E’ da un po’ di tempo che volevo scrivere qualcosa su quello che ritengo essere un momento di svolta del cosidetto web 2.0.
La polemica giusta innescata da Luca in reazione ai ridicoli articoli del Corriere e della Stampa (per altro copiati da un lancio di agenzia Adnkronos) sul successo che sta avendo in Italia Facebook me ne ha dato l’occasione.
Ho sempre avuto dei dubbi su Facebook.
Non perché sia uno strumento per psicotici repressi, come dicono Corriere e Stampa, ma semplicemente perché mi è sempre sembrato uno strumento inutile.
Mi iscrissi subito, un paio di anni fa, e lo ho sperimentato e mollato più e più volte.
Intendiamoci. Dentro Facebook c’è veramente tanta tecnologia e c’è tanto di più ancora da sviluppare, ma nella mia esperienza continua ad essere uno strumento del quale non so cosa farmene.
In questo, Facebook per me rappresenta l’icona perfetta della crisi del web 2.0.
Siamo ormai talmente saturati da informazioni che è diventato impossibile riuscire a restare dietro ai nostri feed.
Nessuna persona che sia in possesso di un lavoro mediamente impegnativo riuscirebbe a star dietro al flusso di notifiche ed informazioni che provengono da una cinquantina di amici su Facebook.
La parola d’ordine quindi è “Overload Informativo”.
Lo ha spiegato benissimo Stefano qualche giorno fa, indicando quella che è l’unica via di uscita:
Certo è che la domanda finale è sempre una e unica: come si risolve? Facendo l’opportuna selezione tra ciò che ci serve e ciò di cui non abbiamo bisogno: per destreggiarsi in un mondo così complesso non possiamo che migliorare il nostro rapporto con le tecnologie e il nostro grado di consapevolezza nell’uso di questi strumenti.
Il web 2.0 è ormai esploso ed ha raggiunto tutti.
Abbiamo sperimentato, provato, giocato.
Ora non resta che fare una selezione delle cose che ci servono.
Da parte mia, non abbandonerò del.icio.us, i feed rss, i blog, flickr, youtube, anobii.
Facebook per ora rimane in bilico.
Continuerò a provarlo per un po, ma penso che sarò costretto ad abbandonarlo.
Se a voi Facebook non piace proprio, potreste comunque seguire la strada indicata da Paolo:
Non iscrivetevi a Facebook soltanto per vederla, perché non c’è nulla di speciale e probabilmente non ci sarà mai. Serve solo per limitare il rischio che qualcuno metta su Facebook un mio clone.
Che poi, alla fine, l’importante è vivere.
O vi succederà quello che è successo ieri a me.
Sono sceso dal bus ed un mio amico si è fermato con la macchina dicendomi:
“La prossima volta dimmelo, che ti porto io…”
Quello che voleva dire l’ho capito soltanto poco fa, controllando la mia bacheca su facebook.
Il mio amico ci aveva scritto, in risposta ad un mio twit:
se scendi al galluzzo ti raccatto io in macchina!! chiamami sul cellulare che io vengo via dall’ufficio ora!!
Appunto.
Overload informativo.
Luca