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Votare o non votare?

Domenica ci sono le primarie del PD.
Io non ho ancora deciso se andare a votare.
Non so nemmeno per chi voterei.
So che non voterei per Veltroni.

Nella riflessione, mi ha aiutato leonardo, uno che scrive spesso cose intelligenti:

Se vincesse la Bindi, ci troveremmo una donna al comando – certo, non quel tipo di donna che trovi da Vespa in tacco e mini. Piuttosto davanti in fila alla coop. O a un consiglio di classe. O a una marcia della pace. Per esempio io l’ho incontrata lì. Non guidava uno spezzone: girava tra la gente, l’aria di chi cerca qualcuno. Lungo il circo massimo il soundsystem mandava Fossati, mi sono voltato e ho pensato, toh, c’è la Rosi. Per fortuna non l’ho detto a voce alta. Nello stesso momento, lo spezzone di Fassino veniva bloccato e contestato da un drappello di noglobba. La Bindi invece andava in giro tranquilla. È da una vita che fa così. Tutto intorno pallottole e fango, e lei neanche uno schizzo. Magari è fortuna, eh.

Se vincesse la Bindi, la segreteria andrebbe a un cristiano praticante – ma aspetta, questo è già successo, Fassino non è quello che ha studiato dai preti e se ne vanta? La differenza è che la Bindi non si è mai vergognata di ammetterlo. Ma cosa c’è di peggiore di un cristiano coerente? Un cristiano convertito di fresco. Quelli alla Rutelli, per intenderci. Perché Rutelli sta con la Bindi, no? No? Con chi sta? Con Veltroni? Ah.

Lasciamo stare la fede. Il problema è che se vincesse la Bindi, sarebbe il segno che i democristiani hanno vinto, maledetti. Quegli untuosi alla Fioroni, che quando meno te lo aspetti ti sbloccano un finanziamento alle scuole cattoliche… ma aspetta, neanche Fioroni sta con la Bindi. Sta con Veltroni. Pure lui. Però.

In ogni caso come faremmo noi laici a votare una segretaria che sotto il tailleur veste un cilicio… no, sbaglio anche stavolta. Quella in cilicio è la Binetti. Non sta con la Bindi neanche lei. Sta con… Veltroni.

Ci devo pensare bene. Se la Bindi vincesse un bel po’ di democristiani storici e di ritorno si ritroverebbe con le ossa rotte. Messa in questi termini è piuttosto interessante.

Se la Bindi vincesse, magari si riparlerebbe di DiCo. Era una proposta sua.

Insomma, non so se andrò a votare, ma se lo facessi è probabile che la mia scelta sarebbe Rosy.
Anche se l’unico modo per aiutare il PD sarebbe l’assenteismo.

Dopo chiedo un consiglio al mio consulente politico: mio figlio.
A due anni ne capisce già molto più di me.

Luca

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politica

Veltroni Day After

Ieri è stato il Veltroni Day.
Il buon Walter ha sfoderato 95 minuti di comizio, nel quale ha detto cose che condivido nel 95% dei casi.

Quindi tutto bene?
No.
Le idee sono buone, ma sono irrealizzabili.

La domanda a cui Veltroni dovrebbe rispondere è quella più banale: “Con quale maggioranza parlamentare pensa di portare avanti questo suo programma? Con quella composta da gente come Fassino, D’Alema, Rutelli, Mastella, Russo Spena e Diliberto?”

Sarebbe necessario un ricambio della classe dirigente, ma la questione è talmente inflazionata che mi viene il vomito.

Meglio riderci su con Zoro.

Le cose importanti
– Ha finito?
– No papà, sta ancora a parlà.
– Aveva detto n’ora.
– O so, s’è allungato… mo chiude.
– E che dice?
– E che dice papà, e solite cose, come e dice lui.
– Ma de Chivu ha detto niente?
– Macché, gnente de gnente.

Luca

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iMille politica religione

I Mille e la convivenza tra cattolici e socialisti

I Mille si stanno organizzando.

Oggi Mario Adinolfi scrive alcune cose che avrei potuto scrivere io.

[…] noi dobbiamo tornare a scoprire le ragioni profonde per cui un segmento del cattolicesimo politico e una tradizione di radice socialista, possono decidere di fondersi in un’unica struttura politica.

La ragione è una sola: perché hanno molto in comune. E perché il cattolicesimo democratico non è stato mai negatore di libertà, se a questa libertà corrispondeva un deciso volere della cittadinanza. […] La radice socialista contiene in sé più il concetto di “liberazione” (dalla schiavitù, dall’oppressione, dall’alienazione) che quello di libertà, che ha in nuce anche una dimensione propositiva. Liberi per fare che?

L’incrocio di queste tradizioni, di quello scudo che portava la parola “libertas” al centro e di quel pugno chiuso che era un gesto di liberazione attraverso la lotta, renderebbe sensato e fecondo e moderno lo stare insieme in uno stesso partito, ora che la libertà è un dato acquisito e la liberazione quotidiana abbiamo imparato a non farla discendere dai pugni.

A me piacerebbe che i Mille portassero con orgoglio la dimensione caratteristica di essere l’unico luogo della dialettica verso il Pd, dove chi crede al primato della famiglia e chi va a sfilare al Gay Pride possono stare tranquillamente fianco a fianco e condividere un tratto di strada insieme nel pieno rispetto reciproco.

Queste erano le idee che stavano alla base dell’Ulivo e sarebbero dovute diventare i principi fondanti del PD.
Vallo a spiegare a D’Alema e Rutelli.

Luca

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Tormentone Rutelli

Rutelli che farnetica in Inglese chiedendo di visitare lo scandaloso sito Italia.it è un tormentone.
Da non perdere

Luca

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politica

L'annunciazione se ne va

Annunciazione

Leggo sulla cronaca fiorentina di Repubblica, che il 12 Marzo l’Annunciazione di Leonardo verrà impacchettata e spedita dalla Galleria degli Uffizi alla volta del Giappone.
Il capolavoro di Leonardo sarà l’attrazione princiapale di Primavera Italiana, una manifestazione nata per promuovere la cultura italiana nel paese del sol levante.

Credo che sia una follia spostare opere d’arte di questo valore.
Non dovrebbero muoversi di un millimetro dalla loro posizione.
Non possiamo correre il rischio di perderle.

Interessante la dichiarazione rilasciata il 24 Agosto 2006 dal Direttore della Galleria degli Uffizi.

Finora ne ho sempre e solo sentito parlare – spiega Antonio Natali – ma ci sono opere che di per se’ si autoescludono dal prestito’. Tra queste il direttore cita il Tondo Doni, i lavori di Botticelli presenti agli Uffizi e, appunto, l’Annunciazione. Il dipinto di Leonardo dovrebbe essere l’ospite d’onore nella mostra ‘Primavera italiana’ a Tokyo nel 2007.

Quante belle idee ha il nostro Ministro dei Beni Culturali.
Prima il logo Italia.it, poi la transumanza di Leonardo e soprattutto la caduta del suo amico Prodi.

Luca