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Prima o poi ci riproveremo

Matteo Renzi ha rilasciato una bella intervista a Repubblica in cui dice molte cose sul presente:

Fini e Casini sono entrati in Parlamento quando la Roma ha vinto lo scudetto con Falcao e Pruzzo. E noi, con le primarie dei parlamentari, abbiamo scelto candidati che non erano nemmeno nati quando Fini ha messo piede in Parlamento per la prima volta.

Qualcosa sul nuovo Monti:

Non sapevo che a Monti piacesse la fantascienza. Perché pensare di innovare la politica con Casini e Fini è come circumnavigare Capo Horn con il pedalò. Fantascienza appunto.
[…]
…non avrei mai detto non mi candido se pensavo di candidarmi. E poi sono un bipolarista convinto. Mettersi nel mezzo è un errore, si sente l’unghia che stride sullo specchio. Adesso dice giù le tasse. Ma non puoi essere quello che alza le tasse per salvare il Paese e promette di ridurle per affrontare la campagna elettorale. Sembra demagogia.

Qualcosa su Vendola:

Vendola ha una grande responsabilità. Non può far crollare il centrosinistra, l’ha già fatto una volta. Conto sulla sua intelligenza anche se è stato uno dei più duri con me sul piano personale. Ma le polemiche contro Vendola e Fassina lasceranno il tempo che trovano nel momento in cui Bersani sarà capace di attuare un programma riformista europeo, come tutti i grandi leader progressisti del continente. Se sarà così non vedo problemi. I cittadini devono scegliere tra Bersani e Berlusconi, non Vendola.

E pure qualcosa sul futuro:

Prima o poi ci riproveremo. Ci saranno altre stagioni. Non disperderemo lo straordinario patrimonio delle primarie. Abbiamo riattivato la bella politica, è stata una grande conquista. Conservo lettere del dopo sconfitta che mi sembrano bellissime.

Matteo Renzi sta accumulando un grande credito, perché sta mantenendo tutto quanto aveva detto.
Sarà un credito che prima o poi riuscirà ad incassare.

Luca

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Andrea Sarubbi e la vita oltre il parlamento

Andrea Sarubbi, ottimo deputato del PD, non ha partecipato alle primarie dei parlamentari e pare, ma chi lo sa, che non sarà inserito nel listino scelto direttamente dalla segreteria e che verrà presentato domani.
Il famoso listino con Fioroni, Marini e altri fantastici personaggi dei tempi che furono.

Sarubbi alcuni giorni fa aveva scritto un post nel quale spiegava come è andata e ieri ne ha scritto un altro nel quale evidenzia come sia difficile cercare la riconferma in parlamento per chi viene dalla tanto celebrata società civile.

[…]quando la loro prima legislatura sarà finita, i candidati civici dovranno tornare al lavoro precedente, se lo hanno ancora, oppure – per essere rieletti – dovranno cominciare a fare i conti con le tessere e i voti, come chi viene da un radicamento territoriale nel partito e magari ha dedicato alla politica buona parte della propria vita? La società civile serve, insomma, ma solo finché è vergine? E cosa fa al secondo giro?

E’ evidente che il caso singolo non può spiegare la situazione generale, come è altrettanto vero che Sarubbi meritava la riconferma in parlamento, molto e prima di altri.

Penso che uno come Andrea Sarubbi possa dare un contributo prezioso al partito e al paese. Deve trovare la sua collocazione, che non deve però essere per forza il parlamento.
Se critichiamo chi non sa far altro che fare il parlamentare, dobbiamo essere anche consequenziali e non buttarci troppo giù quando scopriamo che non c’è posto per noi nel prossimo giro di giostra.

Non è questione di non essere tempo per noi.
E’ ancora tempo per noi, magari in un altra collocazione.

Se poi il PD dovesse rinunciare all’apporto di Sarubbi anche al di fuori del parlamento, ecco, allora quella si sarebbe una scelta imperdonabile.
Ma sono convinto che l’attuale ed il prossimo segretario del PD non faranno questo errore.

Su tutto questo, condivido l’auspicio di Pippo Civati:

[…] cerchiamo di adottare gli stessi criteri per tutti, premiamo chi è stato votato alle primarie e aggiungiamo alla soluzione che ne ricaviamo solo figure che abbiano particolari competenze e grande prestigio sociale, anche pensando che noi poi dovremmo governare il Paese. Per dire.

E se la competenza è essere «-ani» di qualcuno, forse non ci siamo capiti.

Luca

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Luca

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Le primarie dei parlamentari del PD a Siena. L’ennesima occasione persa

Non andrò a votare alle Primarie del PD per la scelta dei Parlamentari.
Un po’ perché sarò fuori città, ma soprattutto perché Siena, come al solito, si conferma reticente a recepire cambiamenti e visioni nuove sul futuro.
Il PD di Siena candida quattro persone che, niente di personale, non hanno niente di nuovo da dire, sono l’ennesima cooptazione di partito.

Vi faccio una brevissima scheda biografica, segnalandovi i loro siti e i loro account sui social.

Susanna Cenni: consigliere comunale a Poggibonsi dal 1985 al 1990. Dal 1997 al 2000, primo presidente dell’ATO 6 dell’Ombrone per la gestione delle risorse idriche.Dal 2000 al 2005 assessore regionale al turismo, commercio, fiere nel primo governo di Claudio Martini. Dal 2005 assessore regionale all’agricoltura, foreste, caccia, pesca e quello alle pari opportunità uomo-donna. Nel 2008 è stata eletta alla camera dei deputati, lasciando quindi l’incarico di assessore regionale. Ha un account Twitter e Facebook, ma usati poco.

Luigi Dallai: ricercatore presso il CNR di Pisa, a naso direi parente (figlio?) dell’ex Preside della Facoltà di Scienze di Siena, è stato giovanissimo consigliere comunale con il PDS, oggi è renziano. Ha una pagina Facebook, ancora niente twitter.

Alessandro Starnini: è stato consigliere comunale a Rapolano, poi Presidente della Provincia di Siena; membro del consiglio di amministrazione della Cassa depositi e prestiti, del consiglio di amministrazione dell’Università di Siena, della Conferenza Stato-Città-Regioni e della presidenza dell’UPI (Unione Province Italiane). E’ membro della direzione regionale del PD. Dopo un paio di mandati come consigliere regionale in Toscana, è attualmente dirigente della CNA. Non ha un sito, né un account Twitter o Facebook.

Paolo Rappuoli: presidente dell’assemblea toscana del PD. Ha un account twitter e una pagina facebook creati ad hoc per questa campagna elettorale.

Di questi quattro, sicuramente sarà scelta Susanna Cenni, visto che è l’unica donna ed il regolamento delle primarie prevede che dei due voti disponibili, uno debba essere dato comunque ad una donna, quindi diciamo che potevano pure evitare di farla passare dalle primarie.
Starnini è l’esempio perfetto dell’uomo di partito che, dopo aver ricoperto qualunque incarico politico, viene mandato in parlamento.

Dallai e Rappuoli sono a me sconosciuti. Renziano il primo, bersaniano il secondo, ma sostanzialmente due uomini di partito sconosciuti al grande pubblico.

Se pure andassi a votare, voterei obbligatoriamente per la Cenni e poi, escludendo Starnini che è invotabile, dovrei scegliere tra due onesti quadri di partito dei quali non so niente.

Era l’occasione per coinvolgere persone della cosiddetta società civile o comunque persone che potessero essere rappresentative per il loro valore, più che per la loro militanza. Ovviamente, il cambiamento, se e quando mai arriverà, a Siena arriverà poi.

Sul capitolo delle primarie per la scelta del candidato sindaco al Comune di Siena, qui il discorso è più complicato, si finisce nella commedia. Il buon David Allegranti qualche giorno fa ha provato a spiegare lo stato delle cose.
Ne riparleremo con calma.

Luca

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Luca