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Aiutiamo Roberto a guarire

ProRoberto

Quando diventi padre c’è qualcosa che scatta dentro la tua testa.
Non riesci più a guardare un bambino con lo stesso distacco con cui lo guardavi prima.
Ogni bambino diventa proiezione del “tuo” bambino.
Così, quando oggi ho letto la storia di Roberto su Blogfriends, ho provato ad immedesimarmi in quei due genitori.
La storia purtroppo è vera. Non è la solita bufala-catena di sant’antonio.

Roberto ha una malattia rara.
Può guarire soltanto tramite un trapianto di cellule staminali prelevate da cordone ombellicale.
La cura ha una probabilità di successo dell’80%.
Per poter usufruire di questa cura Roberto deve andare negli USA.
Per la cura e la degenza servono circa 800.000 €.
Senza questa cura Roberto morirà.
Non c’è altro da dire nè da sapere.
C’è solo da aiutare Roberto.

Potete contribuire in qualsiasi modo.
Anche tramite PayPal (dai che lo abbiamo usato tutti per comprare su Ebay!).
Non c’è nemmeno da andare alla posta.

Diamo a Roberto la possibilità di provare a guarire.

Luca

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cronaca

Quando il dolore non genera rabbia, ma solidarietà

Alcuni giorni fa morirono tre ragazzi valdostani (il più vecchio 20 anni) precipitando da un ponte alto 80 metri dell’autostrada A26; davanti a loro un camion aveva sbandato e per evitarlo i ragazzi erano finiti nel vuoto. Anche l’autista del camion, un senegalese di 47 anni, era morto a causa delle ferite riportate.

I genitori dei ragazzi hanno fatto una colletta per pagare le esequie del camionista e per rimpatriare la sua salma; il camionista ha infatti moglie e 6 figli in Senegal.

Non abbiamo mai pensato che fosse stata colpa sua”, ha spiegato uno dei genitori dei ragazzi. “Era un povero extracomunitario che lavorava come gli altri, anzi forse di più degli altri, e in 22 anni non aveva mai avuto incidenti. Purtroppo era alla guida di un tir vecchio, supercarico e malandato.

Infatti, sembra che a causare l’incidente del camion sia stato il cattivo funzionamento dei freni, in un punto dell’autostrada che ha già visto tanti altri incidenti con tante altre vittime.

Ero con mio cognato e abbiamo incontrato il fratello dell’autista del tir e l’imam della loro comunità. Loro cercavano di assolvere il fratello, ma noi lo avevamo già fatto.

Non sempre dal dolore nasce la rabbia. A volte può stimolare la solidarietà.Questi genitori meriterebbero una medaglia.
Sicuro.

Luca