E’ stato un trionfo.
E’ dalla politiche del 1996 vinte dall’Ulivo che non c’era questo entusiasmo.
Alcune considerazioni.
Dove si fanno le primarie si vincono le elezioni.
Non è vero sempre, ma spesso si.
Gli elettori votano con più convinzione uno che si sono già scelto prima del voto.
Berlusconi forse non sarà finito immediatamente, ma è evidente che questo è l’ìnizio della sua fine.
Aveva assegnato un significato politico nazionale a queste elezioni e mi pare che il significato ci sia stato tutto.
La Lega esce molto ridimensionata dalle elezioni.
Perde nel territorio, proprio dove è nata e dove trae i suoi voti.
Alla lunga, gli elettori hanno capito che non si può essere contemporaneamente partito di lotta e di governo.
I ballottaggi ridimensionano Beppe Grillo che aveva, scioccamente e pavidamente, deciso di non schierarsi nei ballottaggi.
Prima o poi devi decidere dove stare e la vittoria di oggi del centro-sinistra è tutta del centro-sinistra, Grillo escluso.
Se l’obiettivo è portare una persona in consiglio comunale, ok, bravi.
Di più non fanno e non faranno.
Il ridimensionamento del Terzo Polo non c’è stato oggi, perché erano già spariti al primo turno.
Lasciamo Rutelli, Fini e Casini tornare alla casa del padre.
Lasciamoli andare senza nessun rimpianto e con nessuna tentazione a fare alleanze con loro.
Per Napoli il discorso, secondo me, è tutto diverso. Ne riparleremo.
La vittoria di oggi è anche molto una vittoria di Vendola.
Vendola sembra essere dirompente quando si allea con il PD.
Ne deve tener conto lui e ne deve tener conto soprattutto il PD.
A me Vendola non entusiasma, ma rinunciare ad un’alleanza con lui oggi sarebbe un suicidio politico.
Il ragazzo ha talento, vediamo di portarlo stabilmente dalla nostra parte.
L’agenzia che ha gestito la campagna elettorale di Pisapia deve essere ingaggiata immediatamente dal PD.
Sono stati bravissimi.
Far diventare sindaco di Milano un ex parlamentare di Rifondazione è un’impresa veramente notevole.
Alla fine di tutto, non illudiamoci.
Non sono state elezioni politiche nazionali.
Una cosa è votare per il consiglio comunale e per il sindaco, altra cosa votare per il parlamento e per il candidato presidente del consiglio.
Le cose però sono cambiate.
Ed è ora di soffiare sul vento che si è alzato.
Elezioni subito, senza paura, senza tentennamenti e senza cosa ne penserà l’Europa o cosa ne dirà l’Economia.
E’ ora di cambiare strada.
Subito.
Luca