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Essere il Matteo Renzi sbagliato

C’è un tipo di Civitanova Marche che si chiama Matteo Renzi, ma è il Matteo Renzi sbagliato, nel senso che è un omonimo.

Si è registrato un sito (matteorenzi.com) nel quale pubblica le mail di persone convinte di scrivere al Matteo Renzi giusto, con tanto di nome e cognome.

Scegliete voi tra sciacallaggio e idiozia la parola che preferite.
Nonostante il ridicolo disclaimer che ha messo sul sito, secondo me è una roba al limite della legalità.

Luca

Via | Massimo Mantellini

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internet lavoro

Buongiorno e buonanotte

Massimo Mantellini commenta da par suo la vendita di Dada.net.

Un comunicato stampa di oggi annuncia la (attesa) vendita di Dada.net a Buongiorno e con essa (parere personalissimo) la definitiva fine dell’unica esperienza di azienda internet di respiro internazionale che questo paese ha messo in piedi negli ultimi 15 anni.

Luca

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internet

L’eterna discussione sulla neutralità della rete

Si sta sviluppando in questi giorni un’accesa discussione intorno alla decisione di Telecom Italia di filtrare le connessioni degli utenti in modo da controllare il traffico p2p.

La mia posizione è la seguente.
Io con la mia ADSL voglio poter navigare, usare la mail, vedere video online e, a volte, anche scaricare contenuti.
Non trovo scandaloso che, in presenza di una rete con una portata piuttosto limitata, si dia la precedenza alle prime attività rispetto all’ultima.
Anche in considerazione del fatto che l’ultima attività è, nella maggior parte dei casi, illegale (non facciamo gli ipocriti).

Trovo invece scandaloso che quasi ovunque la rete non sia sufficiente per garantire che tutti possano far tutto contemporanemente.
Il vero problema è, forse, questo.
Prima di farla diventare neutrale, bisognerebbe averla. La rete.

Stefano Quintarelli ha dato a Massimo Mantellini una spiegazione tecnica della questione.

Luca

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diritti umani internet

Regimi e compagnie telefoniche

Qualche giorno fa, con lo scoppiare della rivolta, in Egitto sono state praticamente azzerate le connessioni.
Massimo Mantellini sul suo nuovo blog Eraclito (in bocca al lupo!) parla di come Vodafone non avrebbe potuto fare diversamente, ma come in futuro forse potrebbe fare di più.

Leggo una intervista a Vittorio Colao di Vodafone sul Corriere della Sera di oggi. Vodafone, insieme alla filiale egiziana di France Telecom e ad un paio di altri operatori è stata costretta nella notte di venerdì a “spegnere” Internet in un Egitto travolto dalle manifestazioni di piazza. Il sunto dell’articolo è: “Siamo stati obbligati”. Gli operatori delle telecomunicazioni hanno semplicemente aderito alle imposizioni del regime e nonostante le proteste piovute su di loro da tutto il mondo è difficile immaginare come avrebbero potuto comportarsi diversamente. Tuttavia è in situazioni drammatiche come queste che si comprende con maggior chiarezza come esista una dimensione extra-aziendale che fa di queste compagnie un soggetto attivo nel tessuto culturale dei paesi in cui operano. E come soggetti culturali le compagnie telefoniche potranno forse in futuro, in simili drammatiche occasioni, immaginare di fare qualcosa in più. Inventarsi una scusa. Prendere tempo.

Luca

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politica

Accettare lo schifo

Ripropongo qui il commento di Massimo Mantellini su Berlusconi, ma soprattutto su di noi:

Come molti italiani mediamente connessi ieri sera ho dato una occhiata veloce alle quasi 400 pagine dei documenti che i giudici di Milano hanno mandato in Parlamento per procedere contro Silvio Berlusconi. Quelle pagine, quelle intercettazioni, perfino le agende telefoniche delle persone coinvolte, raccontano un paese che tutti conosciamo. È un paese che in genere non siamo abituati a frequentare, fatto di degrado, reati di piccolo cabotaggio, prostituzione, truffe. Un sottobosco che esiste ovunque, non solo in Italia, usualmente relagato ai margini della società per ovvie ragioni. Un contesto culturalmente poverissimo dove tutto, dal lessico, ai comportamenti, dalle piccole furberie ai toni, rimanda ad una idea di periferia sporca e degradata. Oggi quella periferia ha accesso libero alle stanze del potere, dirige i telegiornali, detta l’agenda mediatica del paese. La responsabilità di Berlusconi è stata quella di aver elevato l’eccezione a regola estendendo ad ogni angolo della stanza la norma triste per cui qualsiasi cosa può essere comprata, quella di noi tutti di aver silenziosamente accettato che uno schifo del genere potesse imbellettarsi, con lo stesso patetico cerone del Premier, in una parvenza di normalità.

Luca