C’è uno strano caso in Italia.
La politica si interroga se sia opportuno che un senatore eletto nelle file del Partito Democratico vada a dirigere una agenzia governativa, dove il governo è di centro-destra.
I più avveduti si chiedono se sia opportuno che un senatore eletto nelle file di un partito contrario al ritorno del nucleare vada a dirigere una agenzia che deve favorire e controllare il ritorno della produzione di energia nucleare in Italia.
Mi pare che nessuno si chieda se sia normale che un anziano medico, per quanto autorevole, vada a dirigere l’Agenzia per la Sicurezza Nucleare, tanto che proprio l’interessato è costretto a giustificarsi in modo piuttosto imbarazzato rivendicando titoli fantasiosi:
Chi teme la mia mancanza di sapere ed esperienza tecnica sul nucleare va rassicurato: mi occuperò di rischio per la salute e prevenzione, come faccio da sempre, con impegno. Va detto comunque che ho sempre coltivato l’interesse per la fisica (anzi direi che sono un appassionato); non a caso ho ricevuto la Laurea Honoris Causa in Fisica dall’Università di Milano.
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Andiamo bene.
Un barone in meno nel PD.
Io non ne sentirò la mancanza.
Luca