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informazione

E’ un mondo del lavoro difficile

I giornalisti del Corriere sono ancora in stato di agitazione.
E lo sono con alcune motivazioni di cui si dovrebbero vergognare.

La Direzione ha ingiustificatamente etichettato come «privilegiati» i suoi giornalisti, che da un anno e mezzo affrontano con grandi sacrifici economici e lavorativi uno stato di crisi del quale non sono in alcun modo responsabili. Questo mentre ha accettato l’abolizione di strumenti di lavoro utili al giornale come le automobili di servizio per degradarle a status symbol. I giornalisti del Corriere non hanno più a disposizione autisti per arrivare prima della concorrenza sul luogo di un delitto o un fatto di cronaca improvviso, come la forza e il prestigio del Corriere richiederebbero. Invece sia nella sede di Milano sia di Roma un buon numero di autisti (anche se non utilizzati) restano a esclusiva disposizione della Direzione per i suoi spostamenti.

Poi capisci come mai se ne esce una come Paola Caruso a fare lo sciopero della fame per avere un contratto a tempo indeterminato.

Luca

Via | Mantellini

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informazione internet

Sostenere WikiLeaks

wikileaks
(Da ieri questo è il mio sfondo sul pc).

L’ho detto e ridetto da tanti mesi che Wikileaks, pur con dei punti interrogativi, non può che essere una iniziativa da sostenere.

Amazon gli ha spento i server e temo che sarà sempre più difficile vederlo online.
Massimo Mantellini racconta accuratamente i dettagli della storia.

Intanto, per aiutare Assange (sulle cui ridicole accuse di stupro parleremo un’altra volta), l’unica pagina ancora disponibile pare essere questa.

Il modo più semplice per seguire WikiLeaks rimane comunque Twitter.

Luca

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blog internet

Spazi di raziocinio

Mettevi nei panni di noi poveri possessori di un blog.
Siamo stati prima degli sfigati personaggi di nicchia, poi siamo diventati dei fighi innovatori, poi siamo scomparsi all’ombra di Facebook e degli altri socialcosi.

Ora, da alcuni mesi, si sta facendo largo l’idea che in realtà siano proprio quelli che resistono ad avere un blog ad essere fighi e bravi.

Lo dice, più seriamente, Massimo Mantellini su Punto Informatico.

Se Facebook, Twitter o Friendfeed sono oggi il luogo del tempo reale informativo, quegli stessi ambiti sembrano essere, contemporaneamente, imperfetti servitori di una idea di costruzione organica del pensiero strutturato. Se la veloce battuta, il “like” alla vibrante campagna online o il rapido colpo d’occhio che quotidianamente dedichiamo alla nostra colonna di lifestreaming, non può esaurire la nostra capacità di maneggiare contenuti notizie ed opinioni ma solo potenziarne velocità ed ampiezza, questo significa che dovranno esistere (anzi, continuare ad esistere) altri luoghi della Rete vocati ad una sua più stabile organizzazione.

I siti web editoriali sono già da tempo in grado di rispondere a questa esigenza ed anche i blog personali, con tutti i loro limiti, hanno mantenuto intatta negli anni questa predisposizione alla lentezza del pensiero recuperabile. Scrivere un blog oggi significa, prima di tutto, partecipare ad una necessaria archiviazione dei pensieri, rubando tempo al veloce flusso di coscienza che è diventata oggi la regola della fruizione informativa ai tempi dei social network. Se questi spazi di raziocinio saranno destinati a mantenersi, nei prossimi anni, sarà certamente una buona notizia.

Luca

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informazione

Boicottaggi? Ma va là

C’è in giro un tam tam sul boicottaggio da mettere in campo contro la Mondadori.
Mondandori? No Grazie.
L’hanno intitolato così, tanto per avere fantasia.

Persone di cui mi fido, dicono che il boicottaggio, partito da un articolo di Massimo Giannini su Repubblica, sia una mezza bufala.
Se avete tempo, Giulio Mozzi spiega dettagliatamente perché lo sia. Una bufala.

Il fatto che Carlo Lucarelli, Corrado Augias, Diego Cugia, Francesco Guccini, Roberto Saviano, Vito Mancuso e Vittorio Zucconi abbiano deciso di continuare a scrivere per Mondadori ed Einaudi mi pare un altro segnale che indichi come boicottare una casa editrice su suggerimento di un altro gruppo editoriale sia una mezza cretinata.
Per non dire una cretinata completa.

Luca

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musica

Nonostante il nome

Biffy Clyro

Capita che da una segnalazione su FriendFeed di un anziano blogger scopri un gruppo rock con un nome assurdo, i Biffy Clyro.

L’ultimo album Only Revolutions, il loro quinto, è veramente bello.
Rock lineare, a tratti potente, con un bel po’ di concessioni al pop.

Ora passo ad ascoltarmi gli altri quattro.

Luca

Foto | Biffy Clyro Official Site