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I grillini sono meglio di Grillo? Forse si

Beppe Grillo è Beppe Grillo.

Bersani è uno stalker politico. Da giorni sta importunando il M5S con proposte indecenti invece di dimettersi, come al suo posto farebbe chiunque altro. E’ riuscito persino a perdere vincendo. Ha superato la buonanima di Waterloo Veltroni.
[…]
Negli ultimi venti anni il Pd ha governato per ben 10 anni e nell’ultimo anno e mezzo ha fatto addirittura il governissimo con il pdl votando qualunque porcata di Rigor Montis. Strette di mano e abbracci quotidiani tra Alfano e Bersani alla Camera, do you remember?
Il M5S non darà alcun voto di fiducia al Pd (nè ad altri). Voterà in aula le leggi che rispecchiano il suo programma chiunque sia a proporle. Se Bersani vorrà proporre l’abolizione dei contributi pubblici ai partiti sin dalle ultime elezioni lo voteremo di slancio (il M5S ha rinunciato ai 100 milioni di euro che gli spettano), se metterà in calendario il reddito di cittadinanza lo voteremo con passione.

Vediamo se i parlamentari del Movimento 5 Stelle saranno meno incoscienti di lui.
A giudicare da quello che è il commento più votato sul blog, parrebbe di si.

mi pare un errore non votare la fiducia , vorrebbe dire andare a votare tra pochi mesi con la stessa legge elttorale , può portare un vantaggio al movimento in termini di voti ed anche a berlusconi , ma porterebbe un danno enorme al paese . lo spread purtroppo è reale e ci costa un sacco di soldi. credo sia molto più oppurtuno mettere giu un programma condiviso , il pd ha già calato le braghe e bisogna apporfittarne per cercare di portare a casa la riforma delle legge elettorale , una anticorruzione e la riforma della politica , poi eventualmente andare a votare . se fanno il governo pd, pdl sarà peggio per tutti noi … alla fine le tasse le paghiamo noi !!!! e cosa volete andare a rivotare ancora dando la possibilità a berlusconi bersani bindi e casini di riproporsi??? un altro 30% ciascuno che serve solo a chi specula??? il pd è a nudo hanno già fatto capire che hanno intenzione di stilare un progetto a breve termine che soddisfi il movimento , dobbiamo approfittarne assolutamente!!! loro stanno morendo una legge elettorale equa e democratica il conflitto di interesse e legge anticorruzione renderebbe finalmente per legge ineleggibile il 99% dei dirigenti dei vecchi partiti ??? non è questo il primo obbiettivo ??? portiamolo a termine , c’è l’occasione ed è ghiotta

Luca

Il M5S dovrebbe votare la fiducia ad un eventuale governo Bersani?
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Si può dialogare con il Movimento 5 Stelle

E’ chiaro che è presto per prospettare qualsiasi scenario, tutto può ancora succedere.
Abbiamo però alcuni punti fermi che restringono molto il campo delle possibilità.
Napolitano è entrato nel semestre bianco, non può quindi sciogliere le camere.
Bersani dovrà in qualche modo provare a costruire un governo capace di avere una maggioranza in parlamento.

Date queste premesse, sembrerebbe impossibile trovare una quadra.

C’è però una strada percorribile, che è quella di un governo di non maggioranza.
Al momento della fiducia il Movimento 5 Stelle può uscire dall’aula ed astenersi dal votare la fiducia.
Successe nel 1976 con il Governo Andreotti, con l’appoggio esterno del Partito Comunista.
In questo modo i voti del centro-sinistra supererebbero quelli del centro-destra, sia alla Camera che al Senato.

Siccome la base del M5S difficilmente accetterebbe un appoggio esplicito ad un governo del PD, questo scenario potrebbe essere l’unico praticabile.

Bersani dovrà presentare a Grillo una piattaforma di proposte concrete.
Taglio dei parlamentari, riduzione dei costi della politica, revisione del finanziamento ai partiti, legge elettorale.

Quanto potrebbe andare avanti questa configurazione parlamentare?
Non molto, forse.
Ma a me sembra una delle poche strade percorribili, se non l’unica.

I toni pacati di Grillo di ieri, che rilascia interviste ai giornalisti senza offenderli troppo, le aperture di Bersani nemmeno troppo nascoste, ci fanno vedere una possibilità di dialogo.

Escludo ovviamente la possibilità di un governissimo tra PD e PDL che sancirebbe il suicidio politico del PD.
Nel PD, poi, ci saranno da fare grandi riflessioni.
Se non ora, quando?

Luca

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Avevamo tre certezze. Era vera una soltanto

la strada libera

Un minuto prima dello spoglio elettorale avevamo tre certezze.
La prima. Berlusconi avrebbe perso. Ed ha vinto. In modo netto.
La seconda. Il PD avrebbe vinto. Ed ha perso. Pesantemente.
La terza. Grillo avrebbe preso tanti voti. E li ha presi. Ma molti più di quanto chiunque potesse prevedere.
Nessuno onestamente aveva ipotizzato che il Movimento 5 Stelle potesse essere il primo partito in Italia.

Mentre scrivo il PD ha lo 0,37% di vantaggio alla Camera.
Se vince, Bersani dovrà provare, se Napolitano gli darà l’incarico, a costruire una maggioranza in Senato.
E questa maggioranza la può costruire soltanto con il Movimento 5 Stelle.
Mentre farà questo, dovrà dimettersi da segretario, perché il suo fallimento è inequivocabile.

Con Grillo si deve aprire un confronto su alcuni punti su cui sia possibile farlo.
Ovvio, non il referendum per la permanenza nell’euro, ma sulla riforma del parlamento e sul taglio dei privilegi, sicuramente si. E ne potremo trovare altri.
La scelta del prossimo Presidente della Repubblica può essere un altro argomento di dialogo.
Poi rifare una legge elettorale decente (anche se, senza il porcellum a quest’ora anche la Camera non avrebbe una maggioranza) e tornare a votare.
Tutto questo, ammettendo che Grillo accetti il dialogo, altrimenti si va a votare subito.

Pippo Civati, che dovremmo sostenere come prossimo segretario del PD, ci ricorda che al prossimo giro Grillo le elezioni le potrebbe addirittura vincere da solo.

Quanto agli scenari, francamente l’unica cosa che vorrei evitare a me stesso e all’Italia è una grande coalizione che comprenda il Pdl. E le due prospettive sono quelle di un ritorno al voto o un tentativo di formare un governo, che non può non vedere la partecipazione del M5S. Con tutte le incognite che questa soluzione comporta, a cominciare dal fatto che questo dato, politicamente, rafforza il disegno politico di Grillo, che ha sempre detto che avrebbe bloccato il ‘sistema’ per tornare al voto e vincere. E la prima parte della storia è andata proprio così, non ce n’è.

Bisogna saper dare delle risposte a chi, ancora una volta, decidendo chi dover votare, ha girato lo sguardo dal PD.
E provare a dare anche qualche risposta a questo popolo di democratici a cui non ne va mai dritta una e che stasera avrebbe gradito sentire una parola del suo segretario.

Per chi dice che il PD dovrebbe guardare a sinistra, temo che ci sia bisogno del microscopio, perché a sinistra del PD non c’è più niente.

Astenersi per favore dall’invocare Matteo Renzi, che se lo volevate, potevate votarlo alle primarie. Renzi non è scemo, il silenzio di queste ore lo testimonia, ed è impensabile che si suicidi per guidare una barca che affonda.

Ai grillini e ai berlusconiani, che tanto si divertiranno nelle prossime settimane a dirci quanto siamo coglioni noi che votiamo il PD, dico che fate bene, infierite pure, che tanto abbiamo le spalle larghe.
Ma in un paese normalmente occidentale a governare è un partito liberale di destra o un grande partito riformista, magari (!) liberal.
E questo secondo partito sarà il PD.
Ancora non lo è, non lo è stato neanche in questa campagna elettorale, ma lo diventerà.
Magari un giorno ringrazieremo Grillo, chissà.

E buona notte.
Che in ogni caso, la democrazia è comunque e sempre bella.

Luca

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I camorristi sono qualcosa di più degli impresentabili

camorra

Oggi si definiscono le liste per le elezioni.
Il dibattito verte sulle liste degli impresentabili, quelli che per motivazioni varie sarebbe bene che restassero fuori dal parlamento, anzi, che non partecipassero proprio alle elezioni.

Il PD ha escluso alcuni possibili candidati, ed è stata una scelta giusta, prima che intelligente.
Lo ricorda oggi Matteo Renzi in un’intervista.

A proposito: come giudica la decisione in Sicilia di lasciare fuori dalle liste esponenti giudicati “impresentabili “?
Entusiasmante. Ho grande rispetto per i colleghi di partito esclusi, ma ritengo che un Pd che ha il coraggio di mandare i ragazzi di trent’anni in Parlamento e di lasciare a casa ad Enna uno come Crisafulli sia un partito che offre una immagine di speranza in più a tutta l’Italia. Il contrario di quel che fa il Pdl.

Ecco, si, il PDL.
Berlusconi e Alfano stanno trattando con Nicola Cosentino, il coordinatore regionale campano, la sua possibile candidatura.
Se Cosentino non va in parlamento, finisce in galera. Se il PDL non lo ricandida, lui ha minacciato di far cadere tutte le giunte in Campania.

Ecco, chiariamo una cosa.
Ci sono gli impresentabili, e poi ci sono quelli che sono oltre.
Tipo i camorristi.

Auguriamoci che il PDL non candidi Cosentino.
Magari prendono più voti, e mi dispiacerebbe per il PD, ma per questo paese sarebbe soltanto un’ottima notizia.

Luca

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Gli inni per le elezioni come metafora dei partiti

Sono sciocchezzuole, ma guardate che ascoltando gli inni che i partiti hanno presentato per le elezioni, si capiscono molte cose.

L’inno del PDL è una via di mezzo tra una canzone di Baldambembo ed un pezzo neomelodico da Giornata Mondiale della Gioventù-

L’inno del Movimento 5 Stelle è una cialtronata balcanica inascoltabile.

L’inno del PD è un pezzo nuovo della Nannini, che quindi nessuno conosce, e che quando finalmente si apre ti sono già cadute le palle in terra da un paio di minuti.

Le metafore che si celano in questi inni le lascio indovinare a voi.

Per il PD io avrei scelto ben altro. Se ho voglia e tempo lo preparo.

Luca