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E quindi, chi hai votato alle primarie del PD?

Partiamo dalla fine.
Ho votato per Matteo Renzi, nonostante il renzismo ed i renziani dell’ultima ora che hanno seriamente rischiato di non farmi andare a votare a queste primarie.

Una premessa. Per me queste primarie sono state comunque un successo, perché vedere come candidati Matteo Renzi e Pippo Civati, era per me già motivo di grande soddisfazione. Soltanto un anno fa sarebbe stato impensabile. Ma è stata l’unica previsione politica che ho azzeccato in vita mia.

Ripeto per la millesima volta che, secondo me, la configurazione giusta sarebbe stata quella con Pippo Civati segretario del partito e Matteo Renzi candidato Premier, ma questo, soprattutto per responsabilità di loro due, non è stato possibile e allora ben venga Renzi Segretario.

Ho votato Renzi perché la penso come lui su quasi tutto e perché penso che sia l’unico politico capace di scardinare il partito e di vincere in una competizione elettorale. Avrei voluto votare Civati, per la stima che ho per lui, ma alcune sue posizioni forti non mi convincono, su tutte la TAV e l’idea di una grande sinistra con SEL, che è un’idea bocciata dalla storia. Della campagna elettorale di Civati mi ha poi stancato la sua ossessione per i 101 che non hanno votato Prodi al momento di scegliere il Presidente della Repubblica, perché sul merito aveva ragione, ma alla lunga è un argomento che stanca e che non serve a niente e a nessuno.

A chi dice che oggi si celebra la fine del Partito Democratico, vorrei chiedere una cosa. State parlando del partito, la cui classe dirigente ha deciso di candidare Cuperlo, andando incontro ad una sconfitta elettorale clamorosa, rischiando di essere battuti perfino da Civati che era praticamente un battitore libero, senza nessun notabile del partito a supportarlo? Se è questo il PD, allora sarebbe morto alle prossime elezioni, è stata soltanto accelerata la sua scomparsa, non vi preoccupate.

A chi, invece dice che il PD è stato svenduto alla destra del partito, vorrei chiedere una cosa. Stiamo parlando del partito che fino a due settimane fa sosteneva un governo insieme a Berlusconi e che oggi lo sostiene insieme a Cicchitto, Alfano, Formigoni, Quagliarello e Giovanardi? Stiamo parlando del partito che in venti anni non è mai riuscito a prendere una posizione seria su unioni civili (non parliamo di matrimoni gay), fecondazione assistita, obiezione di coscienza alla 194, scuola pubblica e mille altre tematiche di sinistra? Se è questo il partito di sinistra di cui oggi iniziate a sentire la mancanza, potete stare sereni. Non era un partito di sinistra.
Al PD, di sinistra, era rimasto soltanto un rapporto malato con la CGIL, che l’ha inchiodato a mantenere posizioni novecentesche sui diritti dei lavoratori, occupandosi soltanto di pensionati e dipendenti pubblici, e dimenticandosi dei giovani, dei precari e soprattutto di chi merita di lavorare indipendetemente dall’iscrizione o meno al sindacato.

Renzi può cambiare quest’ordine di cose, proponendo un’impostazione più liberal del partito.
Se essere di sinistra significa essere la CGIL, allora la sinistra può morire.
Se essere di sinistra significa portare avanti la meritocrazia, tenendo a freno la spesa pubblica, ma avendo sempre un occhio per la classe media e per le classi più svantaggiate, affermando la laicità dello stato, allora la vittoria di Renzi può essere il primo passo verso la costruzione di questa nuova sinistra.

Oggi è un buon giorno per la sinistra moderna.
Spero di non sbagliarmi.

Luca

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informazione

La laicità dei quotidiani italiani

Siamo d’accordo che non ci potrà essere uno stato veramente laico finché non avremo una classe politica laica per davvero.
E’ anche vero, però che avere un sistema informativo un po’ meno attento ai gusti vaticani ci aiuterebbe un po’ tutti a crescere nella nostra consapevolezza civica.

Luca

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politica religione

Esercitiamo la nostra laicità

Inutile eccitarsi e lanciare gridolini quando un cardinale dice ovvietà contro Berlusconi, senza oltre tutto avere il coraggio di nominarlo.

Poi non vi lamentate se alla prossima discussione sulle unioni di fatto o sul matrimonio tra embrioni omosessuali il nostro parlamento si fa influenzare.

O si è laici sempre, o non lo si è mai.

Luca

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politica

Trenta denari

trenta denari

In queste ore mi fanno molto ridere le attesa degli antiberlusconiani sulle parole che Bagnasco dirà contro Berlusconi.
Perché, ammesso che Bagnasco dica qualcosa di veramente forte contro il bunga bunga, e questo non è assolutamente certo, non si capisce perché questa non dovrebbe essere considerata un’ingerenza della Chiesa sulla politica italiana al pari dei richiami a favore della Legge 40.

Bisognerebbe cercare di avere la schiena dritta e di essere coerenti anche con la propria laicità.
Ovvio che Bagnasco, come qualunque altro cittadino italiano, abbia il diritto di dire ciò che vuole.
Questo non dovrebbe, però diventare un mandato per la classe politica italiana.

Poi, mi fanno ancora più ridere quelli che pensano che l’ipotetico intervento della CEI contro Berlusconi possa in qualche modo favorire il PD ed il centro-sinistra.
A meno che non sia Casini il prossimo leader del centro-sinistra.
Allora si, hanno ragione loro ad essere ottimisti.

E ricordatevi che in passato sono bastati trenta denari.
Oggi sarebbe sufficiente uno sgravio sull’ICI.
Non ci vuole molto.

Luca

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Fusioni tiepide

Qualcuno poi mi spiegherà come fanno i finiani a formare un terzo polo insieme all’API di Rutelli.
Fini ha rotto con il PDL soprattutto sui temi della laicità e della legalità , mentre Rutelli ha rotto con il PD soprattutto sui temi della laicità e della legalità.
Solo che lo hanno fatto in senso opposto.

Fini andò a votare il referendum sulla procreazione assistita, Rutelli è compagno e sodale della Binetti.
Non mi pare che le premesse di accordo possano andare oltre la voglia di spartirsi potere.

Luca