Non ci sono molte cose da dire sull’uscita di Renzi dal PD.
O forse solo una, che ha molto a che vedere con uno dei mali del nostro tempo che è il narcisismo.
Non capita anche a voi di notare come le persone siano sempre più concentrate su sé stesse e lo siano in modo sempre meno sano?
Siamo circondate da uomini e donne che parlano solo di sé, che impestano i social di loro selfie, che devono continuamente riaffermare la centralità della loro esistenza nell’equilibrio dell’universo.
Mi capita davvero sempre più spesso di parlare con persone che sono totalmente piegate su sé stesse, chinate a guardare la loro immagine riflessa.
In questo senso, Matteo Renzi è un campione di narcisismo.
Ha avuto la sua occasione per cambiare un po’ l’Italia, l’ha in buona parte fallita, è stato sonoramente bocciato dalle persone che lo avevano invece scelto, è attualmente il leader politico con il più basso indice di gradimento in Italia, eppure tira dritto insieme ad alcuni fedelissimi che insieme a lui mirano l’immagine riflessa nello stagno, incapaci di alzare la testa e vedere che le persone che ti dovrebbero votare si danno di gomito e ridono.
Davvero gli uomini grandi sono quelli che sono capaci di accettare la sconfitta, che riescono ad ascoltare e a prendere sul serio le critiche e che capiscono quand’è il momento di farsi da parte.
Matteo Renzi è evidentemente incapace di ascoltare gli altri e si deve essere circondato di persone che non lo contraddicono mai.
Ha fatto la fine di quei politici che proprio lui, all’inizio della sua carriera, derideva.
Siamo già arrivati al paradosso che è diventato Matteo Renzi il politico da rottamare.
E’ un peccato, che nel nostro paese debba sempre finire tutto in una commedia ridicola.
Il PD che torna nelle mani di quelli che Renzi doveva rottamare e che sono invece rimasti dov’erano.
Lui, che invece di prendere atto del suo fallimento e del totale deterioramento della sua immagine sull’opinione pubblica, continua imperterrito come niente fosse verso l’autoaffermazione di sé.
Leggerete grandi analisi politiche del perché e del percome l’uscita di Renzi potrà aiutare o meno la parte progressista di questo paese. Io mi fermo prima, ad osservare una persona incapace di fare un’autocritica dopo aver prima portato il suo partito al 40% e poi di averlo ridotto a brandelli. Gli auguro di riuscire a cambiare in meglio l’Italia.
Non sarò tra quelli che lo seguirà.
Luca
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