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informazione politica

Tutto questo un giorno finirà

Io sono rassegnato.
Nel senso che sono convinto che finché Berlusconi non si farà da parte, non riusciremo a ragionare di politica in Italia.
Ieri si è toccato il fondo, uno dei tanti fondi a cui il nostro presidente del consiglio ci ha trascinato.

In tutto questo, però, non tiriamo fuori le menate sulla società civile e sul paese reale.
Al paese reale questo presidente piace.
E pure parecchio.
Ed è colpa del paese reale se è lui che ci impone la sua logica da quindici anni.

Suvvia, ha da passa’ la nottata.
Solo che l’alba pare non arrivare mai.

Il commento più equilibrato pare essere, anche in questo caso, quello di Mario Calabresi:

Ora cala il sipario. Il nostro lavoro si farà più incerto e faticoso e gli avvocati diventeranno compagni di banco di direttori e editori. Nonostante dibattiti, correzioni e appelli di ogni tipo, la legge che detta nuove regole per le intercettazioni e l’informazione viaggia spedita verso i suoi obiettivi.

Abbiamo più volte scritto e riconosciuto che in Italia ci sono stati problemi di rispetto delle vite private di persone coinvolte in indagini, ma ciò non può cambiare il giudizio totalmente negativo che abbiamo della nuova legge.

Il dovere di informare i lettori e il mestiere di giornalisti saranno resi più difficili perché le possibilità di raccontare le inchieste si ridurranno notevolmente, potremo darvi resoconti minimi e parziali, dovremo destreggiarci a fare brevi riassunti e mai citare dettagli o particolari determinanti. Tutto in una grande incertezza, che spingerà gli editori a sollecitare continui pareri legali per evitare le maximulte.

E’ forte l’amarezza per un gesto che non ha nulla a che fare con la privacy e la civiltà giuridica, ma ci parla solo della volontà urgente della politica di calare il sipario sulle inchieste e di mettersi al riparo dagli scandali, per garantirsi un tranquillo futuro di impunità e mani libere.

Luca

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diritti umani politica

Intercettazioni

Se non vivessimo in un paese governato da quindici anni da un industriale miliardario che ha costruito la sua ricchezza ed il suo successo politico grazie ad un sistema basato sulla corruzione e sull’abuso di potere, le intercettazioni telefoniche ci sembrerebbero una insopportabile violazione della nostra libertà.

Perché lo sono.
Giovanni De Mauro ci fa oggi il suo editoriale su Internazionale.

Intercettazioni
– Pronto, ciao, come stai?
– Bene e tu?
– Non c’è male… Senti, ma tu la stai seguendo questa storia delle intercettazioni?
– Un po’, ma è difficile dare un giudizio.
– Sì, Berlusconi paladino della privacy fa davvero ridere. Ovviamente vuole solo impedire la pubblicazione di telefonate imbarazzanti e ostacolare i giudici.
– Secondo me però anche i giornali hanno un problema e sono preoccupati soprattutto di non poter più pubblicare le telefonate di politici e calciatori, che gli fanno aumentare le vendite.
– Tra l’altro vorrei sapere chi gliele passa, le intercettazioni, chi gliele vende.
– Ho letto che all’estero è difficilissimo fare le intercettazioni e i giornali stranieri non le pubblicano mai.
– Però alla fine è meglio un’intercettazione in più che una in meno: i leader politici devono essere nudi.
– Che schifo: te li immagini, tutti nudi? Comunque, non sono d’accordo: anche loro hanno diritto alla privacy.
– Ma poi perché il parlamento deve perdere tempo con le intercettazioni mentre il paese va a rotoli?
– Hai ragione. Anche noi dovremmo occuparci d’altro.
– A proposito, devo dirti una cosa.
– Cosa?
– No, te la spiego di persona quando ci vediamo.
– Ok, meglio.
– Ciao.

Luca

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politica

Stare con il paese reale

post-it senato

Beh, mica vorrete che i senatori dell’Italia dei Valori siano da meno del popolo di Repubblica?

Guardateli belli, in posa in favore dei fotografi.
Poi Elio Germano dice che la nostra classe dirigente è peggiore degli italiani normali.
Pari sono.

Luca

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politica

Citazione del giorno

bavaglio post-it

Fa piacere quando vedi che altri hanno avuto la tua stessa sensazione.
Matteo Bordone sull’iniziativa dei Post-IT lanciata da Repubblica contro la legge bavaglio:

Se sostieni davvero che la legge ribattezzata “bavaglio” sia una grave lesione della democrazia, una cosa così importante, devi dimostrarlo nei tuoi gesti. Se ti fai la fotina col cellulare, e hai un post-it attaccato in faccia con scritta sopra una cosa a pennarello, e tutti i tuoi amici fanno la stessa cosa, e c’è una gara a essere uniti nel giuoco della difesa democratica, tutti insieme, italiauno, allora stai giocando col fuoco, fai passare una sfilata di cretini per una cosa importante. Fai passare una cosa importante per una sfilata di cretini.

E ho il sospetto che questo sia un punto troppo fondamentale perché nessuno ci abbia pensato. Si fa finta di niente, nel casino. Ma non è «niente», Ezio Mauro. Il come non è mai niente. Il come è fondamentale. Sempre.

Luca

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politica

Ricatto si, ricatto no

Sulla storia di Marrazzo ricattato dai carabinieri per non diffondere un video in cui lui viene ritratto con le brache calate insieme ad un’altra persona si possono fare alcune riflessioni.
Ci sono carabinieri che filmano le irruzioni e poi ricattano le persone che si trovano per sbaglio coinvolte.
Ci sono governatori di regione che pagano 80.000 € a dei ricattatori perché non rendano pubbliche le immagini compomettenti.

Si, perché l’aspetto sorprendente ed inquietante di tutta questa questione è che Marrazzo avrebbe pagato i ricattatori e se non fosse stato che alcuni investigatori avevano sentito parlare del ricatto durante alcune intercettazioni telefoniche, la questione sarebbe rimasta nascosta.

Marrazzo nega tutto e dice di non aver pagato niente a nessuno, però i carabinieri ricattatori sono stati arrestati.
Mi sembra difficile che alcune persone si inventino un finto ricatto e se ne vadano in galera pur di diffamare un personaggio pubblico, ma magari mi sbaglio.

Luca

Via | Manteblog