Il dibattito sulla laicità raggiunge a volte vette impreviste.
E’ il caso del gruppo di guide alpine valtellinesi, che hanno portato in cima al Pizzo Badile (3308 metri) una statua di Budda, dicendo che la toglieranno soltanto quando spariranno tutti i simboli religiosi dalle montagne.
Chi è stato almeno una volta a fare un’escursione in montagna sa che i sentieri e soprattutto le vette sono piene di tabernacoli, croci, lapidi, ecc
A volte questi simboli sono effettivamente di dubbio gusto, come le emormi croci di ferro che si stagliano sulla cima di molte montagne nostrane.
E’ anche vero che l’alpinismo ha una componente mistica legata all’ascesa, alla ricerca del “deserto” e dell’essenzialità.
Quindi mi sembra assurda questa guerra ai simboli religiosi in montagna.
Va benissimo la statuetta di Budda su Pizzo Badile, così come le croci o i tabernacoli lungo i sentieri.
Lasciamo un po’ di libertà di culto a tutti.
Finché, chiaramente, questi simboli non violino il paesaggio; in questo caso è bene impedirne il posizionamento.
Per le croci di ferro che si stagliano sulle vette, credo sia molto più intelligente lasciarle dove sono.
In fondo sono una testimonianza storica della fede dei nostri padri.
E poi pensate un po’ l’impatto ambientale che avrebbe un eventuale recupero di tonnellate di ferro dalla cima di un monte. Se il danno (ambientale e paesaggistico) è fatto, meglio non farne un secondo.
Per una montagna laica!
Che palle questa laicità. A volte si sfiora il ridicolo
Luca