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Sulla fiducia

Avendo da tempo abbandonato la visione dei programmi di lotta libera approfondimento in tv, mi piace leggerne le cronache sull’internet.

Uno dei miei ideologi televisivi di riferimento, Matteo Bordone, commenta così gli interventi di Celentano e di Beppe Grillo ad Anno Zero di ieri sera.

Entrambi gli interventi erano pieni di falsità palesi, errori, banalità, sparate populistiche, argomenti tirati per i capelli, iperboli, indignazione. Puoi essere anche straconvinto di avere ragione — anzi a maggiori ragione in quel caso — e comunque devi avere argomenti forti, dire cose chiare e vere. Se dici cretinate, forse sarai anche dalla parte del giusto, ma al limite ci sei per caso. E comunque resti uno che dice cretinate. Una testi difesa con le cretinate molto probabilmente è una tesi cretina. Se non lo è, le cretinate l’hanno resa tale. E chi le ha dette ne è responsabile.

Ripeto, io Anno Zero non l’ho visto, ma so che Matteo Bordone ha ragione.

Luca

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Analisi politica del giorno

Osservando quello che sta succedendo in Libia, in Egitto, in Tunisia ed in tutti gli altri paesi del Nord Africa, la prima riflessione che viene da fare è che tutti i grandi esperti di politica internazionale non ci avevano capito nulla e che nessuno è stato in grado di prevedere questo sconvolgimento in atto.

Dice bene Matteo Bordone, che è il mio analista politico preferito del giorno.

Ma le cose sono molto più complesse di come ce le avete raccontate. Il più grande segno della disonestà intellettuale dell’amministrazione Bush è stata la semplificazione ideologica della visione del mondo. L’idea che mezzo mondo pensasse seriamente di poter dire “the Arabs” e descrivere qualcosa di sensato; l’idea che le cose fossero semplici di quella semplicità che fa scuote la testa; l’idea che bastassero cinque minuti per capire perfettamente i problemi del mondo, come se i popoli e i paesi fossero concorrenti della «Corìda», come sta dicendo proprio ora Flavio Insinna in tv.

Luca

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E invece di dire che

Matteo Bordone racconta, a suo modo, come sempre brillante, l’intervento di Concita De Gregorio ieri sera ad Anno Zero.

Ha ragione Bordone, purtroppo.
Lo dico con tutta l’amarezza di uno che stima la direttrice dell’Unità.

Un po’ tutti, ma in particolare le donne, quando affrontano la vicenda delle troie di Berlusconi perdono di vista l’obiettivo.
Si indignano, si mettono a fare le moralizzatrici, cavalcono gli sdegni del Forum delle Famiglie (che in passato hanno sempre e giustamente sfanculato) e finisce tutto in gazzarra.
E B vince ancora.

Prende la parola Concita Di Gregorio, e invece di dire che
A) Veronica aveva ragione, il Presidente soffre di una forma ossessiva grave, soprattutto per un uomo della sua età e nella sua posizione, B) la legge impone che sia il giudice a decidere come comportarsi con un minore, non il più convincente dei ballisti, C) Mubarak non è un gommista di Cormano, ma il presidente di un paese di 80 milioni di persone che si chiama Egitto, Berlusconi sapeva benissimo che quella non era la figlia di Mubarak, perché altrimenti NON avrebbe fatto quella telefonata, NON avrebbe mandato l’igienista dentale, NON avrebbe fatto consegnare la ragazza alla brasiliana, D) il re regala l’oro al mendicante che bussa al finestrino della carrozza, il presidente in genere no, anche perché ci sono persone pudiche in difficoltà che si sentono penalizzate, e la soluzione non è datemela tutte, ascoltate tutte le mie storielle, E) altre che adesso non mi vengono in mente, ma era tipo l’Inter contro i miei gatti.
Prende la parola Concita Di Gregorio — dicevo — e, invece di dire tutta questa roba o equipollenti, decide di dire che la classe dirigente, in particolare un primo ministro che governa il paese così a lungo come Berlusconi, deve dare il buon esempio morale, stare lontano da Lele Mora (LELE MORA), fare come Abreu (ABREU). A questo punto racconta la storia di Abreu, che ha fondato le orchestre nei villaggi poveri in Venezuela (VENEZUELA), e trent’anni dopo ci sono i risultati, è pieno di musicisti venezuelani (MUSICISTI VENEZUELANI) anche famosi, e questo è il percorso che un presidente può scegliere.
E allora, se anche Concita si mette a disquisire di storielle edificanti, di suddelmondo che si rialza con la forza di un sogno, se anche lei si dedica ai piatti di grano, allora è giusto che stiano lì questi delle troie minorenni, ché almeno sono scaltri. Porca la troia.

Luca

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Riesumazioni

Trovo imbarazzante, per lui, ed offensiva, per noi, l’auto-riesumazione di Veltroni “.

Presentarsi come quello intelligente e riformista che salverà il partito quando si è stati in precedenza il segretario che ha portato il partito al fallimento.

C’è poco da dire.
Se volete divertirvi, leggetevi la fantastica intervista rilasciata da Veltroni a Gioia e riscritta (nelle domande) da Matteo Bordone.

Dice tutto lui.

Alla fine, guardi, siamo in molti a darle del pirla. E lei continua a fornirci nuove ragioni per farlo, quindi è diventata una forma di insofferenza tignosa, costante. Credo che ci sia, curiosamente, perfino dell’affetto in questo guardarla male, detestarla, avere voglia di gridarle degli insulti. In tutta Italia c’è gente che la pensa così, e ormai quasi non vede l’ora che lei ripeta quella cosa del grande risultato inedito di un partito che non si era mai presentato alle elezioni, oppure l’altra stronzata del non serbo rancore sto bene così. Perché ogni volta che le ripete è tutto un formicolio. Cosa ha da dire a noi che la detestiamo, quindi?
In questi giorni ho girato l’Italia per partecipare alle feste dl Pd e ho misurato un affetto più grande di prima. Ho rivisto tutti i luoghi della mia campagna elettorale e mi tornavano in mente quelle piazze piene, quella passione… Fa male, chiaro che fa male. Ma penso di aver razionalizzato il dispiacere e le delusioni, so di essere arrivato fin dove era possibile arrivare, di aver conquistato il risultato migliore della storia del riformismo italiano e di averlo fatto nel momento più difficile, dopo l’esperienza dell’Unione e delle sue intollerabili divisioni. Sono fiero di quel risultato. E fiero di non coltivare nessuna malmostosità.

Luca

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Sputtanamento Luttazzi for dummies

Non credo se ne sia parlato molto in TV o nei giornali, ma qualche giorno fa c’è stato lo sputtanamento definitivo di Luttazzi.
In che senso?
Nel senso che si è scoperto che da anni copia integralmente e sistematicamente le sue battute da comici americani ed inglesi.
Non nel senso che si ispira o prende spunto.
Copia proprio, senza dirlo.

E’ andata a finire che i suoi fan più accaniti ci sono rimasti parecchio male, lui ha provato a giustificarsi, ma sembra che abbia fatto la figura di quello che se fosse stato zitto sarebbe stato meglio.

Se volete leggere l’opinione qualificata di un suo ammiratore deluso, leggete quanto scrive Matteo Bordone, altrimenti dimenticatevi di Luttazzi e passate avanti:

Ora. È un appassionato, uno studioso, un esperto e anche un buon battutista, ma Daniele Luttazzi ha fatto una cosa che non si può fare, cioè usare interi repertori di comici anglosassoni per scrivere un bella fetta dei propri spettacoli. Non è solo un problema di onestà intellettuale nei confronti del pubblico. Quegli spettacoli, così come i suoi libri, sono legati all’economia di mercato tramite biglietti staccati in teatro, scontrini battuti nelle librerie, compensi percepiti per spettacoli televisivi. I soldi non sono tutto, ma quando ci sono sono importantissimi.
[…]
Io non sono cattolico e non mi occupo di perdono; non sono del Giornale, del Corriere o del Foglio e non mi occupo di volgarità. Sono ateo e materialista: mi interessa sapere come stanno le cose.

Quelle battute sono di altri: non le puoi usare. Ne hai rubate centinaia, sistematicamente. La tua credibilità va a zero.

Mi spiace: è un problema di responsabilità.

La prossima volta, conosci meglio.

Luca

L’Unità ha pubblicato il video in tre parti con il quale alcuni suoi ex-fan hanno smascherato i plagi.