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Ancora su Brunetta

Ho già parlato male di Brunetta e del suo frustrato modo di fare politica.
Credo che ora abbia però superato il limite.

L’idea del concorso satirico è talmente demenziale da essere offensiva.
E sul lavoro non si scherza.
Nemmeno quando a rimetterci sono gli altri.

La conclusione migliore è quella fatta da Cristian, un precario che è tale solo perché vive in Italia (in qualunque altro paese europeo avrebbe da scegliere tra chissà quante possibilità):

Io lavoro come precario da oltre cinque anni in un Comune come sistemista informatico, sempre con la spada di Damocle di successivi rinnovi di contratto che arrivano ore prima della scadenza: prima con agenzie interinali e da un anno e mezzo con un contratto a tempo determinato.
Caro Ministro, ma vaffanculo.

In qualità di precario, mi associo.
Si, caro ministro, vaffanculo.

Luca

Via | Cristian Conti

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E’ piccolo, è brutto ed è cattivo

Il personaggio pare uscito da una canzone di De Andrè.
E’ basso di statura, è molto brutto ed ha una vocina fastidiosa.
Non ci sarebbe niente di male in questo se non fosse che lui vive il suo stato fisico con disagio.

Da piccolo gli amici lo picchiavano duro.
Uno di quei ragazzi preso di mira dai compagni.

Suo padre, venditore ambulante, era un altro motivo di sberleffo.
I suoi compagni, quasi tutti figli di impiegati statali, lo prendevano in giro anche per questo.
Loro non sapevano cosa significasse vivere senza la certezza di uno stipendio garantito.

Il piccolo grande uomo nel suo cuore meditava la vendetta e studiava con grande impegno mentre pregustava i giorni in cui la ruota avrebbe girato.

Il ragazzo diventò uomo, si laureò brillantemente ed inizio un’ascesa sociale e professionale inarrestabile.
Intanto la sua cattiveria aumentava.

Venne il giorno in cui un presidente irresponsabile, lo mise a capo di un ministero.
Fu allora che il piccolo grande uomo poté compiere la sua vendetta.
La mannaia dei tagli si scagliò contro i dipendenti pubblici di ogni ordine e grado.
Il suo obiettivo non era quello di ridurre le spese.
Il suo vero scopo era quello di umiliare i dipendenti pubblici, di farli sentire un peso per la società.
Con la bava alla bocca e gli occhi sbarrati pensava a quei cattivi ragazzi, di tanti anni fa, che lo sbeffeggiavano.

Il piccolo grande uomo non sapeva, o forse non si voleva rendere conto, che la ruota stava ancora per girare.

Luca