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Sai che facciamo? Aumentiamo le tasse sulla benzina

Che poi, a parte ogni valutazione sulla questione morale, questo governo deve essere contestato soprattutto per la sua inefficienza e per il suo prendere spesso decisioni sbagliate.

Con una situazione economica in cui tutte le materie prime stanno raggiungendo record storici, con il prezzo del petrolio stabilmente sopra i 100 $ al barile, con una guerra in corso in Libia e molte rivoluzioni interne in altri paesi produttori di gas e di petrolio, con una delle più grandi potenze economiche mondiali in difficoltà a causa di un disastro naturale, con un dibattito revisionista sul nucleare in tutta Europa, il governo cosa fa?

Aumenta le accise sulla benzina.
Per dare due spiccioli ai quei rompicoglioni dello spettacolo.

Ci aspetta un estate in cui il “caro benzina” sarà una delle notizie fisse nei giornali e nelle tv.
L’estate con i suoi possibili picchi di consumo elettrico è dietro l’angolo.
L’autunno con la riaccensione dei riscaldamenti ed una possibile stangata sulle bollette del gas non è poi lontano.

E questi vanno ad aumentare il costo della benzina.
Non importa se soltanto di 1 o 2 centesimi al litro.
Non si aumentano le tasse sui carburanti in un momento come questo.

Bisogna essere cretini.

Il problema non è soltanto che sono disonesti.
Questi non sanno più quello che fanno.

Luca

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Mettere a posto i numeri

In attesa di capire come finirà la questione delle centrali nucleari di Fukushima, possiamo dire con nessun timore di essere smentiti che faranno molti ma molti più morti il terremoto e lo tsunami ad esso collegato dell’eventuale disastro nucleare.

Così, tanto per rimettere a posto i numeri.

Luca

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tecnologia

Cercare di sapere per capire

Amedeo Balbi, astrofisico e blogger ha scritto un ottimo compendio per chi volesse capire meglio cosa sono le centrali nucleari, come funzionano e cosa sta succedendo a quelle giapponesi.

Ve lo consiglio fortemente.

È da quando hanno cominciato a diffondersi le notizie sullo stato dei reattori nucleari giapponesi dopo il terremoto che provo a scrivere qualcosa in merito. Ma è difficile. Sono troppo consapevole che appena si parla di nucleare si entra in un campo in cui si ragiona di pancia, più che di testa, e in cui meno si sa più si hanno certezze. Purtroppo, invece, questo è un argomento in cui è quasi impossibile semplificare senza che vada perso qualcosa di essenziale. C’è la fisica, ci sono gli aspetti ingegneristici, c’è la questione della gestione dei rifiuti, ci sono le considerazioni economiche, gli aspetti medici. Cose per un trattato, non per un post. Detto questo, visto che comunque avevo cominciato a mettere giù un po’ di informazioni, le pubblico qui, sperando che possano aiutare a capire meglio quello che si sente in giro in questi giorni. Ma chi vuole veramente capire qualcosa in materia e farsi un’opinione — senza ripetere a pappagallo cose dette da altri — deve studiare seriamente: non ci sono scorciatoie.

Luca

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Cosa ho capito dell’incidente a Fukushima

L’incidente nucleare che è avvenuto a Fukushima rischia di diventare il più grave dopo quello di Cernobyl e quello di Three Mile Island, che sono poi state le uniche due volte in cui si è arrivati ad una fusione rispettivamente totale e parziale del nocciolo.

L’incidente che è avvenuto in Giappone ha una causa molto banale.
È mancata elettricità per far funzionare il circuito di raffreddamento.
La rete elettrica ha infatti smesso di fornire energia, come era normale con un cataclisma del genere, e l’onda dello tsunami ha sommerso il generatore diesel che doveva entrare in funzione per non far mancare energia all’impianto.

Di qui è partito il surriscaldamento del nocciolo che ha poi generato le esplosioni e che potrebbe disgraziatamente portare alla sua fusione e quindi alla catastrofe nucleare (che sarebbe comunque contenuta dall’involucro della centrale che mancava a Cernobyl).

Quindi, riassumendo, l’incidente di Fukushima è avvenuto semplicemente perché la centrale è stata costruita vicino al mare e perché il generatore diesel non è stato posto sufficientemente in alto da sfuggire ad uno tsunami catastrofico come quello di qualche giorno fa.

Non c’entra niente quindi la generazione della centrale nucleare.
Fosse pure stata di ultimissima generazione le cose sarebbero andate nello stesso modo.
Non so se questa cosa sia rassicurante o meno.
Forse lo è.

Oggi sappiamo che il generatore deve stare più in alto della più alta onda di tsunami mai registrata.
L’uomo nella storia è andato avanti così.
Imparando dai propri errori.
Che sono spesso molto più banali della complessità del problema generale.
L’altezza in cui porre un motore rispetto alla complessità di una centrale nucleare.

Ora non resta che augurarci che il nostro errore non provochi troppi danni.

Luca

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Ragionare oltre l’emergenza

L’altro giorno ho scatenato alcune critiche dopo aver scritto su Twitter questa cosa:

pensa che il giorno dopo il disastro arrivare alla conclusione che il nucleare è sbagliato sia una cosa piuttosto italiana

Non sapevamo ancora cosa fosse successo esattamente nelle centrali nucleari giapponesi (ne sappiamo poco ancora dopo tre giorni) e l’Italia era già divisa in due: favorevoli e contrari al nucleare.

Fu questo stesso meccanismo a trascinare l’opinione pubblica nel disgraziato referendum contro il nucleare del 1987.

Sono sempre stato cautamente favorevole al nucleare, per molti motivi, soprattutto perché so bene che non esistono forme di produzione di energia prive di rischi e di conseguenze sull’ambiente. I disastri nord-africani ci dimostrano quanto sia rischioso dipendere unicamente dagli idrocarburi. Allo stesso tempo, io che amo la natura ed il paesaggio, non potrei accettare di vivere in un paese ricoperto da pale eoliche ed impianti fotovoltaici. In un paese in cui tra l’altro il business dell’energia sostenibile è già in mano per buona parte alla mafia.

La soluzione per me è la differenziazione della produzione elettrica.

Purtroppo so, nella settimana gloriosa dell’unificazione italiana, che se c’è una cosa che unisce il popolo italiano, da nord a sud, è la cialtroneria.
Ed allora, nel paese che preferisce tenere le scorie nucleari alle porte di Roma perché il sito scelto per lo stoccaggio dopo anni di studi fatti dai migliori geologi italiani fu abbandonato in seguito alle solite proteste con blocchi di ferrovie, in questo paese dicevo, forse è meglio rinunciare al nucleare.

Non perché il nucleare sia giusto o sbagliato, pulito o inquinante, sicuro o pericoloso.
Semplicemente perché non saremo mai in grado di progettare, costruire e far funzionare una centrale nucleare.
Continueremo a vivere nell’illusione del giorno in cui le fonti rinnovabili basteranno alla nostro produzione energetica.
Mentre continueremo a bruciare gas e petrolio.

Non è l’Italia a ripudiare il nucleare.
È il nucleare che ripudia noi.

Luca

Foto | The Big Picture (Kim Kyung-Hoon/Reuters)