavoro di anni di ricerca scientifica e i finanziamenti relativi, lo ripeto, tante volte lo aveste perso.
Si, direte voi, tanto queste cavie saranno servite alle industrie farmaceutiche per sperimentare nuovi farmaci e per far soldi.
Be’, magari anche quello in futuro, ma al momento no.

Le ricerche riguardano in gran parte malattie del sistema nervoso, per le quali vi è un disperato bisogno di cure, attualmente non disponibili: autismo, malattia di Parkinson, di Alzheimer, Sclerosi Multipla, Sclerosi Laterale Amiotrofica, sindrome di Prader-Willi, dipendenza da nicotina.

Del resto, la sperimentazione animale è una cosa orribile, nessuno lo nega, ma è l’unica strada, come chiariscono i ricercatori del CNR.

E’ innegabile che la sperimentazione animale rappresenti un delicato problema etico; la sensibilizzazione dell’opinione pubblica su questo problema ha portato alla approvazione in anni recenti della legislazione che regola l’uso degli animali nella ricerca, con conseguente enorme miglioramento delle condizioni di stabulazione e con l’eliminazione di sofferenze inutili cui essi potrebbero essere sottoposti. Tuttavia, è altrettanto innegabile che i grandi progressi della medicina e lo sviluppo di terapie, sono stati possibili solamente grazie all’uso di animali da laboratorio, utilizzo che sarà necessario anche per futuri auspicabili sviluppi.

Secondo me, ci spiega molto del modo di ragionare di questi animalisti di assalto, un commento lasciato sul profilo Facebook di Fermare Green Hill dalla persona che ha preso in custodia Alfio (il coniglio, ricordate?).

Una macchina creata per produrre articoli scientifici ed ingrassare il conto in banca e la fama di un MOSTRO SADICO (il ricercatore del CNR, ndr). So da sola che non vivrà a lungo, ma so che morirà di morte naturale, libero e amato. Non auguro la stessa cosa a chi l’ha ridotto così, anzi!

Sappiamo tutti che il mondo è brutto, che le malattie lo sono altrettanto e che sarebbe bello vivere tutti felici e sereni, circondati di animali e fare l’amore tutto il giorno (non con gli animali).
Abbiamo imparato che non è così.
Purtroppo c’è tanta gente che si ammala e la scienza medica non sarebbe riuscita ad andare avanti senza le sperimentazioni sugli animali che hanno permesso di testare e calibrare le cure.

A questo servono gli animali da laboratorio, che sono per altro individui prodotti con quell’unico scopo ed incapaci di sopravvivere in natura.

A meno di non voler sperimentare direttamente sull’uomo o di non voler mettere sullo stesso piano la vita di Alfio ed il progresso scientifico.
Ma qui entriamo nel dibattito sullo specismo e non è proprio il caso.

Insomma, la prossima volta che condividete su Facebook una roba del Coordinamento Fermare Green Hill, ricordatevi che sono quelli dei beagle, ma sono anche quelli che in cinque minuti hanno bruciato il lavoro di anni di sperimentazioni che un giorno potrebbero aiutare a migliorare la condizione di vita di tanti malati, magari pure la vostra.

Ora ovviamente l’Istituto di Neuroscienze riprenderà le ricerche utilizzando altre cavie.
Altre centinaia di topi ed un altro coniglio Alfio.
Quanto siete coglioni.

Luca

Via | Il Post