Categorie
politica

Foto del giorno

pippo e matteo

Che ditene male quanto volete, ma il PD resta al momento l’unico partito italiano nel quale sia rimasta ancora una dialettica vera.

Luca

Foto | Corriere.it

Categorie
politica

Le primarie sanciranno lo scisma del PD?

Marco Damilano ha scritto un post che vi consiglio di leggere.
Perché la scelta di Prodi di non votare alle primarie del PD non può non far riflettere noi e soprattutto dovrebbe far riflettere chi si candida a guidare il partito.

Non di giorni, ma di anni di menzogne e di tradimenti è fatta la storia del centrosinistra. L’ultimo no di Prodi, la decisione di non votare alle primarie, che tutti si sono affrettati a «guardare con rispetto», chiude definitivamente questa sfortunata storia del Pd. E anticipa quella che potrebbe essere la scelta di tanti: lo scisma silenzioso, come si intitolava un libro del filosofo Pietro Prini, quello tra il popolo e il vertice, il riflusso nel non voto dei tanti delusi da questa classe dirigente. Sbaglia Matteo Renzi se sottovaluta questo stato d’animo: il suo problema non è convincere Prodi a superare l’amarezza, ma i tanti altri che non si ritrovano in questa campagna congressuale, compresa la sua. C’è un salto enorme tra il Renzi dirompente e all’attacco visto l’altra sera da Santoro e alcuni renzini locali, in difficoltà quando devono spiegare chi sono e cosa vogliono, quando c’è da fare politica e non auto-intrattenimento.

Eppure il rischio è mortale, perché senza il coinvolgimento di quella massa critica, il popolo delle primarie, finiranno per vincere i protagonisti del disastroso ventennio appena passato, gli stessi che hanno condotto il centrosinistra nella notte più buia, nascosti alle spalle dei loro ex colonnelli o eredi. Una vittoria sulle macerie: scarsa partecipazione alle primarie, un nuovo segretario già logorato in partenza, un partito diviso tra i micronotabili locali di cui parla Mauro Calise in “Fuorigioco”. Vedi la sezione di Pietraperzia in provincia di Enna, dove domina l’ex ds Mirellino Crisafulli: 151 votanti, 149 voti per Cuperlo. Chi invece ha interesse a chiudere quella pagina, si chiami Renzi o Civati, ha il dovere di combattere nelle prossime settimane. E forse allora si capirà il significato del gesto di Prodi.

Luca

Categorie
politica

Il nuovo attacco di Beppe Grillo a Pippo Civati

Il blog di Beppe Grillo spesso ospita dei contenuti scritti da altri.
Oggi ha pubblicato un post scritto da Edoardo Capuano, nel quale vengono confrontate le votazioni fatte alla Camera da Pippo Civati con quelle fatte da alcuni esponenti del PDL.
Non parlamentari PDL qualunque, ma tutti particolarmente invisi all’elettorato del PD e del M5S.
Biancofiore, Brambilla, Santanché, Capezzone, Carfagna, etc…

Pippo VS Michela Vittoria Brambilla (pdl): stesso voto 97,7% delle volte su 133 votazioni.

Il confronto viene fatto utilizzando i dati di OpenParlamento.

Civati ha già risposto, ma vorrei far notare una cosa.
PD e PDL sostengono lo stesso governo delle larghe intese guidato da Enrico Letta.
E’ lapalissiano che nella maggior parte delle votazioni PD e PDL votino nello stesso modo.
Del resto, se confrontate Civati e Roberto Speranza, capogruppo del PD alla Camera, la percentuale di voti uguali raggiunge il 98%.

Ovviamente, Eduardo Capuano non ha citato un altro dato che si può estrapolare da OpenParlamento e cioè che Civati ha votato 18 volte (l’1,2% dei voti totali) contro il proprio partito.
Se c’è un parlamentare del PD ad essersi schierato in modo aperto contro le larghe intese, questo è Pippo Civati.

I dati, se si vogliono utilizzare, vanno letti bene, altrimenti si rischia di fare la figura dei cialtroni, cosa che è riuscita bene a Eduardo Capuano.

E poi, un’ultima considerazione sul metodo fascista usato da Grillo e dai suoi seguaci.
Perché mettere questa foto di Civati?
Perché ridicolizzare in questo modo un avversario politico?

E poi, non poteva mancare una nota misogina per concludere il post.
Tanto per non smentirsi mai.

Se Pippo è rivoluzionario, Cicciolina è vergine!” Edoardo Capuano

Luca

Categorie
politica

Amnistia, indulto, Renzi e Civati

Non mi sono piaciute per niente le parole di Matteo Renzi, contro amnistia ed indulto.
Sono una presa di posizione adottata in modo cinico sulla pelle dei detenuti.
Senza contare che, essendo ormai più di metà dei parlamentari del PD diventati renziani, è anche una forte presa di posizione politica che renderà impossibile l’approvazione di questi due atti in parlamento.
(Nota a margine: leggetevi questa lettera scritta da un normale cittadino finito per errore in carcere a San Vittore per farvi un’idea di come si viva nelle prigioni italiane).

Sulla questione, Pippo Civati scrive una riflessione articolata, facendo anche delle proposte concrete.
Civati e Renzi sembrano essere d’accordo su una cosa.
Per liberare le carceri, non bastano gesti di clemenza adottati a posteriori, ma bisognerebbe fare in modo che alcuni reati meno gravi non fossero puniti con il carcere.
Entrambi, sia Renzi che Civati, si scagliano contro la legge Bossi-Fini (immigrazione) e Fini-Giovanardi (droga).

E su quest’ultima, Matteo Renzi è poco chiaro.
Perché, se la sua posizione contraria ad indulto ed amnistia è, e spero di sbagliarmi, una scelta elettorale, una posizione più morbida sui reati connessi alla droga, gli potrebbero costare ancora di più in termini di consenso sullo stesso bacino elettorale.
Su questi due argomenti, immigrazione e lotta alla droga, Renzi deve essere più chiaro. Se vuole provare a farsi capire anche al suo elettorato di sinistra.

Sul tema della Fini-Giovanardi, Pippo Civati, che sui temi dei diritti è due passi avanti a Renzi, mi sembra molto più centrato.

Per selezionare efficacemente la popolazione carceraria bisogna impegnarsi a conoscerla. Il carcere è la casa degli ultimi. Per renderla più vivibile bisogna agire sui reati degli ultimi. Un quarto dei detenuti è in carcere per reati connessi all’utilizzo/spaccio di sostanze stupefacenti. E’ indispensabile superare l’ottuso rigore della legge Fini-Giovanardi e, soprattutto, investire sulle strutture socio-riabilitative come centri dove scontare la maggior parte della pena. I reati in materia di stupefacenti necessitano, in linea di massima, di una risposta in termini di assistenza più che di carcere.

Matteo Renzi invece, quando parla di cambiare la legge Fini-Giovanardi, cosa ha in mente?
Ce lo faccia sapere, che qui c’è ancora da capire per chi votare alle primarie.
E, da queste parti, siamo pronti a tollerare tutto, tranne l’intolleranza.

Luca

Foto | Le Murate, antico carcere di Firenze, ora trasformato in zona residenziale e commerciale.

Categorie
politica

Pippo, Debora e Matteo

Scusate se mi autocito, ma mi si accusa troppo spesso di non azzeccare mai una previsione politica, e quindi vi ripropongo quanto scrissi esattamente tre anni fa.
Era il 23 Aprile del 2010 e questa coincidenza è troppo bella per poter non essere sfruttata.

Da queste parti ve lo andiamo ripetendo da tempo.
Nel PD ci sono persone valide.
Ieri sera ad Anno Zero ce ne erano tre: Pippo Civati, Debora Serracchiani e Matteo Renzi.

Persone sotto i quaranta anni, con una grossa esperienza politica alle spalle e pronte per sostituire la attuale classe dirigente del partito.
Ammesso che questa voglia farsi sostituire.
E che loro abbiano il coraggio di giocarsi la faccia.

A scanso di equivoci, io sto parlando della segreteria del partito, ok?
Non di un ruolo importante o di rappresentanza.
Il prossimo segretario del PD deve essere uno di questi tre.

Il fatto che Renzi possa diventare probabilmente Primo Ministro, Pippo Civati segretario del PD (è un auspicio) e che ieri la Serracchiani abbia vinto le regionali in Friuli Venezia Giulia, mentre il suo partito prendeva la più grossa mazzata della sua storia, è molto significativo.

Quello che speravamo solo tre anni fa forse si potrebbe realizzare.

Lasciate stare che tocca fare il governo con Berlusconi, e tanti altri dettagli di cui non starei ora a discutere.
Non vorrete mica dirmi che non avevo azzeccato nemmeno questa, vero?!

Luca

PS. Vi ripropongo l’intervento che Debora fece ad un’assemblea dei circoli del PD davanti all’allora segretario Franceschini e che la lanciò all’attenzione del mondo. Sono passati degli anni, pare non essere cambiato molto.