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Un paese di menta

Ieri sera mi sono guardato Niente di Personale, la trasmissione di Antonello Piroso su La7.

Non ho visto l’inizio, ma si parlava di anni di piombo e di comportamento dello stato nei confronti delle vittime.
Tra le testimonianze, quella di Rosy Bindi, che assistette all’omicidio del suo professore, Vittorio Bachelet, ucciso dalle BR nel 1980 nell’atrio della sua Facoltà.

In studio c’erano i figli di due vittime che, con posizioni diverse, si lamentavano del disinteresse nei loro confronti da parte delle istituzioni. Il loro disappunto era rivolto soprattutto alla recente elezione in parlamento di Sergio D’Elia, militante di Prima Linea e condannato come mandante dell’omicidio di un agente di polizia penitenziaria.
Prima Linea è stata una formazione terroristica, nata dalle esperienze di Lotta Continua e di Potere Operaio, quando queste due organizzazioni decisero di rimanere nella legalità e di non scegliere la lotta armata. Sergio D’Elia è stato un terrorista vero. Forse non ha mai ammazzato nessuno, ma porta sulle sue spalle responsabilità enormi. La riabilitazione è una cosa, l’amnesia un’altra. D’Elia, se fosse una persona seria, non avrebbe accettato di essere eletto in parlamento.

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Presidente, non ci ripensi

FrancescoCossiga
Il teatrino della politica ci riserva quotidiane sorprese.
La notizia di oggi, oltre al malore del cavaliere, sul quale taccio per rispetto alla persona, sono le dimissioni di Francesco Cossiga, ex presidente della repubblica e oggi senatore a vita.

Cossiga è stato uno dei personaggi politici più importanti della nostra giovane repubblica.
E’ stato Ministro dell’Interno durante gli anni di piombo e durante il rapimento Moro, è stato Presidente del Consiglio e Presidente della Repubblica.
Ha avuto rapporti poco chiari con Licio Gelli e la P2 ed è stato il principale referente politico (parole sue) di Gladio, la struttura para-militare ritenuta da molti come la responsabile della strategia della tensione adottata in Italia nel dopo guerra.

Cossiga è soprattutto l’uomo dei servizi. Segreti, s’intende.
E’ stato l’ispiratore e l’architetto dell’attuale assetto dei servizi in Italia.
Dove c’è un mistero legato ai servizi, lì c’è Cossiga.
Recentemente è stato il paladino del ex-capo del SISMI Niccolò Pollari.
La sua “teatrale” decisione di dimettersi è proprio conseguente alle attuali polemiche sui cambi ai vertici dei servizi.

Purtroppo la mossa di Cossiga è puramente farsesca.
Annuncia le dimissioni con il fine di vederle respinte e di testare il suo gradimento nei palazzi.
Infatti tutti, da Prodi a Bertinotti, lo invitano a ripensarci.
E lui ci ripenserà.

Mi permetto di dire la mia.
Presidente, non dia retta al suo ego.
Non ci ripensi.
Liberi il nostro parlamento dalla sua pesante e ambigua presenza.
Le prometto che non sentiremo la sua mancanza.
Ne abbiamo avuto abbastanza di lei.

Luca

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politica

Selva gioca alla guerra. Con il sangue degli altri…

In questi giorni il lavoro è molto meccanico.
Oggi sono anche solo, per cui mi ascolto la radio.
Trasmissione di approfondimento su Radio 1. Si parla del Libano.
E’ collegato al telefono Gustavo Selva, senatore di AN e membro della commissione difesa.
Selva è famoso, oltre che per essere stato un giornalista della RAI anche per essere stato iscritto alla P2 e per aver dichiarato quanto segue:

Basta con l’ipocrisia dell’intervento umanitario (…)
Abbiamo dovuto mascherare Antica Babilonia come
operazione umanitaria perché altrimenti dal Colle
non sarebbe mai arrivato il via libera
(da Libero de 21/01/2005)

Il nostro caro senatore è un grande innamorato delle guerra.
Se fosse per lui dichiarerebbe guerra a chiunque.
Niente gli piace di più che vedere truppe di uomini uccidersi tra loro, magari con qualche tollerabile effetto collaterale sui civili.
Anche oggi Selva non si è contraddetto ed ha auspicato l’invio di una forza combattente di “almeno” 20.000 uomini che aiuti Israele a combattere contro il Libano. Almeno 20.000, anche se secondo lui ne servirebbero 50.000.
Non ha specificato se anche lui faccia parte di questo eventuale contingente di 20.000 uomini.
Per me si meriterebbe un posto in prima fila.

Facile giocare alla guerra con il sangue degli altri, eh senatore Selva…

Luca

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diario politica

2 Agosto 1980

25 anni fa la strage alla stazione di Bologna.
Avevo 6 anni, ma mi ricordo perfettamente quella giornata.
Eravamo, come al solito, in montagna con i miei ed entrammo nel bar del paese. Mi ricordo di una signora che piangeva, perché sua figlia era a Bologna a prendere il treno e dicevano che era esplosa una bomba alla stazione. Mi ricordo della signora al telefono del bar che cercava di avere notizia sulla figlia. Chissà poi come è andata a finire…
Questo il mio primo ricordo degli anni di piombo.
Questa è una delle poche stragi che ha dei colpevoli accertati: un connubio di estremisti di destra (Mambro e Fioravanti), pidduisti e servizi segreti.
Proprio in questi giorni qualcuno sta dando voce ad una possibile pista medio orientale. Tanto per confondere un po’ le carte.
Quindi polemiche, accuse, dietrologie… L’Italia.

Luca