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Il finanziamento pubblico di Beppe Grillo

grillo kindle

Non ci sarebbe niente di male o di strano nel fatto che il blog di Beppe Grillo sia pieno di pubblicità di ogni tipo, se non fosse che è il blog del grande moralizzatore della vita e degli affari degli altri.

Ci sarebbe ancor meno di male se alcune pubblicità non fossero leggermente ingannevoli, come ad esempio il caso del banner che vedete qui sopra.
Con la scusa di portare avanti la storica battaglia contro il finanziamento ai giornali, vi propone di acquistare il Kindle, il lettore di ebook di Amazon, prendendo una percentuale sulle vendite passate tramite il suo canale.
Se metti una pubblicità, come quelle di libri o altro, va pure bene, ma se fai soldi grazie ad un’affiliazione con Amazon, nascondendola dietro una delle storiche battaglie del movimento, allora sei un furbetto.

Tutte le pagine dei meetup, luoghi di incontro del Movimento 5 Stelle, hanno i banner di Grillo, quindi tutto il movimento genera dei ricavi per il comico e la Casaleggio. E’ una sorta di finanziamento pubblico.

Che poi in tutto questo non ci sarebbe niente di male o di strano se non parlassimo di Beppe Grillo, il grande moralizzatore.
Perché se è vero che il Movimento 5 Stelle per ora non prende i soldi del finanziamento pubblico ai partiti (ma prima o poi li prenderà), è anche vero che tutti i soldi che Grillo e Casaleggio fanno tramite il blog se li prendono loro.

E allora, sei i partiti sono morti e non devono avere soldi pubblici, Beppe Grillo ci dica quanti soldi fa con il suo blog, voce per voce, banner per banner, libro per libro, e ci dica quanti soldi tiene lui e quanti ne prende la Casaleggio.
Perché la trasparenza deve valere per tutti.
Troppo facile fare l’ispiratore di un movimento, non candidarsi mai e non rischiare mai di dover giustificare i ricavi che il movimento stesso ti aiuta a fare.

I grillini non si arrenderanno mai. Noi neppure.
E che cazzo.

Luca